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 : Lettera al Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, On. Gianni Alemanno
Inviato da unagt il 3/10/2004 2:40:29 (592 letture)

Pubblichiamo la lettera aperta, riportata anche dal quotidiano Libero del 01.10.2004, trasmessa dagli operatori ippici al Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, On. Gianni Alemanno, relativa ad un attento esame della critica fase tecnico-economica che sta attraversando l'ippica.

Ill.mo Signor
On. Gianni Alemanno
Ministro delle Politiche
Agricole e Forestali
Viale XX Settembre, 20
00187 ROMA

Roma, li 01.10.04

Ill. mo Sig. Ministro,

abbiamo letto sul giornale “Lo Sportsman” di sabato 25 Settembre u.s., la Sua intervista effettuata dal direttore Tatarella, in cui vengono affrontati i problemi dell’ippica “ a tutto campo” e non possiamo nasconderLe la nostra preoccupazione.
Lei ha affermato che prima del varo della legge 200 eravamo sull’orlo del precipizio e che ora stiamo risalendo la china, essendo stato certificato il bilancio del 2003 da una delle più “severe ed autorevoli società di revisione”. Osiamo sperare che non si tratti di una di quelle esperte in “funambolismo contabile” che poca fortuna hanno portato alla Parmalat e d’intorni. Tanto più che quel bilancio ha già accumulato alla Procura della Corte dei Conti più di una denuncia, di cui gli operatori ippici conoscono bene i contenuti. Resta ancora da risolvere la questione nodale del segnale Tv e la giustificabilità della corresponsione di denaro a società “provvisoriamente” affidatarie del servizio televisivo senza il risparmio derivante da una gara pubblica. A tacer d’altro, sembra emblematico il continuo concedere proroghe per il servizio del segnale Tv a società che gestiscono l’attività televisiva ippica e sportiva grazie ad un contratto di affitto di azienda riconducibile al gruppo Snai (Sole 24 ore radiocor). Ha detto anche di comprendere la nostra irritazione in previsione di una stretta economica, mai avvenuta in passato, perché il settore ha sempre camminato sulle proprie gambe. Ci sembra però che quelli che ora vogliono farci camminare sulle “stampelle” abbiano un nome ed un cognome, non abbiano onorato gli impegni assunti per legge ed ora, non ancora sazi, stiano ripercorrendo antiche strade che con l’”onore” hanno poco a che vedere.
Ci ha promesso che ancora una volta qualche piccolo aiuto ci sarà dato, per l’anno prossimo dal Suo Ministero, dopo i 35 milioni del 2004, ma che anche da parte nostra, dovremo fare qualcosa nella direzione dell’annunciata “ottimizzazione” esibita dal Segretario Generale dell’Unire Panzironi. Andiamo a vederla questa “ottimizzazione”, che dovrebbe consistere, soprattutto, in un riallineamento dei costi in funzione dei ricavi, prevalentemente con le cosiddette corse “commerciali”.
Cominciamo dai Grandi Premi: contrariamente a quanto Ella dispera si potrebbero moralizzare, se solo la “politica” si facesse da parte. Basterebbe stilare, ogni anno, una classifica di merito, dove chi è in serie A ci rimanga, o ci salga, per meriti acquisiti sul campo, mentre retroceda nelle serie minori quando questi meriti non ci sono. Veniamo, ora, alle corse “commerciali”: debbono garantire al settore redditività, ma nello stesso tempo non puntare ad un’espansione solo quantitativa. C’è però un problema: le corse di gran lunga più produttive sono quelle che dilatano il calendario, cioè le “matinèe e le corse per anziani di minima categoria, mentre le meno produttive sono quelle di allevamento per 2 e 3 anni, ritenute intoccabili. L’omogeneità e l’incertezza in massima parte si raggiungono solo nelle corse per anziani di media e buona categoria, spesso passive, ma indispensabili per offrire spettacolo e portare pubblico negli ippodromi.
Argomento, quello degli ippodromi, affrontato solo di sfuggita, ma che rimane un grosso problema, a meno che anche qui la “politica” non si faccia da parte. Si continua, infatti, a fare di ogni erba un fascio, ben sapendo che sono solo pochi gli impianti degni di tale nome. Chi vive la nostra realtà quotidiana li conosce bene e sa indicarli con precisione. Del resto basterebbe visitarli, verificarne le strutture per l’organizzazione delle corse, la qualità e l’efficienza delle riprese televisive, sia per l’esterno che per le giurie, i servizi ed i comfort resi al pubblico ed agli operatori ippici, nel parterre e nelle scuderie, il rispetto della Legge 626 sulla sicurezza. Questa, Signor Ministro, è solo una parte della nostra articolata e complessa realtà che Lei dice, a ragione, di voler cambiare. Senza entrare nel campo delle scommesse da tempo inattuate, quali il “nuovo concorso totip”, “multipli, il quartè, il quintè, il Jackpot” , il “doping”, le “giurie”, i “veterinari”, la “tris” in frenata, l’influenza nefasta degli inutili campi esteri e quant’altro. Quando si comincia, come sta facendo l’Unire, un gioco a 360° sul calendario bisogna poi accettarne qualunque esito economico conseguente. Con questa Amministrazione, priva di sostanza tecnica e di retroterra culturale ippico, con gli speculatori di turno e di professione sempre a ronzarle attorno, non si corrono soltanto i rischi scongiurati sulla nostra pelle e su quella dello Stato dalla legge 200: si va dritti allo sfascio totale, Sig. Ministro. Ci lasci, infine, esprimerLe, con il dovuto rispetto, un nostro particolare disappunto! Nel Suo intervento a “tutto campo” ha trascurato, speriamo per mancanza di spazio, le Categorie più importanti e qualificate del settore, quali i “proprietari”, gli “allenatori”, i “guidatori”, e tutti i lavoratori indispensabili per la costruzione delle corse. Proprietari, allenatori e guidatori, rappresentano la condizione primaria perché l’ippica esista e diventi sport popolare. Essi pagano senza interruzione di continuità la loro passione in termini economici pesanti, che possono essere facilmente quantificati nel rapporto tra monte-premi loro erogato e costi di gestione, desumibili dal numero dei cavalli in attività. Costi che, ovviamente, non possono che essere in perenne perdita. Ci sembra ora arrivato il tempo di fare i conti, anche su questo versante, in maniera trasparente e “congrua”.
Aspettiamo da Lei, Sig. Ministro, l’assicurazione che il monte-premi del 2005 non diminuirà e ce lo dica prima delle aste qualificate del Trotto, anche per non correre il rischio che qualcuno possa pensare ad un specie di “aggiotaggio istituzionale”, prima dei nostri futuri investimenti. In caso contrario saremo tutti a “protestare”, con sommo dispiacere, ma con assoluta determinazione, davanti al Suo Ministero.

Con osservanza

FEDERIPPODROMI: Il Presidente Guido Melzi D’Eril

FEDERTROTTO: Il Presidente Mario Mattii

UNAGT: Il Presidente Alessandro Meneghetti

UPT: Il Presidente Vincenzo Mauro

UAPG: Il Presidente Roberto Tibileti

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