Dopo l’Emilia e la Romagna si fermano pure la Campania e il Friuli Venezia Giulia. Da lunedì stop anche per Marche, Abruzzo, Veneto.

Diminuzione montepremi: questa volta la protesta del trotto è un coro unanime.
Dopo l’Emilia e la Romagna anche la Campania dichiara lo stop alle corse mentre da lunedì si fermano pure Marche, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Intanto le altre regioni sono pronte ad aderire. La protesta sta raccogliendo un’adesione pressoché totale e questo dovrebbe far riflettere chi è chiamato a gestire il futuro di tutta questa gente.
Nel frattempo si registra un effetto boomerang per il comunicato di Masini e Gragnaniello su Trotto&Turf di ieri.
Delle promesse di un sottosegretario (per giunta senza nessuna delega) non importa niente a nessuno. La gente vuole certezze per poter tornare a programmare il proprio futuro.
E resta una riflessione: perché i presidenti dei proprietari del trotto e del galoppo cercano di sminuire l’iniziativa dei guidatori? Non vogliamo credere che la ragione nasca dal fatto che la protesta sia partita dagli allenatori - guidatori, spesso considerati figli di un Dio minore. Nè che ci troviamo davanti all’ennesimo gioco di potere.
Resta il fatto, però, che la maggior parte dei guidatori sono anche proprietari e tra i migliori clienti degli allevatori e delle aste. Per di più l’Unagt è l’unica associazione ippica con consulenti economici, giuridici e tecnici ed è presente su tutto il territorio, da Torino a Palermo.
L’unica che ha anticipato puntualmente (e puntualmente confermata purtroppo nei fatti) i contenuti dei bilanci Unire.
Allora perché non appoggiare e associarsi alle sacrosante rivendicazioni della categoria degli allenatori –guidatori (che poi sono quelle dell’ippica tutta) che costituiscono la stragrande maggioranza dei soci Upt? Il Presidente dell’Upt (che abbiamo votato e nei cui confronti nutriamo ancora stima) fino a una settimana fa dichiarava di essere disposto a vendere tutto se il montepremi fosse diminuito e che era stanco di false promesse.
Ora improvvisamente crede alle parole di un sottosegretario (senza delega) che in passato ha appoggiato la politica affonda ippica di Alemanno e ci chiede di correre a meno 38.
Per di più appoggiandosi a Mario Masini, contestatissimo presidente dei proprietari del galoppo, ex vicepresidente Unire ai tempi di Panzironi, uno dei principali responsabili dello sfascio tecnico –finanziario del settore, uomo – simbolo di un passato da dimenticare. Probabilmente ci è sfuggito un passaggio: cosa è successo tra la pubblica dichiarazione di sconforto per una serie di evidenti disagi e l’improvviso cambio di rotta? Cosa ha spento la rabbia di Gragnaniello?
Ci piacerebbe tanto saperlo, perché magari funziona anche con la nostra, ... di rabbia.
Ecco il comunicato diffuso oggi dalle categorie campane.
“I guidatori campani che hanno firmato il documento nel quale si comunica la decisione di non dare i partenti a partire da mercoledì 14 in modo da fermarci dal 16 in poi, avendo appreso che i colleghi di altre regioni (Emilia - Romagna, Veneto, Venezia Giulia, Puglia ecc.) hanno anticipato al giorno 11 Agosto la giusta protesta,
DECIDONO DI ALLINEARSI AGLI ALTRI E DI NON DARE I
PARTENTI DALL' 11 AGOSTO.
Nel contempo mettono in guardia gli indecisi nei confronti di persone che, avendo probabilmente fonti di guadagno alternativo, cercano dì convincerci a correre solo in presenza di vaghe promesse e chiacchiere sentite troppe volte, ANCHE DAI MINISTRI CHE CI HANNO RICEVUTO, e che si sono sempre rivelate fonte di presa in giro e di disprezzo assoluto per la nostra dignità.
Vogliamo anche chiarire che non si può considerare sciopero la nostra ferma presa di posizione. Ci dobbiamo fermare perché a queste condizioni non si possono più affrontare le spese per partecipare alle corse (viaggi, portature in pista, notturne, ferrature, ecc.)L'ultima trovata è la notizia che un sottosegretario avrebbe promesso che ad ottobre i premi torneranno al livello odierno. Se, così fosse, perché ridurli ora se con le risorse attuali si può arrivare fino a quella data? Allora dobbiamo confermare l'astensione dei partenti anche per questa iniziativa, oltre che per l'impossibilità di correre a queste condizioni,
ANCHE PERCHE' STANCHI DELLE FALSE PROMESSE FATTE DA QUALCUNO SOLO PER FAVORIRE CHI PRENDE SOLDI PURCHE' SI CORRA, ANCHE SENZA MONTEPREMI.
Non dobbiamo perdere anche quel poco di DIGNITA’che ci è rimasta.
NESSUNO SI DEVE PERMETTERE DI CONSIDERARCI ALLA STREGUA DI CIALTRONI DA ACCONTENTARE CON GLI AVANZI DEL PRANZO”.
Nel tardo pomeriggio è arrivato anche il comunicato di adesione degli allenatori – guidatori di Trieste.
“ Gli allenatori , guidatori e proprietari del Friuli Venezia Giulia sono solidali con i loro colleghi dell’Emilia Romagna, della Campania, del Friuli Venezia Giulia sia nelle motivazioni che nei contenuti e nella forma per cui aderiscono alla decisione di :
DICHIARARE L’ASTENSIONE DALLE DICHIARAZIONE DEI PARTENTI DA LUNEDI’ 11 AGOSTO.”
MODENA: SALTANO CONVEGNO E TRIS PER CATTIVA. SOLO DOPO LA SECONDA CORSA CI SI RICORDA CHE UNO DEI DUE GENERATORI NON FUNZIONA
Questa sera Modena uno dei due generatori di cui obbligatoriamente debbono disporre le società di corse non funzionava, causando l’annullamento del convegno collegato alla tris nazionale (che non sarà recuperata domani) dopo la seconda corsa.
Si tratta del secondo grave episodio in meno di due settimane in relazione alla manutenzione degli impianti. Il primo, come si ricorderà, era avvenuto a Roma dove il mancato funzionamento di due autostarter aveva decretato la sospensione delle corse.
Quello che è accaduto a Modena, se possibile, è ancora più grave visto che il guasto non si è verificato al momento della gara: sembra infatti che il generatore non funzionasse da ieri.
Ancora una volta danni per il mancato convegno a carico sia degli operatori che del pubblico per l’incuria ci una società di corse.
Che guarda caso aumentano i loro appannaggi mentre il montepremi è in picchiata libera.
G.R.