Zaia: il settore è da ristrutturare. Intanto però calano pubblico e scommesse.
E’ un destino all’asta quello che attende gli operatori ippici, alla mercé di chi offre più incompetenza e meno garanzie. E in tema di aste, domani sera a Settimo Milanese prenderanno il via quelle del trotto, con nessuna certezza sul futuro del settore.
Dopo il meno 40 della sessione del galoppo il timore di un altro flop è più che giustificato.Il ministro Zaia intanto continua a dire che il settore è da ristrutturare e che c’è la volontà di mettere mano a tutto l’ambiente.
Nel frattempo però le parole non bastano e continua l’inesorabile calo di pubblico, scommesse e controlli sulle corse, con la conseguenza che il settore rischia di essere dimezzato.Qualche mese fa era stata data per scontata la diminuzione dell’Iva sulla compravendita dei cavalli dal 20 al 10 per cento. Ma la stiamo ancora aspettando, mentre il mercato si sta azzerando.
Non sono pochi gli operatori che stanno gettando la spugna, molti di più quelli che iniziano a considerare la possibilità di lasciare.
Tutto questo come ricompensa per anni di sacrifici spesi in nome di una passione della quale oggi nei dirigenti non c’è più traccia.
IPPICA, NUOVI COMITATI E VECCHI NOMI CONTRO LA CRISI
Nuove iniziative e nuovi comitati per rallentare la crisi del settore.
Dopo la penosa farsa del Comitato di Crisi, delegittimato ancor prima di nascere, adesso arriva il movimento “Ippica impresa”, che, meglio tardi che mai, si è accorto che l’ippica italiana versa in uno stato di profonda crisi, con un calo del montepremi, del gioco e dell’interesse del grande pubblico.
E’ dato in arrivo, a breve scadenza, un nuovo Comitato: il Battibanco che promuoverà raccolte locali per rispedire al Bar dello Sport personaggi che in passato non hanno mai alzato un dito per impedire l’attuale sfascio.
E che ora pretendono di proporre la ricetta miracolosa per risolvere la crisi.
Non c’è dubbio: il primo passo per un piano di rilancio è la loro uscita di scena.
G.R.