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 : Tris: quote “troppo basse” senza un perché
Inviato da unagt il 10/12/2004 20:46:58 (771 letture)

Quote tris dubbie. Sproporzionate per difetto rispetto a quelle del totalizzatore.

Uno crede di aver fatto il colpo della propria vita e si ritrova una miseria in mano. Non sempre capita, anzi…quasi mai, di azzeccare combinazioni con cavalli quasi a 20 contro 1 e per una volta che la prendi, che ti capita? Ti ritrovi con una miseria di euro. Tanto valeva non indovinare la terna, almeno si evitava l’arrabbiatura. Eppure lo svolgimento risulta regolare. I presidenti di giuria hanno dichiarato “Una delle corse più regolari che abbia visto” – le testuali parole di Carlo Girardengo, presidente di terna a Bologna il 27 febbraio 2002 -. E la stampa dichiarò di essere d’accordo. Resta il fatto che per una combinazione tra le meno appetibili con totalizzatore che ufficializza 29,85 per il vincente; piazzati 7,43; 5,71; 8,29; accoppiata 203,25, la quota tris risultò di soli euro 864,25. Per la tris del 27 febbraio, su segnalazione del responsabile del nucleo ispettivo, fu aperta un’inchiesta disciplinare sul comportamento di alcuni partecipanti. Curiosamente, il nucleo ispettivo nella propria relazione asserisce irreale l’ipotesi di probabili giocate effettuate a corsa arrivata basandosi solo su una sommaria valutazione con i responsabili del totalizzatore, senza ulteriori approfondimenti con commissioni tris e ministeriale per il controllo della regolarità delle corse dei cavalli. L’andamento della corsa fu equilibrato e combattuto: prima al traguardo giungeva Brina Dei, che però veniva squalificata dopo che la giuria, esposto il giallo e esaminata la corsa, individuava una rottura di 14 passi all’ultima curva. La vittoria andava così al n. 2, che era giunto secondo. Prevedere l’esclusione, dopo esposizione del giallo, proprio del concorrente che taglia per primo il traguardo, sinceramente, sembra difficilmente attuabile anche nella migliore delle stangate. E' invece inspiegabile e strana la quota di 864,50 euro, che appare irrisoria rispetto alle probabilità della combinazione vincente. Si tratta di una terna che è stata giocata ed indovinata da 876 vincitori di cui ben 471 hanno giocato solo i tre cavalli poi arrivati, con 320 scommesse a girare e gli altri che hanno optato per sistemi più economici (G1, G2, T3). In ogni caso la disciplinare, per la tris di Bologna, escluse ogni ipotesi di irregolarità legata allo svolgimento, ma non archiviò sospetti di altro genere, evidenziando come l'unica anomalia, per così dire, risiedeva nell'elevato numero di scommesse, 471 per l'appunto, effettuate sulla terna vincente. La disciplinare scagionò i partecipanti, ma auspicò un’indagine sulla gestione del totalizzatore nazionale - tris e sul modo in cui operano i providers incaricati di accettare le scommesse (giocate nelle agenzie, ricevitorie e ippodromi) che poi vengono convogliate nel ricevitore stesso. Nessuna allusione concreta: ma è chiaro il riferimento al fatto che qualcuno riesca a scommettere sulla corsa tris dopo l’arrivo. E adesso, a distanza di due anni il fenomeno riemerge, da non addebitarsi - almeno in queste occasioni - a perizie discutibili o a scambi di cavalli.
Si inizia il 25 ottobre a Taranto con una tris che a fronte di quote astronomiche per i primi tre: 34,79; 11,31; 2,94; 7,05 (106,86) pagò solo euro 544. Per continuare il 2 novembre a Montegiorgio con 1350 euro di quota tris per un totalizzatore che paga 31,37 di vincente; 6,62 - 7,95 - 3,41 per i piazzati; 116,78 per l’accoppiata. E terminare, per il momento, con Milano 17 novembre. Quota tris euro 1.158; vincente 34,12; piazzati 10,14 – 5,03-9,38; accoppiata 192,93. Come ai tempi di Bologna, appena la stampa ha iniziato a occuparsi del caso si è ritornati a quote normali. Frutto di casualità? Forse, ma meglio sarebbe chiarire se l’indagine che la commissione di disciplina dell’Ente tecnico consigliò in relazione alla tris bolognese del 27 febbraio 2002 sul sistema di accettazione del gioco per "verificare eventuali frodi" e "al fine di certificare agli scommettitori la trasparenza e la genuinità" del prodotto sia stata mai eseguita, poiché di quell’ispezione non se ne sa ancora niente.

Grazia Ruggeri

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