La storia dell'Unagt
Ho letto con interesse la lettera inviata al Direttore da Salvatore Minopoli presidente della neo costituita “Fengat”. Nulla da eccepire in ordine ai buoni propositi ed all’ostentazione di elevati profili morali e dell’abnegazione per il perseguimento dell’interesse collettivo. Ma non conviene la trasfusione delle origini della Fengat in una motivazione argomentata di fronte alla difficile logica, alle suggestioni e alle sensazioni ispirate da alcuni indizi “proteiformi” da passati comportamenti. Sembra, infatti, giunto il momento di esporre con chiarezza gli eventi degli ultimi anni e le arcane vicende che hanno originato la nascita dell’ennesima associazione di guidatori allenatori al trotto, denominata Fengat, decisamente in controtendenza con l’aspirazione ad un’unica associazione categoriale. L’Unagt già nel 2004 aveva messo a disposizione di tutte le categorie dati e numeri, denunciando una malcelata volontà politica di dismissione dell’ippica; ed ha trainato tutte le categorie verso una forma di protesta, sempre con grande coerenza, anticipando fra lo scetticismo di molti, quello che purtroppo si è sistematicamente verificato nella realtà. Forme di protesta sempre più forti che hanno portato all’occupazione del Ministero: ed è qui che io ho dato adesione e spazio a Salvatore Minopoli nell’ennesimo tentativo di ricondurre la categoria sotto un’unica associazione. Per raggiungere il risultato di un unico organismo rappresentativo, vi sono state numerose riunioni con tutti i colleghi italiani - fra i quali Enrico Bellei -; sono state esaudite tutte le richieste di Salvatore Minopoli, e l’Unagt, pur di raggiungere il comune obiettivo, ha addirittura mutato la propria denominazione in Agit, con variazione dello Statuto secondo i “desiderata” dal predetto Minopoli, e sono state indette nuove elezioni, alle quali,”per rompere con il passato” mi è stato chiesto di non presentarmi. Ebbene, dopo tanti sforzi, disponibilità e dopo aver mantenuto tutto quanto richiesto, chi si è dissociato? Proprio lui Salvatore Minopoli. Altro aspetto qualificante è che circa un anno fa, quando gli allenatori guidatori hanno protestato contro il calo delle indennità tris (si corre la 2^ tris a € 60.00 dando il cavallo partente 4 o 5 giorni prima al buio) sempre lui, il nuovo che avanza, ha telefonato a tutta Italia per rompere il fronte della protesta iniziata con le tris di Bologna e Padova, con esiziali conseguenze di perdite di risorse per la categoria. Per telefono e di persona questa estate ho chiesto il perché di tutto questo: Salvatore mi ha risposto solo che si sentiva di fare così. L’Unagt prima l’Agit ora hanno sempre agito in modo trasparente: bilancio preventivo, consuntivo, delegazioni in regola con i contributi, la dott.ssa Ricci come commercialista, l’avv. Cimino come legale, Revisore dei conti che hanno certificato i bilanci: è sempre più difficile mantenere una struttura così, quando le entrate sono drasticamente calate. Ma tutto questo non può essere messo in discussione da due righe in un articolo della Fengat per raccattare qualche delega. La cassa Pensioni esiste già da 50 anni, occorre trovare il sistema normativo per renderla in qualche modo obbligatoria, per ridare dignità alla nostra categoria che da sempre è stata sfruttata dai poteri forti ed in particolare dagli assuntori del gioco e ora si trova con una pensione media di euro 400.00. Va dato atto, in proposito, a Pierluigi D’Angelo, che in questo percorso ci sta ci sta accompagnando con grande caparbietà, mantenendo un impegno morale di grande rilievo per il conseguimento di questo traguardo importantissimo per noi. Io sono iscritto da 27 anni alla Cassa Pensioni, altri – anche napoletani – come Antonio Merola da 50 anni e sono già in pensione. Salvatore Minopoli non è mai stato iscritto, e quanto sorprende che la Fengat pretenda di appropriarsi di una battaglia che perlomeno è di tutti. Per concludere, pur aborrendo le polemiche, non accetto che si cambi la realtà in funzione degli interessi da perseguire di volta in volta. Salvatore Minopoli è partito a parole per riunificare la categoria, ma ha fatto esattamente il contrario. Nella storia dell’ippica il sistema ha sempre cercato di individuare ( riuscendovi ) il punto di rottura di una sacrosanta forma di protesta perché così può mantenere i privilegi ed i vantaggi per le solite clientele e le lobbies, a discapito dell’unica voce fuori dal coro, voce che non vuole il calo del montepremi, fonte di sostentamento per chi lavora in prima fila e non è assistito come tante altre componenti che ruotano intorno a noi.
Enrico Dall'Olio
( ex-Presidente Unagt )