L'Unire ancora non comunica l'entità del montepremi 2005, facendo venire meno quelle certezze economiche, indispensabili agli operatori ippici per programmare i loro investimenti.
Sull'argomento interviene la dott.ssa Emanuela Ricci, Revisore contabile, Consulente fiscale Unagt.
L’approvazione del bilancio di previsione dell’Unire per l’anno 2004 e l’elaborazione da parte dell’Ente di un piano strategico ispirato al principio della “ottimizzazione” destano non poche perplessità tra gli operatori ippici. Dall’esame del bilancio di previsione dell'Unire, approvato dal Consiglio di Amministrazione con delibera del 19.02.2004, risulta dalla tabella dimostrativa dell’avanzo di amministrazione per l’anno 2003 una presunta variazione in diminuzione nei residui attivi (crediti per entrate la cui riscossione non è avvenuta entro l'esercizio in cui sono state accertate) per € 80.000.000,00. Sarebbe interessante conoscere la natura di tale voce. Si sperava che i tagli di quanto dovuto dai concessionari alla raccolta delle scommesse per il triennio 2000-2001-2002 e i provvedimenti legislativi che hanno suffragato uno sconto del 33% del debito maturato a titolo di minimi garantiti (per legge) offrissero una stabilità del montepremi, per il cui mantenimento, invece, si è dovuto ricorrere dopo soli quattro mesi dall’approvazione della famosa legge salva ippica (n. 200 del 01.08.2003) a un contributo straordinario ottenuto grazie ad un intervento del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali . Infatti, il bilancio di previsione presenta sotto la voce “Contributi per l’assolvimento dei fini istituzionali” (cap.3.05.01.0) per l'anno 2004 una variazione in aumento di € 35.000.000,00. Si tratta, come previsto nella relazione illustrativa al bilancio di previsione, di un “contributo straordinario a fondo perduto che consente all’Ente di presentare un bilancio che mantenga inalterati per il 2004 i premi e le provvidenze in favore dell’ippica previsti per l’anno 2003”. Nella stessa relazione è altresì previsto quale obiettivo inderogabile “identificare e concordare, nel corso del medesimo anno, i provvedimenti e le necessarie economie che permettano, a decorrere dall’esercizio 2005, di raggiungere una situazione di pareggio finanziario “ in assenza di ulteriori contributi ministeriali”.
Quali sono esattamente le “necessarie economie” che l’Ente richiederà agli operatori ippici per l’anno 2005?
Il bilancio prevede altresì, dal lato delle entrate, sotto la voce “Prelievo Unire sulle scommesse tris” (cap.3.07.51.0), quale previsione definitiva per l’anno 2003, un ammontare di € 140.000.000,00 . Stesso importo viene confermato nelle previsioni di competenza per l’anno 2004. Dai dati in nostro possesso, per la tris, possiamo ragionevolmente prevedere per l’anno 2003 un prelievo di circa € 130.0000.000,00 a fronte di un movimento di € 601.007.175,00. Come coprirà l’Ente tale riduzione rispetto a quanto previsto in bilancio? Il volume delle scommesse relativo alla corsa tris per l’anno 2004 è in linea con quello del 2003, di conseguenza anche il prelievo dovrebbe essere tendenzialmente lo stesso; verrebbero dunque a mancare ulteriori 10.000.000,00 di euro che sommati ai 35.000.000,00 del contributo straordinario, non riconfermato per il 2005, costituiscono una totale di 45.000.000,00 di euro, per una possibile riduzione del montepremi di oltre il 15% rispetto all’anno in corso. Non si comprende perché un settore che ha prodotto sempre ricchezza venga costretto a vivere di assistenzialismo e non possa disporre delle risorse che produce. Le scommesse ippiche sino al 31.12.03 hanno registrato sempre un segno positivo e nel 2004 la flessione è minima, pochi altri settori hanno dimostrato la medesima imprenditorialità. Nonostante questo da qualche anno viene omessa la quantificazione dell’importo del montepremi, impedendo agli operatori ippici di programmare i loro investimenti. Quest’anno è di moda parlare di “ottimizzazione”. Va bene che siamo nell’era dell’ottimismo, ma dopo aver subito una decurtazione di oltre duecento milioni di euro garantiti da disposizioni di legge, sarebbe opportuno fare qualche esempio esplicativo e cercare di modulare il termine “assistenzialismo”. Non vorremmo che ottimizzando il montepremi come i minimi garantiti iniziasse veramente l’esodo della categoria.
Dott.ssa Emanuela Ricci
Revisore Contabile
Consulente Fiscale UNAGT