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Unagt : Tg Comitato 23.5.08: Unire, immobilismo anche nelle intenzioni
Inviato da roberto il 23/5/2008 23:21:43 (974 letture)

Nulla di fatto per le tante promesse. Gli operatori sempre più in crisi.

   

                           



Lo ammettiamo: ci avevamo creduto.

Lo scorso 2 aprile dopo l’incontro di Roma tra i vertici Unire, il segretario generale e le categorie del trotto, ci era proprio sembrato di esserci avviati sulla strada giusta, quella della collaborazione fattiva che potrebbe seriamente dare una svolta all’attuale gravissima crisi del settore.
Dopo una tensione iniziale, infatti, sembrava si dovesse instaurare finalmente un dialogo costruttivo tra le parti. Tanto che gli operatori  sospesero il blocco delle corse in attesa che prendessero corpo gli accordi raggiunti.


In particolare l’istituzione di tre tavoli di discussione relativi a:


- allo studio dei meccanismi di inserimento dei due campi principali nei corner ippici;

- alla riforma del regolamento doping;

- allo studio dei problemi tecnici e economici che coinvolgono il settore.

All’infuori dei due campi principali, gli altri problemi sono ancora sul tavolo, specialmente quello del doping.
Processi celeri,  pene dure ma con metodologie di prelievo e soglie certe.

E con la rivisitazione di un regolamento vessatorio nei confronti non solo degli allenatori e dei guidatori, ma anche dei proprietari.

Si procede di rinvio in rinvio e la soluzione al problema del doping rimane in alto mare
Le categorie hanno
 mostrato disponibilità e fiducia nei vertici Unire, mettendo da parte pregiudizi e sperando in un nuovo percorso all’insegna della trasparenza.
Ci avevamo creduto ma, purtroppo, ancora una volta abbiamo dovuto constatare che gli impegni sono rimasti solo sulla carta.

Ecco il comunicato emesso da Upt, Fipt, Anagt e Unagt in data odierna.

Proprietari, allenatori e guidatori del trotto, trascorsi mesi dal Protocollo di Intesa siglato, in data 12.10.2007, da Guido Melzi d’Eril e dagli ultimi incoraggianti incontri con il Cda Unire in merito ad alcuni punti considerati nodali per il rilancio del settore, debbono constatare, ancora una volta, di  trovarsi di fronte ad un immobilismo incompatibile con le problematiche di un settore in grave crisi.
Come sempre alla parole non seguono i fatti.

Le categorie in questi mesi hanno dimostrato comprensione e capacità di sopportazione.

Nella speranza che finalmente  venisse attuata la riforma della disciplina sportiva e del regolamento antidoping e che si ponesse rimedio ai sistematici ritardi nel pagamento dei premi e alla cronica disfunzionalità di un’ Unire dove nessuno risponde, nessuno sa, nessuno si preoccupa degli operatori, con mega direttori generali che hanno mega stipendi e che non sanno cosa sia una corsa di cavalli. Preoccupati solo di rispondere ai propri referenti politici.

Persone
che debbono rimboccarsi le maniche, imparare a fare il proprio lavoro e lasciare a casa l’arroganza.
Sembra che vivano su Marte.

Urgono
immediati interventi, in particolare non è più ammissibile procrastinare:

1.       Il pagamento dei premi a carico dell’Unire entro il 30° giorno del mese successivo al conseguimento della vincita. L’attuale ritardo (debbono ancora essere liquidati i premi di febbraio) è inaccettabile e sta mettendo in ginocchio molti operatori.
2.
      
L’istituzione di un tavolo per il doping, continuamente rimandato per cavilli tecnici. In particolare si manifesta la necessità indilazionabile di una nuova disciplina: a) sulla riforma del Regolamento antidoping b) sul sistema di prelievo e i relativi obblighi delle società di corse atti a garantire l’affrancamento di inquinamenti ambientali; c) sul sistema di conservazione e trasporto che assicuri sia l’anonimato sia l’inalterabilità dei campioni. Inoltre, non c’è ancora traccia delle analisi del bicarbonato pre-corsa, che dovevano entrare in funzione dal 1° gennaio.
3.      
I problemi cronici delle Aree tecniche dell’Ente, incapaci di formulare qualsiasi proposta tecnica relativa al controllo della sicurezza e regolarità delle corse. In molti ippodromi il controllo delle aree riservate e dei recinti di isolamento, dove tutti accedono e possono accedere, è un optional;
4.      
Il trattamento preferenziale nei confronti delle società di corse che continuano ad avere assicurati gli ingenti corrispettivi garantiti da convenzioni giudicate irregolari dai Tribunali amministrativi. Senza che a questi corrisponda un’adeguata funzionalità nell’applicazione dei regolamenti e nella manutenzione degli impianti. Continuano a pretendere di vivere in assistenza, rifiutando l’applicazione di ogni criterio meritocratico di classificazione e remunerazione.

Se quanto sopra non troverà attuazione in tempi brevi le sottoscritte associazioni saranno costrette, loro malgrado, ad assumere le iniziative di protesta ritenute più idonee per salvaguardare il proprio diritto alla sopravvivenza.”

PISTA ALLAGATA …… DALLA CATTIVA GESTIONE. PESCARA DUE GOCCIE DI PIOGGIA E RISCHIA LA TRIS.

Per rimanere in tema di funzionalità degli ippodromi oggi a San Giovanni Teatino lo svolgimento della tris è stato in forse per impraticabilità della pista.
La corsa è partita alle 20.00, con un’ora di ritardo rispetto all’orario programmato.

E’ bastato il solito sprazzo di pioggia per rendere la pista un mare di fango e mettere a rischio lo svolgimento della tris, oltre ovviamente l’incolumità dei partecipanti, incerti se scendere in pista anche con la retina da corsa per la scarsa visibilità.
Quattro i rinunciatari.

Ma alla fine ha prevalso il buon senso e si deciso di correre, ma con la ferma intenzione delle categorie di non sopportare più situazioni simili dovute all’incompetenza e alla scarsa manutenzione della pista dove non si effettua, secondo quando riferiscono i rappresentanti delle categorie, un “cambio sabbia” da anni.

La sabbia usurata e di conseguenza molto fine, non permette un adeguato drenaggio della superficie da corsa tanto che anche con due gocce di pioggia si trasforma in una poltiglia melmosa. 

Per mancanza di fondi” la versione della società.

Guarda caso però l’ippodromo di Pescara ha visto aumentare i suoi corrispettivi dal 2004 ad oggi di oltre 600 milioni di euro passando da 1,208 milioni del 2004 ai 1,828 milioni del 2007
(clicca  qui).
Evidentemente insufficienti oltre che per cambiare la sabbia anche per disporre di un motogreader per rimuovere il fango e permettere il regolare svolgimento delle corse.

Operazioni semplici e scontate in qualsiasi ippodromo la cui società di gestione si possa chiamare tale.

In un momento particolarmente delicato come questo si avverte forte l’esigenza di una verifica accurata sulla gestione dei fondi erogati agli ippodromi.

Per fare giustizia e per restituire puntualità ad operatori e pubblico.

E SULLE CONVENZIONI CI METTE LE MANI ANCHE IL CDA

Il Consiglio di Amministrazione riunitosi oggi ha deliberato il bilancio consuntivo 2006 con il parere favorevole della Società di revisione e del Collegio Sindacale.
Inoltre ha approvato, il piano triennale dei fabbisogni del personale e le misure idonee a garantire la piena operatività della Commissione Scientifica.

Sulla richiesta di intervento in tema di provvidenze da parte delle associazioni del trotto e del galoppo il Consiglio si è impegnato a sensibilizzare il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Infine, sull’annosa questione delle convenzioni con le Società di corse, il Cda ha deliberato di dar corso, impegnando il Segretario Generale per i successivi contatti, ad un’intesa complessiva da sottoporre alle società interessate.
Speriamo (ma non ne siamo convinti) al fine di chiudere contenziosi, disparità di trattamento e porre le basi per un nuovo rapporto convenzionale, capace di  porre fine anche alle pretese di alcune società che di fatto esigono elargizioni discrezionali di denaro pubblico.

Le cosiddette “personalizzazioni”, contribuzioni cui non corrispondono effettive prestazioni da parte dei sovvenzionati, ma soltanto una sorta di premi di posizione che vanno a somministrare denaro pubblico in difetto di qualsiasi utilità per la pubblica amministrazione, ma soprattutto sono relegati a rango di pura discrezionalità da parte degli organi dell’ente sia sul piano della configurazione giuridica del concetto di ippodromo di rilevanza nazionale, sia sul piano della quantificazione delle somme da erogare sulla base di criteri slegati da parametri, ma fondati solo sul capriccio del pubblico funzionario responsabile.

La questione sarà affrontata il prossimo 29 maggio, in un Consiglio di Amministrazione appositamente convocato.

L’ultima parola poi spetterà al Mipaf a cui gli atti dovranno essere trasmessi per l’approvazione ai sensi dello statuto Unire (art. 11, comma 2, lettera g) perché siano efficaci.

Speriamo che non si faccia il solito discorso della coperta corta, attingendo al montepremi per tappare “buchi” che a nostro avviso non hanno senso di esistere.

Né che si tengano i piedi in quaranta scarpe per paura di perdere le poltrone.

G.R.

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