Tutti i dati che Tremonti non può ignorare. Mentre il settore resta fermo.

L'IPPICA, un settore che in Italia dà lavoro a 50 mila famiglie, è a rischio sopravvivenza.
Mercoledì 8 ottobre ha dichiarato lo sciopero ad oltranza e domenica 12 ottobre non si è disputato, per la prima volta nella storia, il Derby del trotto.
E' in crisi la scommessa ippica che paga una disaffezione del pubblico e una tassazione (il prelievo da parte dell'erario) superiore a quelle delle scommesse sportive (calcio, basket, ciclismo) che vanno, invece, a gonfie vele. Così mancano i soldi per il montepremi delle corse da qui alla fine dell'anno. E non solo perchè con le proiezioni in base alla raccolta di gioco nei primi nove mesi del 2008, il montepremi del 2009 verrà tagliato pesantemente (dagli attuali 195 a una cifra intorno ai 170 milioni di euro). Le categorie dell'ippica chiedono al governo d'impegnarsi con un decreto salva-settore che distribuisca subito 40/50 milioni di euro per finanziare le corse negli ultimi tre mesi di quest'anno.
Mercoledì 8 ottobre più di duemila persone, arrivate da tutta Italia, hanno sfilato in piazza a Roma. La protesta ha visto il ministro delle Risorse Agricole Zaia, demandare la risoluzione a brevissimo termine al ministro Tremonti che gestisce “la cassa” del Governo.
E’ vero, come afferma il Ministro dell’Economia, che l’ippica ha un movimento di 1 milione e 200 mila di volume di scommesse giornaliero ma di questa somma che fa dubitare della crisi torna solo il 5 per cento come premi al traguardo delle corse.
Ecco i dati economici dell'ippica che Tremonti deve conoscere ,dati 2007 riferiti all'Italia e che per valore della produzione documentano un'attività che fino agli anni ottanta ha avuto numeri da decima industria del paese.
Ippodromi In Attività: 38Giornate Di Corse: 2.920
Totale Corse: 22.606 (Di Cui 16.751 Al Trotto E 5.855 Al Galoppo)Cavalli che hanno corso: 18.264
Premi al traguardo: 218 Milioni Di EuroVolume di scommesse: 2 Miliardi e 700 Milioni Di Euro
Ogni Euro di scommessa viene cosi ripartito:
71,4% ai giocatori
28,6 al prelievo che viene così ripartito:
12,2 ai punti vendita (agenzie ippiche, ricevitorie e corner)
4,5% imposta unica statale 11,9% all'Unire
I soldi che entrano nelle casse dell'Unire, una cifra annualmente non inferiore ai 500 milioni di euro, vengono destinati alle varie componenti dell'ippica.
Poco piu' della metà delle risorse dell'Unire va alle corse (50,45%), il 24,42% alla remunerazione degli ippodromi, il 25,13% alle spese di funzionamento dell'ente i cui bilanci da diversi esercizi sono pesantemente in rosso.
L'ippica ha bisogno urgente ed inderogabile di un piano strutturale. Ci deve essere equilibrio di risorse nella filiera che porta il prodotto dall'allevamento all'ippodromo. In quel percorso finora guadagnano pochi soggetti, mentre chi è protagonista dello spettacolo sulla pista da corsa, allenatori, guidatori, proprietari è in profondo rosso. Ed il paradosso è che i cavalli italiani, sia al trotto ed al galoppo, vincono all'estero. Produciamo qualità in un settore che non si è dato una struttura economica equilibrata.
L’ippica tutta, con tenacia e compattezza, continua con il fermo ad oltranza in attesa che giovedì alla convocazione della Presidenza del Consiglio qualcuno “prenda le redini di un settore che non merita l’agonia indecorosa che sta vivendo.
L’alternativa non c’è a meno che si voglia prendere in considerazione l’ipotesi di un collasso annunciato di un mondo e di tutta la sua filiera.
G.R.