Montepremi ordinario non ripristinato. Ancora meno 38 
Alle promesse di ripristino delle dotazioni delle corse pari a quelle programmate sino al 30 luglio, quando il taglio del montepremi non era stato ancora ufficializzato, non sono seguiti i fatti.
Si continua a correre a meno 38 e si ritorna a minacciare l’astensione dalla dichiarazione dei partenti.
Stasera a Roma proprietari e allenatori – guidatori hanno manifestato l’intenzione di non dichiarare i partenti da domani se lo stanziamento ordinario non sarà reintegrato. Sembra che anche ad Albenga le categorie locali abbiano lo stesso orientamento. Iniziative locali, scollegate da un coordinamento nazionale. Si continua a navigare a vista, pensando solo a sopravvivere rinunciando al segnale di rinnovamento di cui l’ippica avrebbe bisogno per uscire dalle secche.
Un segnale espressione di un’ippica sana capace di accerchiare quella dei personalismi e della poca trasparenza, che hanno caratterizzato la conduzione dell’Unire in questi anni. Un disegno comune in cui dovranno riconoscersi tutte le componenti del settore, soprattutto organizzazioni sindacali e associazioni di categoria.
Un cammino ancora lungo. Forse troppo.
CRISI: LA POSIZIONE DELL’URTUMA
Sullo sfascio totale del settore intervengono Massimo Pierini e Patrizia Romanelli rispettivamente Presidente e Vicepresidente Urtuma (proprietari umbro- marchigiani –abruzzesi), una delle delegazioni di cui si compone la Fipt presieduta da Marcello Rinaldi.
Ecco la lettera che ci hanno inviato:
“Stiamo attraversando un momento di crisi del settore davvero preoccupante. Il montepremi è da anni il bersaglio fisso degli aggiustamenti in negativo del bilancio dell’Unire.
Non ci sono certezze per il futuro se non improntate al taglio del montepremi. Prospettive di rilancio neanche a parlarne, come se l’ippica fosse un settore da smantellare.
Con l’”accordino” di mercoledì sera all’Unire si è deciso di viaggiare a “vista”, cioè si va avanti finchè ci sono risorse, più o meno fino a fine settembre, dopodichè speriamo in Dio e nello Stato!
Rimedi, anche validi ed efficaci, per invertire il trend negativo sono stati esposti da più parti, ma manca:
a) la capacità dei dirigenti Unire di intraprendere la via del rilancio, come se i loro lauti stipendi non dipendessero dal nostro lavoro;
b) la volontà politica di prestare attenzione all’ippica e alle tante migliaia di persone che vivono del settore; in un momento di crisi economica non intervenire su un ente che se ben gestito sarebbe autosufficiente senza bisogno di aiuti statali è inconcepibile .
Le categorie hanno cercato con lo sciopero (assai penalizzante in questo periodo) di difendere a denti stretti il montepremi ma la disunità che le caratterizza, ha impedito che tenessero duro fino ad ottenere un risultato soddisfacente.
In autunno saranno chiamate probabilmente ad una ulteriore e più incisiva azione di forza per avere certezze sul montepremi 2008 e su un piano strutturale di rilancio e di moralizzazione dell’ippica.
E’ imprescindibile che il settore debba rinnovarsi nel rispetto delle regole, offrire un prodotto valido, affrancarsi da tante strumentalizzazioni di chi in questi anni ha voluto fare il padrone o padroncino, a seconda del ruolo ricoperto nell’ippica“.
Tutto vero.
Concetti espressi decine di volte, ma l’impressione è che il settore non abbia volontà e capacità di rinnovarsi.
E' giusto che raccolga quello che ha seminato: parole.
G.R.