Intollerabile il silenzio dell'Unire sull'entità del montepremi e la mancanza di un piano strategico per riqualificare il settore. Intervento delle Categorie e di Federippodromi
Gli operatori hanno bisogno di certezze per programmare i loro investimenti, da qui la necessità di conoscere l’importo del montepremi.
L’UNIRE non ha ancora assicurato che il montepremi 2005 non diminuirà rispetto a quello del 2004 invariato, anzi, diminuito di 2.000.000,00 di euro rispetto al 2000. Unagt Upt, Federtrotto e Federippodromi hanno più volte lanciato un allarme rosso, rimasto inascoltato, sull’importo del montepremi 2005 che sembra destinato a subire una riduzione, nonostante il volume delle scommesse nel quadriennio 200-2003 sia aumentato e non di poco: del 16,69% per quanto concerne le scommesse ordinarie, del 29, 97% per quanto concerne le scommesse tris. E nel 2004, rispetto al 2003, sta sostanzialmente tenendo, solo la tris è in frenata.
Il montepremi deve essere considerato un’emergenza primaria per tutto il movimento ippico e non una voce residuale come viene oggi ancora considerato dall’Unire.
Il montepremi è garanzia di vita, lavoro, progresso, è il provento minimo guadagnato con l’operosità quotidiana di migliaia e migliaia di lavoratori. Non ricevere assicurazioni sul proprio futuro economico equivale ad abbassare o abbattere stipendi, compensi, provvigioni per 65.000 operatori, già in grave difficoltà economica.
Ma perché l’UNIRE non garantisce il montepremi 2005?
Ebbene, come sopra esposto, nel quadriennio 2000-2003, le scommesse sono aumentate, e non di poco.
E allora? Se le corse producono reddito, se il reddito di queste corse è aumentato, se illustri docenti in statistica come il professor Renato Mannheimer confermano che l’ippica ha un fatturato superiore a quello del calcio, che è una realtà in progresso, si dovrebbe corrispondentemente aumentare il montepremi nonché il finanziamento per i fini istituzionali relativi all’organizzazione delle corse e per i centri di allenamento, secondo criteri meritocratici e non clientelari. Invece, si vuole diminuire il montepremi e tagliare i finanziamenti. E’ spontaneo chiedersi dove vanno a finire i nostri soldi? I nostri sudori? I nostri sacrifici?
Le scuse addotte dall’UNIRE si riducono nello sconto del 33% fatto alle concessionarie per la raccolta delle scommesse, e nel ricalcolo dei minimi garantiti - “garantiti” da un decreto legge, e sulla base dei quali gli operatori ippici avevano fatto i loro investimenti - che ora si ridiscutono anche perché le fideiussioni rilasciate dai concessionari per vincere i concorsi non sarebbero più valide. Ma chi le doveva controllare? E chi deve pagare per questo? E siamo sicuri che non siano più valide? Imbarazzo e dubbio inquietante dominano sovrani. E se anche ciò corrispondesse al vero, perché dovrebbero pagare solo i lavoratori dell’ippica per gli errori dello Stato. Chi rimborsa un proprietario, un allenatore o un allevatore per un puledro azzoppato? Non risulta sia stato deliberato in proposito un fondo. Quelle dell’Unire sono solo scuse, perché la legge parla chiaro: i proventi delle scommesse vanno imputati prima a montepremi, e poi per gli altri fini istituzionali (art. 12 dpr 169/98). Va “ottimizzato” il bilancio dell’Unire, non vanno “ottimizzate” invece solo le corse, che nel loro complesso hanno prodotto un maggior reddito. L’Unire dovrebbe essere per legge un Ente tecnico e non un covo di apprendisti stregoni, incapaci di proporre un piano in grado di attirare pubblico, appassionati, generare proprietari, allenatori, allevatori, guidatori, fantini e capaci, invece, solo di elementari strategie ragionieristiche, fuori dalla realtà delle cose, che, se applicate, dequalificherebbero e impoverirebbero il settore, anziché rilanciarlo, costringendo allenatori e allevatori a diventare proprietari di se stessi. Se non si riesce a far funzionare l’Ente secondo i suoi fini, tutti a casa! Specialmente quelli che hanno raggiunto l’età pensionabile.
E’ improcrastinabile:
1.Ottimizzare il calendario (ora improvvisato e clientelare, come ha detto lo stesso Segretario Generale Panzironi), che, se razionalizzato e coordinato, potrebbe comportare una resa maggiore di parecchi punti percentuali. Il calendario deve rimanere invariabile per 5 anni, salvo riassetto finalizzato al miglior sfruttamento delle risorse ;
2.Introdurre nuove scommesse, fatte accettare anche nelle ricevitorie che saranno sempre di più il canale distributivo per eccellenza dei giochi e dal quale le scommesse ippiche sembrano escluse: nuovo concorso totip, quartè, quintè dovevano arrivare da tempo e già non se ne ha più notizia. Siamo arrivati da uno a tre Superenalotto settimanali, 32.000 hotel italiani saranno dotati di slot-machines, saranno operanti nuovi casino: e l’ippica che era monopolista solo 6 anni fa? Nessun progetto, nessuna creatività, nulla! Solo chiacchiere e talk show. Chi paga?;
3. Rafforzare la difesa del nostro prodotto, tutelare la regolarità delle corse, imporre il rispetto delle Regole, non permettere ancora nel 2004 scambi di cavalli, non permettere la formulazione di corse contro regolamento come successo a Siracusa nell’agosto scorso. Colori e licenze debbono essere passate al vaglio di un normale e serio esame. Non possono essere oggetto di scambio politico o peggio di connivenze e compiacenze signor Segretario Generale;
4. Formare giudici e veterinari all’altezza. E’ necessaria maggiore competenza, corsi di aggiornamento (il problema, all’Unire, sarà trovare gli insegnanti), non aumentare il numero dei funzionari. Da due anni a questa parte sono in funzione minimo 13 funzionari Unire per ogni riunione: 3 membri di giuria, uno starter, un aiuto-starter, 2 commissari, 1 giudice di arrivo, 1 handicapper, 2 veterinari (a volte 3), 2 ispettori antidoping. Il doppio del personale impegnato nelle piste sino a giugno 2002, per un aumento di spese a carico dell'Ente di diversi milioni di euro. I risultati tragi - comici sono sotto gli occhi di tutti. Sono designate senza il rispetto dei criteri di nomina (del. 64/03), in modo clientelare (il Dirigente dell’Unire Area Trotto riceve un dischetto con la designazione delle nomine già compilate senza potere intervenire, eppure sono soldi pubblici!) per il controllo della regolarità delle corse persone dell’ultimo corso del 2002 che in buona parte non hanno capacità e esperienza sul campo, che non sanno valutare lo svolgimento di una corsa, che sino a qualche mese prima non erano mai entrate in un ippodromo. Il valzer delle nomine preannunciate è uno degli spot che targano questa Unire signor Segretario Generale;
5.Utilizzare adeguatamente la gestione del segnale TV, che ora è lasciato in balia di società legate a gruppi delegati alla raccolta delle scommesse, cui sono stati continuamente affidati rinnovi e proroghe in regime di trattativa privata, in barba all’obbligo di gara pubblica. Il segnale TV è di fondamentale importanza, perché è il veicolo pubblicitario di promozione del settore;
6.Chiudere le agenzie che non adempiono, che non hanno adempiuto, e che non sono in regola perché rimaste pur essendo il liquidazione, in contrasto con la legge;
7.Effettuare quella valutazione degli ippodromi e dei centri di allenamento, imposta dalla legge sei anni fa, che consideri le caratteristiche attuali e il ruolo che dovranno rivestire, tenendo conto della qualità dei servizi, dell’accoglienza al pubblico e agli operatori, dei processi di organizzazione, promozione, gestione e qualificazione dello spettacolo prodotto. L’ippodromo è un complesso di beni e servizi destinati all’esercizio dell’impresa ippica. L’Unire conferisce l’incarico alle Società di corse precisando i termini quantitativi, qualitativi e le modalità operative dell’esercizio dell’impresa stessa. La produttività generale deriva degli interi comparti ippodromi e corse e non dalla resa di un singolo ippodromo o di una singola corsa. Questa è la ragione per cui le “cosiddette” tabelle trasmesse dagli amanuènsi dei servizi premi e scommesse Unire sono irricevibili, oltrechè illeggibili. Solo concertando con gli operatori ippici una giusta convenzione con gli ippodromi, che diversifichi le percentuali a favore degli stessi in virtù del livello di servizi prodotti, si potranno innescare quegli automatismi che consentano di armonizzare il numero delle corse, richiamare pubblico, rivitalizzare il mercato e qualificare il parco di cavalli in funzione di una effettiva ottimizzazione del montepremi;
8.Istituire Uffici tecnici con persone che sappiano di regolamenti e di corse di cavalli, in cui un semplice funzionario non si possa permettere di sconfessare e di non prendere in considerazione in materia di invarianza di calendario le garanzie scritte di un Ministro delle Repubblica.
E la “leggina”di prossima approvazione caldeggiata dal Segretario Panzironi per tendere un’altra mano alle agenzie morose? Perché non se parla? Non sarà il preambolo della rottamazione dell’ippica anziché delle agenzie? Questo equivale ad una perversa legalizzazione dell’illegittimità, in uno scempio messo in atto con i nostri soldi.
Le promesse da marinaio dell’Unire hanno stancato. Altro che esaltazione della figura del cavallo! Semmai esaltazione al contrario. Forse le famiglie dei 65.000 addetti all’ippica non saranno numericamente una forza elettorale che interessa tanto i politici, ma ne hanno abbastanza dell’ippica, dei talk show dove i protagonisti sembrano cartoni animati, fatti con i loro soldi. Certo, la povera gente che lavora è abituata a pagare, ma terrà conto e giudicherà quando verrà il momento. Di speculazioni sopra la propria testa e sulla propria pelle ne ha le tasche piene.
FEDERIPPODROMI: Il Presidente Guido Melzi D’Eril
UNAGT: Il Presidente Alessandro Meneghetti
UPT: Il Presidente Vincenzo Mauro
FEDERTROTTO: Il Presidente Mario Mattii
UAPG: Il Presidente Roberto Tibiletti
IPPICA VERA: Il Presidente Giuliano Bellesi