L’Unire l’ha annunciato e mai proposto, le categorie gliel’hanno consegnato.
Pubblichiamo il contenuto del documento “Considerazioni in merito ai criteri da adottare per un piano programmatico pluriennale per lo sviluppo del settore ippico" che abbiamo diviso, per facilitarne la lettura, in “Parte prima” (clicca qui), “Parte seconda (clicca qui) , “Parte terza” (clicca qui), presenti nella sezione Prima pagina. Nell’elaborato si delineano le basi per intravedere una nuova realtà, concepita su dimensione imprenditoriale e non soltanto assistenzialistica. Nel programma sono compresi argomenti del tipo qualificazione spettacolo ippico, segnale televisivo, revisione convenzioni in atto con gli ippodromi, ottimizzazione del bilancio. Le categorie chiedono i propri diritti sanciti dalla legge. Sino a che questo concetto non sarà trivellato nella testa dei “cervelloni” che governano l’ippica, ogni problema sarà insolubile. L’Ente ha sperimentato negli ultimi decenni un profondo mutamento. Sono stati decenni in cui si sono ridotte le funzioni di indirizzo tecnico a tutto vantaggio degli assuntori di scommesse, e noi riteniamo che queste debbano essere riviste con la massima attenzione ed urgenza. E’ palese e non vi è dubbio alcuno che la delega di ogni attività operativa all’esterno ha contribuito all’indebolimento dell’Unire che, impossibilitato dagli interessi e dalla capacità di pressione dei gruppi organizzati, si è svuotato di ogni significato e non ha potuto svolgere e tantomeno difendere gli interessi legittimi delle categorie. Se non si adotteranno subito strategie tecniche e commerciali, la crisi ippica esploderà con tutta la violenza che c’e da aspettarsi.
Rapportandosi al momento attuale, ad esempio, si rischiano tagli equivalenti a perdite dovute non ad attività dell’Unire e del comparto ippico. L'Unire sembra dimenticare che questo affanno nei bilanci è dovuto soprattutto al problema dei crediti non esigibili, quei maledetti "minimi garantiti" che una legge ha spalmato, o quasi condonato, ai concessionari alla raccolta delle scommesse. Il taglio di 90 milioni di euro, diventati poi 80 (Bilanci di precisione 2003 –2004, delibere n. 46 del 13.5.04 e n. 4 del 19.2. 2004), che continuiamo a trascinarci dietro sta rendendo davvero esangue il settore. Quindi quei 35 milioni di una tantum elargiti nel 2004 altro non sono che una parziale restituzione di quanto ci sarebbe spettato.
E la variazione di residui attivi per euro 80.000.000 sintetizzata nella “tabella dimostrativa dell’avanzo di amministrazione presunto al termine dell’esercizio 2003” è una stima corretta? O giustificata dalla sola necessità di chiudere con un presunto avanzo di amministrazione? Spiegazioni e chiarimenti ai quali sinora non è si è avuta mai risposta e che l’Unire, come per altre poste di bilancio, deve ed è tenuto a dare per avviare un rapporto costruttivo con tutte le componenti ippiche.
Appare ancora inammissibile non avere la certezza che errori commessi dai Ministeri competenti, sanzionati con un risarcimento del danno - vedi il lodo arbitrale rituale 26.5.03 e quindi con forza di sentenza -, per circa ancora altri 80 milioni di euro, non possano finire per pesare esclusivamente sulle categorie ippiche e sull’Unire, come è successo per i minimi garantiti riferiti agli anni 2000-2001-2002.
Appare allo stato inevitabile che un piano tecnico, per quanto valido, debba dipendere dal supporto economico, che non può essere di emergenza, né condizionato da fattori esterni al settore. Solo conoscendo con una pianificazione almeno triennale l’ammontare delle risorse si può garantire certezze agli operatori, tali da completare un percorso di autonomia economica.
Dunque, ribadendo che la discussione e la redazione di un documento programmatico quale piattaforma per l’ottimizzazione del settore deve avere come presupposto inscindibile la conferma del montepremi 2005 rispetto a quello 2004, rivalutato dell’indice Istat, la quasi totalità delle categorie del trotto hanno formulato e consegnato al Presidente Matarrese le seguenti proposte:
1.Analisi sulla redditività delle corse;
2.Rivisitazione delle prescrizioni tecniche per gli ippodromi di trotto e di galoppo (del. n. 6 del 1.06.04 e n. 16 del 29.07.04);
3.Considerazioni per una valutazione degli ippodromi che permetta di individuare e definire all’interno dell’esistente rete i diversi ruoli nazionali e regionali cui destinare i vari impianti e, al contempo, di parametrare le entrate attraverso criteri dinamici e meritocratici;
4.Ottimizzazione del bilancio di previsione Unire 2004 (del. n. 4 del 19.2.2004);
5.Sostenere con tutti i mezzi consentiti l’introduzione di nuove tipologie di scommesse.
E’ nostro parere che i temi sopra esposti siano strettamente correlati e che ognuno sia in funzione reciproca dell’altro, contribuendo la loro analisi alla definizione di una strategia comune che, attraverso il costante impegno di tutte le componenti ippiche, possa dare all’ippica un rinnovato impulso tecnico, economico, organizzativo, tale da permettere all’Unire di tornare ad assolvere i suoi fini istituzionali.
Direttore tecnico Unagt
Maurizio Mattii