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associazione : FINALMENTE, LA VERITA'
Inviato da roberto il 4/6/2010 10:04:00 (1719 letture)

LA VERA COLPA NON E' DEGLI IPPICI



Due mesi. Questo il tempo che il Commissario Tiziano Baggio si è preso appena arrivato all'UNIRE, per valutare la "situazione" dell'Ente, studiandone la gestione degli ultimi anni.
E puntualmente, passato questo tempo necessario, ecco convocata la conferenza stampa per rendere pubblico il risultato dei suoi "studi" e la sua volontà di un dialogo con tutte le categorie ippiche.
Dalle convocazioni con le categorie è scaturita una realtà, anzi "la" realtà, della situazione ippica e per la prima volta, dopo anni, gli operatori si sono trovati di fronte un rappresentante dell'UNIRE che non nasconde questa verità, ma anzi afferma di aver ben compreso le cause, e le conseguenti responsabilità, del "disastro" ippico.
Finalmente (possiamo dirlo!) qualcuno che ci restituisce la dignità che ci meritiamo!
Possiamo dire, che la Politica, per mano dei Ministeri competenti, ha permesso, negli ultimi 10 anni, che il settore ippico sprofondasse nel "baratro" in cui oggi ci troviamo.

Partendo dai minimi garantiti (previsti dalle convenzioni del 1999), che i concessionari delle scommesse si sono prima visti "scontare" (del 33,3% grazie alla legge 200/2003 per quanto riguardava le somme dovute al 2002: uno "sconto" di soli 129 milioni di euro!) e poi rateizzare il restante debito regresso in 8 rate annuali, mai pagate né da loro volontariamente, né coattivamente con la riscossione delle polizze fideiussorie poste a garanzia da parte dell'UNIRE.
Ma neppure i minimi garantiti successivi al 2003 sono mai stati pagati, e neppure in questo caso sono state escusse le fideiussioni.
Eppure nelle relazioni della Corte dei Conti questi numeri creditori erano sempre stati riportati!!!
Ma nessuno dei Ministeri competenti si è mai preoccupato di chiedere ai concessionari delle scommesse (SNAI davanti a tutti ) l'adempimento di tali obbligazioni.
Anzi nel timore che in futuro qualcuno si ponesse il problema della riscossione dei crediti, e potesse pretendere dalle Agenzie il dovuto, è stato tutelato l'interesse delle Agenzie stesse, aumentandogli l'aggio dall'8 al 12,5% (peraltro ancora oggi in vigore).
Oltre il danno la beffa: non solo all'ippica non sono arrivati i soldi che le Agenzie dovevano, ma addirittura gli è stata riconosciuta una percentuale di prelievo maggiore!.
Nonostante il "regalo" fatto ai concessionari dalla legge 200/2003, le somme che ad oggi avrebbero dovuto versare, di certo avrebbero potuto rendere più "equilibrati" i conti dell'UNIRE.

E se a questi crediti aggiungiamo il mancato versamento dei canoni TV, dovuti per l' utilizzo del  segnale televisivo dato dall'UNIRE alle Agenzie, ( che ammontava già nel bilancio preventivo dell'UNIRE ad 86.000.000 di Euro) credo non si debba essere dei geni matematici per capire la differenza tra l'avere ed il non avere in cassa queste cifre!!!

La politica ed i suoi delegati hanno nell'ultimo decennio utilizzato il nostro settore come loro riserva di caccia esclusiva, hanno utilizzato fino all'impossibile le risorse che gli operatori del settore producevano.

Hanno così potuto utilizzare le risorse prodotte dal settore ippico per creare fruitori ristretti e chiusi, concedendogli un "fisso " oggi intoccabile e lasciando solo le briciole residue agli operatori.

A fronte di tutto questo, parlare di rilancio dell'ippica è pura utopia.

Tanto quanto è utopia pensare di arrivare, in queste condizioni, ad un pareggio di bilancio.

Come è possibile pensare di avere un bilancio attivo, quando i maggiori crediti derivano da mancati versamenti da parte dei concessionari delle scommesse che sono (impossibile negarlo) nella graduatoria degli intoccabili, in cima alla lista?

Concessionari, ribadiamo, ai quali è stato concesso di utilizzare le strutture pagate dall'Ippica ( dai locali alle macchinette per il gioco) per lanciare le scommesse sportive o inserirvi i nuovi giochi, senza nulla dare in cambio all' Ippica.

Per non parlare poi dei 450 milioni pagati direttamente ad AAMS per le licenze dei 16.000 punti vendita di scommesse previste dal Decreto Bersani.

Di questi 450 milioni una cospicua parte sarebbe dovuta arrivare alle casse dell'UNIRE , ma AAMS si è ben guardata dal farlo.

D'altronde è difficile aspettarsi altro da una AAMS che negli ultimi anni ha immesso nel mercato giochi sempre più appetibili per i giocatori , mentre solo le scommesse ippiche hanno assunto vesti non solo poco appetibili per il giocatore ippico, ma di difficile interpretazione anche per i più esperti ( e lasciateci contraddire chi giustifica questo con il termine "incapacità".)

E se guardiamo al futuro, cosa si dovrebbe dire degli 850 milioni che lo Stato sta incassando per la concessione delle licenze delle Videolottery, molte della quali saranno istallate nelle Agenzie ippiche e negli Ippodromi attirando ancora a sé risorse dell' ippica senza ancora una volta darle niente?

Il risultato di tutto ciò è che oggi i Concessionari , dopo aver sfruttato fino all'osso l'ippica (appoggiati da politici compiacenti ), si sentono sufficientemente  appagati da tutte le altre scommesse e dai nuovi giochi, e possono permettersi di "scaricarla", proclamandone la sua attuale inutilità.

Ma come si può paragonare l'ippica alle altre scommesse o addirittura ai nuovi giochi immessi sul mercato?

Dietro ogni ricevuta di scommessa ippica non ci sono solo numeri, ma un mondo dove 50.000 persone lavorano quotidianamente per il settore ed il numero aumenta se si guarda all'indotto del terziario che vi gravita intorno.

Troppo comodo incolpare gli Ippici della situazione del settore, facendoli passare per coloro che utilizzano i soldi dei contribuenti!!!

Il quadro che emerge dalla  predetta situazione di certo rende superfluo ogni commento ed implica responsabilità che meritano approfondimenti con opportune iniziative, nelle opportune e competenti sede giudiziarie e contabili.

Ma appare sconcertante il silenzio generale e l'immobilismo di fronte ad un sistema sino ad ora tenacemente coerente e fortemente difeso a danno dell'Ippica, senza consentire alcuna visibilità agli operatori ippici e costruendo un aprioristico postulato della loro inutilità e comunque della loro colpa per tutto.

Non è così, evidentemente: è necessario avere la possibilità almeno, che l'opinione pubblica intera venga posta a conoscenza della verità, senza manipolazioni, silenzi, connivenze, finalmente rendendo manifeste le reali ragioni che hanno depredato l'ippica, rendendola una pianta con radici aeree.

Il Presidente Enrico Dall’olio

I Vice Presidenti Sabina Breccia, Matteo Di Meo

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