Il CdA Unire sogna la tregua con il Ministero e, dopo la riunione di venerdì prossimo, punta sull’incontro con Zaia. Mentre i numeri riportano tutti alla realtà, una realtà che non piace a nessuno, con le scommesse ippiche che proseguono inesorabili nel loro lento declino. Nonostante il blocco del totalizzatore nazionale del 7 luglio 2007 e la moltiplicazione delle tris i conti dell’ippica sono sempre più in rosso. E fino a quando saranno introdotte scommesse con un ritorno ai giocatori del 50% e ci sarà qualcuno interessato a premiare gestioni fallimentari a danno di chi investe e lavora seriamente le cose non miglioreranno. Non ultimo, chiudere gli occhi sul numero delle corse sotto inchiesta in costante aumento. Posti di lavoro a rischio, ippodromi fatiscenti e disfunzionali, manager incapaci, pubblico, proprietari, allenatori, guidatori e fantini in calo, scommesse in picchiata, montepremi in calo: sono dati alla portata di tutti ed assolutamente incontrovertibili. A dimostrazione della scarsa considerazione del settore,  i punti gioco (corner e negozi ) ippici attivati sono solo 4.557 su 8.065 (290 agenzie e 7.775 corner) contro una rete sportiva ormai quasi tutta in funzione. Ad oggi il prelievo dalle scommesse è pari a € 200.670.195,47 contro € 224.175.770,82 milioni del 2007, con una diminuzione corrispondente a € 23.505.575,35 milioni, pari a un meno 10,49%.Per centrare gli obiettivi di bilancio, gli incassi da qui a fine anno dovrebbero superare di 40 milioni quelli dei corrispondenti mesi 2007. Se qualche mese fa l’operazione poteva rientrare nella pura fantascienza oggi è ancora peggio. Viste le scelte adottate negli ultimi tempi dai vertici Unire, le speranze di un rilancio del settore si fanno sempre più tenui. Mentre il futuro per gli ippici ancora più nero.