Domani incontro all’Unire con le società di corse.

“Personalizzazioni” ancora in primo piano. Si fa sempre più aspro il conflitto sull’accordo quadro proposto dall’Unire e alcune società di corse che si oppongono alle famigerate "personalizzazioni", ora "contributi compensativi". 
Per domani, infatti, l’Ente ha convocato le 15 società “dissidenti” con l’obiettivo di raggiungere un accordo unanime.
Ma l’Ani, in risposta alla convocazione, ha inviato all’Ente una comunicazione che non appare convincente e, anziché entrare nello specifico e aprire una discussione anche dura, si lascia andare a una serie di considerazioni che non portano un solo contributo alla soluzione del problema.
Anziché sostenere una battaglia di principio sul tentativo dei vertici Unire di elargire discrezionalmente a solo tre società di corse denaro pubblico senza una fonte contrattuale, l’associazione sembra mirare più che altro alla solita questua, riferendosi ad una non meglio specificata "remunerazione compensativa", da destinare agli ippodromi in cui si effettuano un numero limitato di tris.
Perpetuando così  assistenzialismo ed escludendo ogni criterio meritocratico.
Un atteggiamento che rispecchia ancora una volta la scarsa lungimiranza della maggior parte delle nostre società di corse e costituisce lo specchio del degrado generale del settore.

SCOMMESSE: E’ TUTTO LASCIATO AL CASO

A un passo dall’allargamento dell’offerta nei corner ippici e sportivi, sul cui progetto l’Unire sembra vedere la soluzione di tutti i problemi economici dell’ippica, nulla è stato ancora stabilito.
Con il solito metodo della navigazione a vista non sappiamo ancora come verranno programmate, quando, dove, quanti ippodromi saranno abilitati all’accettazione delle scommesse e se è già pronto un canale tv dedicato.
E’ tutto lasciato all’improvvisazione, anche un progetto su cui si punta tutto.
Intanto ai nostri cugini in Francia il mercato scommesse continua a sorridere.
Per il PMU incassi in crescita del 3,9% nel mese di maggio, la raccolta è stata pari a 782,1 milioni di euro, ovvero 29,5 milioni in più rispetto all'analogo periodo del 2007. La sola scommessa Quinté ha registrato 172,7 milioni, in crescita del 2,3%.
Un mercato, quello francese, dinamico e continuamente in evoluzione, tenuto in alta considerazione anche dalla politica tanto da diventare, come dovrebbe, un importante mezzo di crescita socio-economica, visto che nel 2007 ha dato lavoro a oltre 67 mila persone (+8% rispetto al 2006).
Ma la nostra situazione non stupisce più di tanto ed è solo lo specchio di come va il resto del Paese: tutto, o quasi, svolto con leggerezza, rimediato all’ultimo momento, alla faccia di tutti coloro che cercano di programmare e progettare il futuro.
Nel caso dell’Ippica, poi, l’improvvisazione parte dall’alto e non lascia al settore alcuna speranza.

G.R.