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Unagt : Tg Comitato 30.05.08: Firenze come Taranto: i premi li paghiamo noi
Inviato da roberto il 30/5/2008 22:36:40 (802 letture)

Ma per avere l’autorizzazione si deve ricorrere alle minacce.

                



Firenze come Taranto: si cerca di dribblare il ritardo cronico del pagamento dei premi da parte dell’Unire e l’ente invece di appoggiare a tutto campo l’iniziativa sembra fare di tutto per scoraggiarla.
E’ accaduto in Puglia dove oltre ai premi si era fatta desiderare anche l’autorizzazione per il pagamento diretto a carico dell’ippodromo.

E ora la storia si ripete in Toscana
.
Stessa richiesta.
Stesse attese inutili (l’istanza è stata avanzata il 10 marzo scorso ed è caduta nel vuoto, è stata ripetuta il 27 maggio senza ottenere migliori risultati).

Alla fine, stesso ultimatum: o arrivano i documenti o si sciopera.

Detto fatto: oggi astensione dei partenti per la giornata del 2 giugno.

Ma guarda la combinazione, dopo l’energica protesta spunta in mattinata una lettera del Segretario Generale Unire destinata all’ippodromo Cascine srl per informare che è in corso il procedimento per l’affidamento del pagamento diretto dei premi.

Rientrata
quindi la protesta e domani si tornerà a dare i partenti.
Ma con tutti i disagi possibili, come la difficoltà nell’avvertire gli operatori che si trovano a fronteggiare gli ovvi incidenti di percorso.

Per non parlare della rabbia di quelli che inevitabilmente rimarranno fuori.

L’unica consolazione è che questi ennesimi sacrifici per lo meno sono serviti a qualcosa: ad accelerare un processo che renderà il futuro più fluido, se non altro in tema di pagamento dei premi.

Per il resto, sulla condotta dell’Unire in tutta la vicenda c’è da stendere solo un lungo velo pietoso.

PERSONALIZZAZIONI, INTERVENTI AL VETRIOLO

Non si placano i veleni scatenati dallo spettro delle “personalizzazioni”: un fantasma che si sta materializzando ogni giorno di più alla faccia di quanti chiedono giustizia e un trattamento equo ma soprattutto meritocratico per tutti gli ippodromi.
L’ultimo intervento, in ordine di tempo, che registriamo arriva da Gianni Castelluccio (Le Voci del Trotto).
I concetti e i messaggi sono quelli già ampiamente trattati anche dal nostro sito.
 
Ma, come sopra, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, soprattutto se a foderare le orecchie ci sono cifre a parecchi zeri.

“Se sei buono ti tirano le pietre, se sei cattivo ti regalano le personalizzazioni

Già sappiamo che, per quello che diremo oggi, saremo accusati di essere i soliti velenosi rompiscatole che non si fanno gli affari loro. Ma proprio per questo siamo orgogliosi di non far parte di quelli che “gli affari loro” se li fanno, e come, a spese dell’ippica e dei poveracci che producono.
Siamo preparati, ma andiamo avanti per la nostra strada, che è quella della ricerca dei responsabili di tutti i guai dell’ippica, e dei rimedi seri per risalire dal baratro.
Oggi tocca ad un documento che abbiamo potuto sbirciare e che distribuisce un sontuoso regalo in soldi in base ad una furbissima trovata che dovrebbe giustificarlo.
La trovata è questa. Quali Ippodromi hanno il bacino di utenza più numeroso, sono cioè nelle province con più abitanti? Naturalmente quelli delle grandi città, cioè Milano, Roma e Napoli. Bene, teoricamente in questi ippodromi potrebbe riversarsi il grande pubblico: ergo, diamo a queste Società dei soldi affinché attuino quanto occorre per richiamare pubblico. Detto–fatto, sembra che per Milano vi siano complessivamente €
3.825.000, per Roma4.725.000, per Napoli € 1.950.000.
A parte il fatto che questi soldi provengono dal gioco, cioè dalle corse che hanno un montepremi vergognoso e che sta riducendo al lastrico allenatori e guidatori e sta facendo scomparire la figura del proprietario, non si è posta, l’UNIRE, qualche intelligente, doverosa domanda?

Perchè negli ippodromi citati il pubblico è scomparso del tutto (tranne rare eccezioni per qualche G.P.), mentre ippodromi con un bacino di utenza molto, molto minore contano ancora su un numero interessante di spettatori?
E perchè ai primi posti per volume di gioco vi sono i piccoli ippodromi? E se si parla di resa (soldi impegnati – volume di gioco) gran parte dei piccoli ippodromi surclassa le suddette grandi Società? 
Circa un anno addietro, un dirigente che va per la maggiore, il dott. Papalia, che spesso interviene sapientemente sui problemi ippici, fu accusato dai napoletani di aver barattato un certo numero di giornate di corse con un sostanzioso contributo alla Società per ogni giornata perduta.

E giustamente rispose (per iscritto) che le Società di corse “non erano enti di beneficenza”.

Siamo perfettamente d’accordo con il dott. Papalia, ma proprio per questo anche l’Unire dovrebbe seguire la stessa strada: premiare cioè gli ippodromi la cui gestione è riuscita a mantenere livelli di gioco e di pubblico dignitosi. Le immagini televisive documentano che, purtroppo, gli Ippodromi che si vogliono premiare, sono ridotti a cattedrali nel deserto, con le tribune desolatamente vuote.

Chi
, pur con un bacino di utenza limitato, ancora conta su di un gioco con trend positivo, e riesce a mantenere il suo pubblico, dovrebbe essere incentivato, perchè ha dimostrato, pur nella crisi generale, di sapersi mantenere a galla, contribuendo oltretutto a scongiurare con la propria redditività il fallimento degli altri.
Ed invece, come dimostrano i documenti, questi meritevoli ippodromi attendono addirittura da anni i sopralluoghi delle commissioni Unire per lavori effettuati da anni e che dovrebbero ricevere i contributi dovuti.
Viceversa gli ippodromi ai quali si vogliono dare le più grasse “personalizzazioni” sono proprio quelli la cui gestione, nonostante la continua generosità dell’Ente, ha prodotto le più gravi perdite di scommesse e di pubblico. Questi fatti, che sono sotto gli occhi di tutti e che seguono un ragionamento lineare tenendo conto della realtà, sembrano sconosciuti all’Unire.
Che si comporta in maniera diametralmente opposta a quanto suggerisce il buon senso.
Premia chi ha mal gestito ed ha provocato all’ippica gravi passività, punendo chi, con sacrificio, lavoro e senza aiuti rappresenta il salvagente che l’ha tenuta finora a galla
.

G.R.

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