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associazione : L’IPPICA CHE VERRA’: PROVIAMOCI
Inviato da roberto il 10/1/2012 19:35:00 (1774 letture)

L’IPPICA CHE VERRA’: PROVIAMOCI



L’ippica italiana necessita di certezze.  La crisi recessiva mondiale che dal 2007 sta distruggendo l'economia di tutti i settori, ha salvato i giochi e le scommesse che, nel nostro paese, registrano una crescita esponenziale. L'ippica italiana invece, che da sempre, vive sulle scommesse, ha in previsione un bilancio per il 2012 con una riduzione delle entrate di oltre il 40%. Oggi, che i contributi governativi sono stati quasi annullati, nessuno può gridare allo scandalo, perché nessuno in questi anni si è preoccupato di rendere produttivo il sistema con riforme efficaci e graduali, auspicando anzi che la contribuzione statale diventasse totale.

Nessuno. Da una parte categorie e società di corse che auspicavano che la contribuzione statale diventasse totale, dall’altra AAMS, con la complicità della politica e dei concessionari delle scommesse, ha continuato a boicottare in tutte le maniere le scommesse ippiche, senza che l'UNIRE avesse la forza (e la volontà) di contrastare la devastante tendenza.

Ma ora i giochi sono finiti:

- Il contributo fisso non verrà mai;

- Senza crescita la morte è certa;

- Occorre intervenire sulle scommesse come primo basilare tentativo di rilancio del settore.

E' necessaria una mobilitazione globale, di ippodromi e categorie ippiche, per sensibilizzare le istituzioni preposte (Politica e Monopoli) sulla necessità di una riforma finalmente vera, un progetto articolato che preveda:

1  LA RISTRUTTURAZIONE DEL SISTEMA SCOMMESSE

A- ridurre il prelievo medio sulle scommesse al totalizzatore;

B- riportare tutta la raccolta delle scommesse ippiche sotto la gestione di un totalizzatore unico;

C- riscrivere rapidamente i regolamenti delle scommesse Quarté e Quinté, prevedendo vincite di seconda e terza categoria;

2 LA NUOVA ASSI

L’Assi si dovrà trasformare nella sostanza oltre che nella forma. Un ente come l’Unire costosissimo e ormai quasi inutile, per non dire dannoso, dovrà trasformarsi in un’agenzia capace di un rigoroso controllo del settore, delegando ad altri una parte dei compiti che erano dell’Unire, col risultato di diminuire il personale, snellire la burocrazia, migliorare l’efficienza e, soprattutto, risparmiare preziose risorse da iniettare invece sui settori produttivi ormai massacrati;

3 L'ASSI  E I MINISTERI DI RIFERIMENTO DEBBONO INTRAPRENDERE UN'AZIONE DECISA BASATA SU: RIGORE, ETICA E IMPRENDITORIALITA'

Passione e cultura per il cavallo da corsa nascono negli ippodromi.

Deve essere immediatamente applicata la legge (Dpr 169/98) che prevede la valutazione degli ippodromi con criteri meritocratici che definiscano quali strutture possano ancora svolgere l'attività in modo serio e produttivo e evidenzino quelli non più strategici per essere allineati a standard qualitativi accettabili.

4. LO STATO DEVE SOSTENERE L’IPPICA  CON UN CONTRIBUTO

Lo Stato deve stanziare un contributo da prelevare dai proventi del gioco pubblico previsti nel 2012  a titolo di "risarcimento" e di "riconoscimento" e in questo caso anche di “incentivo” perché l'ippica possa raggiungere l'autosufficienza. 100.000.000,00 di euro di minimi garantiti e ulteriori 80.000.000 per canoni tv dovuti dai concessionari all’ippica non sono stati stornati dai bilanci UNIRE dalle categorie, ma dallo Stato, con percorsi discutibili, se non addirittura perseguibili penalmente.

In assenza di un progetto condiviso con i Ministeri di riferimento e con le organizzazioni sindacali (sinora scientificamente tenute fuori dal Comparto ippico),  che si basi su una vera volontà di riforma, la scrivente categoria proseguirà a oltranza nell’astensione dai partenti e dalle corse, per dare un futuro all’ippica, convinta che l’alternativa proposta dall’Assi in questi giorni porti direttamente alla morte definitiva del settore.  

Agit: Il Presidente, Enrico Dall'Olio

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