Tratto da "Libero": I guidatori del trotto bacchettano l’Ente: i soldi trovati dal governo usati per tappare i buchi delle passate gestioni.

Manovre e interessi nell’intreccio dell’Unire
Prima gestiscono i fondi in modo dissennato, creando buchi che negli anni si trasformano in voragini. Poi piangono miseria e fanno ricadere i sacrifici della crisi su chi di colpe non ne ha.
Alla fine, quando dopo mesi di lotte e scioperi altri ottengono un aiuto dal governo, i sapienti dirigenti Unire pensano bene di adoperare quei soldi non per dare respiro all’ambiente, ma per tappare i buchi che loro stessi hanno creato.
La storia non è nuova ma ogni volta stupisce: per la faccia tosta e la leggerezza con cui questi personaggi riescono a intrecciare manovre e interessi personali che nulla hanno a che fare con l’Ippica e che mai riusciranno a dare il via la sospirato rilancio.
In tutto questo le categorie non si danno per vinte. Sarebbe la fine per tutti. E l’Unagt ripropone con più slancio la propria disponibilità mettendo al servizio del settore le proprie professionalità.
Al palazzo dei bottoni se ne sente proprio il bisogno, ma al momento molti fanno finta di non accorgersene.
Il presidente Unagt Enrico Dall’Olio e il vicepresidente Duccio Parenti hanno voluto esprimere a Libero la loro “grande preoccupazione in quanto, dopo un lungo sciopero, enormi sacrifici ed un provvedimento normativo che sembrava aver risolto tutti i problemi, l’Unire ha mantenuto i vecchi schemi, con scelte immotivate e contraddittorie in materia di montepremi, calendario e doping”.
In queste materie l’ente “ha operato unilateralmente, dimenticandosi della legge 241/90 che prevede il sistema della concertazione, sia delle indicazioni del ministro Zaia in ordine alla istituzione di tavoli tecnici con la partecipazione delle categorie”
In particolare, l’Unagt si riferisce a:
a) doping guidatori: “vengono dilapidate enormi risorse per la ricerca di sostanze praticamente irrilevanti ai fini della sicurezza e della regolarità delle corse”, sostiene l’associazione, “quando con un semplice kit (28 euro) che rileva sostanze stupefacenti ed un etilometro (del costo di 3.000 euro valido per migliaia di rilievi), il problema sarebbe risolto pre-corsa.
b) criteri per il doping cavalli, “essendo oscurato il problema delle code curative e delle soglie;
c) calendario 2009: “tendenzialmente si attendeva l’invarianza rispetto al 2007, salva una minima riduzione sull’altare della qualità. Al contrario è stato annunciato dall’Unire un calendario 2009, privo di criteri logici o meritocratici, con richiami anacronistici alla posizione geografica degli ippodromi, ed al bacino di utenza”.
d) La riduzione delle corse, “così come operata dall’Unire, unilateralmente e senza sentire le categorie, con tagli di giornate ad alcuni ippodromi ed aumenti ad altri, comporta penalizzazione e discriminazione degli allenatori-guidatori: inoltre ha già innescato la richiesta- fondata- di danni da parte di alcune società di corse: danni che, come già è successo, si cercherà di far gravare non sui vertici Unire che ne sono responsabili, ma sugli ippici, che questa volta però non ci staranno”.
e) la Tv Unire “latita in uno stato di desolante abbandono: occorre un progetto per un suo (ri)lancio ricorrendo ai veri esperti del settore”.
L’Unagt intende così proseguire nella strada di concertazione e collaborazione che il Ministro ha prefigurato, ma di fronte al rituale e rigoroso muro di gomma della burocrazia Unire, preannuncia che, in caso di mancata urgente convocazione, promuoverà tutte le forme di protesta consentite dall’ordinamento, a cominciare dall’astensione dalla dichiarazione dei partenti”.I 160 milioni di euro che il ministro Zaia ha ottenuto con una grande battaglia politica dovevano principalmente andare a rimpinguare il montepremi ed invece serviranno in gran parte a coprire le magagne di anni di sciagurata gestione dell’ente.L’Unagt, da sempre attenta alle mosse dell’Unire, per il momento si dimostra collaborativi e chiede di essere ascoltata sui temi che l’ente, da solo, non riesce a risolvere per mancanza di esperti. Un atteggiamento di apertura e di dialogo sarebbe importante anche da parte dei massimi dirigenti.
Per invertire il disastroso trend occorre unità d’intenti. Basta con i soliloqui, con la presunzione e con l’immobilismo che ci hanno portato a questo punto di non ritorno. Occorre che l’Unire partorisca una nuova era, trasparente meritocratica e ricca di energie di trasformazione, con le persone giuste nei posti giusti.
La Francia insegna che l’ippica ha fascino ma va gestita come una vera azienda, senza dilettanti ed improvvisazione.