Malumore per le dichiarazioni del Presidente Unire.
Ne “Lo Sportsman“ del 10 dicembre Matarrese annuncia ripercussioni sul montepremi e l’Anagt, però, attuando il suo piano di ottimizzazione del settore, comunica che offrirà una settimana di ferie gratuita. Afferma anche di restare in fiduciosa attesa dell’operato dell’Unire per quanto concerne le entrate. Che sia d’accordo pure per quanto concerne le uscite che prevedono una diminuzione del montepremi? Tanto, sembra pensare, tutti pensano alle vacanze premio e a pochi interessa il montepremi. E’ veramente ora di finirla con queste chiacchiere che hanno portato al collasso tecnico e amministrativo.
Le chiacchiere possono abbindolare qualcuno per mesi, ma non sono più sufficienti. Dov’ è andata a finire la tanto decantata ottimizzazione dell’Unire, bieca espressione del Panziron – pensiero. L’unica ottimizzazione di cui questa Unire sia capace è riconducibile a una mera politica dei tagli di puro stampo ragionieristico.
Non ci possono indicare i soloni di palazzo la strada da perseguire, fra l’altro con contraddizioni paurose; soprattutto perché, per loro e per gli interessi di cui si fanno enti esponenziali, l’importante è tenere ancora un poco le cose come stanno, ed il gioco è fatto. Qualche mese ancora e il collasso delle categorie imporrà il buonismo delle posizioni dominanti, alle quali bisognerà pregare di avere l’elemosina, il sussidio di sopravvivenza, e che bisognerà persino ringraziare. Per rilanciare l’ippica occorre considerare il montepremi come voce stabile di bilancio, non residuale. Appare allo stato inevitabile che un piano tecnico, per quanto possa essere valido, dipende dal supporto economico, che non può essere d’emergenza, nè condizionato da fattori esterni al settore; solo conoscendo con una pianificazione almeno triennale, l’ammontare delle risorse si potrà garantire certezze agli operatori, tali da completare un percorso di autonomia economica. Dove sono andati a finire armonizzazione del calendario e dei convegni? Questo mese, rispetto al corrispettivo del 2003, sono state assegnate 7 giornate in più ad ippodromi di galoppo e trotto. Il solito calendario clientelare. E pensare che è ancora di moda la comica della riduzione delle giornate. Dove sono andate a finire le nuove scommesse? Il 19 dicembre sbarcherà il totalizzatore in Ricevitoria. Lo fa con un gioco, il “ Big Macth” dalla struttura abbastanza singolare. Una prima rosa di 6 partite dalle quali sceglierne 3 da pronosticare e una seconda con altre 6 partite, sempre con 3 gare da scegliere e sempre con il segno “ 1X2” da indovinare. Scendono le tasse per tutti i giochi, aumentano i vari montepremi, ma per l’ippica l’aumento è legato solo al maggior prelievo delle agenzie ippiche.
Già aveva scritto Cazzaniga nel ’98 su Lo Sportsman : “”La Lottomatica gestisce il Lotto con un aggio del 6% (undicimilamiliardi). Sisal gestisce la Tris al 6% (1600 miliardi). L’Enalotto al 4,5% (tremilamiliardi)…….L’ippica che con remunerazioni spropositate ha permesso la meccanizzazione delle giocate, deve pagare 1,5% in più dell’Enalotto che gioca sulla rete e sulle macchine dell’ippica, macchine queste che nel mese di dicembre 1998 alla scadenza avrebbero (se l’aggiudicazione fosse stata fatta nel rispetto della legalità e della trasparenza) dovuto passare in toto sotto l’amministrazione Unire….ed invece continuano a restare saldamente nelle mani del Delegato, che al margine del “populismo” ci propone per salvare l’ippica nuovi giochi sotto la sua gestione””. Nessuno ha contestato Cazzaniga, nel merito di tutte le affermazioni contenute nel prefato articolo apparso, affermazioni che, con i dovuti aggiornamenti, costituiscono ancora il nodo centrale da risolvere da quando l’ippica non è più monopolista e sulla sua rete sono effettuate nuove scommesse che le fanno concorrenza. E nessuno lo ha fatto perché ciò che ha detto Cazzaniga è tutt’ora tutto vero. Peccato che l’Ernesto nazionale non sia più quello di una volta. E’ tornato il momento di svegliarsi. E il piano tecnico presentato al Ministro da Matarrese. “Comica delle comiche”, non se ne parla più, un modo per deviare l’attenzione da quello che è stato deciso da tempo: il taglio del montepremi. La soluzione? Sciopero ad oltranza. L’ultimo però. O muore l’ippica o muore chi vuole uccidere l’ippica.
Non ci si può esimere da uno sciopero ad oltranza: una astensione a tempo, o, peggio, a singhiozzo, darebbe esiti economicamente prevedibili e preventivabili, provocando esclusivamente danni alle categorie, e farebbe scorrere inutilmente il tempo, a vantaggio dei delegati, che attendono solo la decozione delle categorie stesse, per dominare incondizionatamente la scena. Solo uno sciopero ad oltranza, di fronte a tanti interessi, talmente grandi da degradare la legge a strumento comprimario e derogabile, può condurre “nemici” ed “interlocutori” a cominciare ad adottare quelle iniziative di trasparenza, qualificazione e selezione richieste dalle categorie , essendo imprevedibile la perdita.
Astensione:
a)rivolta all’aumento del montepremi, e quindi a tutti i soggetti che possono provvedere in proposito, e cioè Unire e Ministeri Finanze e Politiche Agricole;
b)rivolta ad una seria analisi della redditività delle corse e ad una armonizzazione del calendario e dei convegni di corse;
c)rivolta ad una valutazione ed un atto convenzionale meritocratici degli ippodromi e dei centri di allenamento, che permettano di individuare e definire, all’interno della rete esistente, i diversi ruoli nazionali e regionali cui destinare I vari impianti;
d)rivolta ad ottenere la remunerazione del segnale televisivo, e quindi all’Unire. Per quale ragione l’Unire non provvede subito alla monetizzazione del segnale televisivo? Il segnale appartiene all’Unire, che deve trarne utili. Ma poco importa, a questi fini, la disquisizione giuridica della proprietà del segnale, e della eventuale (per noi scorretta) distinzione fra proprietà del segnale e utilizzazione del segnale. Quel che è certo, è che il segnale deve portare proventi, e questi proventi vanno distribuiti a tutte le categorie che concorrono a formare lo spettacolo ippico sotto forma di montepremi.Qui deve provvedere l’Unire, e deve provvedere subito, se non vuol mutare la sua denominazione in Unione nazionale incremento agenzie Snai (non più Unire ma Unias);
e)rivolta all’ottimizzazione del bilancio Unire per diversi milioni di euro e precisamente a poste quali spese per vigilanza e controllo corse, per consulenze, sistemi informatici;
f)rivolta ad una valutazione ed un atto convenzionale meritocratici degli ippodromi e dei centri di allenamento,
g)rivolta contro l’indizione di corsi di formazione per n° 60 nuovi addetti alla vigilanza delle corse. Non si raggiunge la garanzia di regolare svolgimento delle corse aumentando il numero dei funzionari, ma aumentando le competenze specifiche, indicendo corsi di aggiornamento e formazione;
h)rivolta alla trasparenza degli atti dell’Ente.
Grazia Ruggeri