Federippodromi, Upt, Unagt,Federtrotto e Comitato di crisi del galoppo sperano in un rinnovato clima di trasparenza.
Unagt, Upt, Federtrotto, Federippodromi e Comitato di crisi, che comprende circa il 40 per cento degli addetti, dopo l’incontro avuto al Mipaf il 3 novembre 2004 vogliono sperare che si ritorni a respirare, all’interno dell’Unire, un rinnovato clima di trasparenza e dialogo, l’opposto di quanto sinora avvenuto.
L'esempio che qui di seguito faremo rende perfettamente l'idea del clima che si è creato, finora, tra chi ogni mattina scende in scuderia e mette la sua opera al servizio dei cavalli e chi occupa un Palazzo sempre più lottizzato dalla politica. Lunedì 25 ottobre le categorie di trotto e galoppo tenevano una civile manifestazione, preannunciata con comunicati congiunti, davanti al Ministero delle Politiche Agricole. Motivo? Da mesi chiedevano all'Unire un'informazione di importanza vitale: l'ammontare del montepremi 2005. E perché simile richiesta? Perché da tempo va diffondendosi una voce secondo la quale dal montepremi mancherebbero 55 milioni di euro. Non sono bruscolini. Direbbe Bonolis sono "più di 106 miliardi del vecchio conio".
Quindi ci siamo trovati a manifestare per un motivo serio, tanto serio da essere ricevuti dal vice capo di Gabinetto vicario, dottor Antonino Di Salvo, e poi convocati, insieme con il Segretario Generale Unire Franco Panzironi, per il 3 novembre dal direttore generale del Dipartimento Qualità dello stesso dicastero, dottor Giuseppe Ambrosio.
Quasi tutto nella norma, quindi. Macché! Mentre il Ministero di riferimento dell'Ente ippico delegava un dirigente qualificato a riceverci - e un altro a convocarci - che faceva l'ineffabile Segretario Generale Unire, che dipende dall'Agricoltura? Anziché attendere correttamente di conoscere le mosse del Ministero, di sua iniziativa convocava un'altra riunione che non esitiamo a definire "carbonara". Al tavolo con Panzironi c'erano unicamente rappresentanti di alcune sigle del galoppo, proprietari, allevatori, allenatori e fantini (l'Uif), che come abbiamo detto all'inizio non costituiscono la totalità del galoppo, ma circa il 60 per cento.
Il giorno dopo, Lo Sportsman, che opera in situazione di monopolio - non ci interessa l'aspetto economico, piuttosto quello ben più importante della correttezza dell'informazione - e che proprio perché riceve sussidi statali - sborsati quindi da tutti noi cittadini - dovrebbe almeno valutare l'esattezza e l'equità delle notizie, dava ampio spazio alla "riunione carbonara" dell'Unire pubblicando una serie... infinita di sigle. Ammettiamo pure che sulla questione il giornale abbia ricevuto un comunicato. Nessuno si è preso la briga di controllare se al tavolo Unire era davvero seduta tutta quella gente? E se il tavolo era... piccino come pubblicare la frase "tutti insieme galoppo e trotto"?
Sperando un giorno di poter disporre di un'informazione più equilibrata, torniamo al motivo della nostra angoscia: il montepremi. Per la maggior parte degli ippici - che non si chiamano Al Maktoum o Yoshida o Niarchos - montepremi ha un ben preciso significato, la busta paga di fine mese. Mancano una sessantina di giorni a fine anno e ancora non è stato specificato il montepremi 2005. E se ciò fa perdere il sonno a chi dagli introiti del montepremi avrà di che mangiare, sicuramente deprime chi non sa quale investimenti operare per il futuro. Essere proprietario di 2 o 8 cavalli? Comprarne 3 o 5? Far coprire 2 o 3 fattrici? E di conseguenza: far lavorare in scuderia o nell'allevamento 2, 3 o 23 persone? Sono domande da poco per il dottor Panzironi?
Questo è l'argomento che da mesi cerchiamo di portare inutilmente all'attenzione dell'Unire. Perché quest'anno, dopo le proteste di inizio gennaio delle Categorie ippiche, le quali manifestarono contro la ventilata cancellazione della nona corsa di tutti i convegni del 2004, c'è stato un contributo straordinario, e una tantum, di 35 milioni di euro; ma sappiamo che l'anno prossimo questo non ci sarà, ce l'ha correttamente fatto capire il dottor Antonino Di Salvo, ricordandoci che la "manovra" prevede un taglio di 168 milioni di euro per il Ministero agricolo.
E in più l'Unire sembra dimenticare che questo affanno nei bilanci è dovuto soprattutto al problema dei crediti non esigibili, quei maledetti "minimi garantiti" che una legge ha spalmato, o quasi condonato, ai concessionari alla raccolta delle scommesse. Il taglio di 90 milioni di euro, diventati poi 80, che continuiamo a trascinarci dietro sta rendendo davvero esangue il settore. Quindi quei 35 milioni di una tantum elargiti nel 2004 altro non sono che una parziale restituzione di quanto ci sarebbe spettato.
Ma qui non vogliamo addentrarci nelle pieghe del bilancio. Speriamo che con il nuovo Presidente Unire ed il suo Consiglio si trovi finalmente l’occasione per parlare di calendario, di classificazione degli ippodromi, di remunerazioni diversificate, di Tris più trasparenti, di corse più belle, capaci di attirare negli ippodromi un pubblico che al momento, e non sempre, si mobilita soltanto nelle giornate di Gran Premio.
E' chiedere troppo?
Categorie associate