“Paghiamo noi”, ma tarda anche l’autorizzazione. Nuovo sciopero da venerdì.
Prima il danno, poi la beffa.
Adesso anche la presa in giro senza precedenti.
Accade a Taranto dove si è deciso di mettere mano all’annoso problema del ritardo nel pagamento dei premi (fermo a gennaio) sperando, una volta per tutte, di risolvere una questione che rischia di mettere in ginocchio intere famiglie.
Dopo tante, inutili, proteste, dopo riunione vane e scioperi ripetuti, gli operatori ippici hanno chiesto, come da Regolamento, che il pagamento potesse essere curato dalla società che gestisce l’ippodromo.
E qui entra in scena la presa in giro, dopo il danno dei mancati pagamenti e la beffa della tante promesse seguite alle azioni di protesta: non solo i premi sono in ritardo, ma lo è anche il rilascio del documento che dovrebbe autorizzare il pagamento diretto.
Gli operatori sono indignati e lanciano l’ennesima protesta proclamando l’astensione dalla dichiarazione dei partenti a partire da venerdì 23 maggio prossimo.
L’Unire, se non ci fosse bisognerebbe inventarla.
Ma anche mettendocisi d’impegno non si potrebbe arrivare a tanto.
LE GRANDI LEZIONI DEL SIGNOR “NELROSSODELLUOVO”
Il sito “nelrossodelluovo” è intervenuto sul nostro Tg del 20 maggio scorso dal titolo “Milano: l’ippodromo del trotto rischia grosso” con una levata di scudi a favore di Snai.
La Snai non ha bisogno di un difensore perché si sa difendere ottimamente da sola e non adotterebbe certo le sbilenche argomentazioni proposte da tale Carlo Zuccoli, che sembra avere molta familiarità con i rifiuti organici.
Si voleva semplicemente sottolineare la discutibilità della distruzione di un patrimonio storico per l’ippica e non solo per l’ippica, costituito dall’ippodromo San Siro Trotto e dai centri di allenamento della Maura e di Trenno.
Snai potrà fare tutti i lucri che vuole, ma il suo difensore d’ufficio (non dimentichiamo che anche i difensori d’ufficio sono pagati) non potrà certo negare che soldi pubblici non possono essere erogati senza prestazioni corrispettive e meno ancora per la rappresentatività e rilevanza nazionale di qualcosa che invece sembra non potrà più esistere.
E noi siamo convinti che Snai userà i grandi architetti certamente non per costruire nuovi impianti ippici, ma per coltivare i propri interessi sempre sulla pelle delle gente che lavora.
Se il signor nelrossodelluovo è convinto del contrario ne dia le prove, altrimenti sembreranno le solite parole a vanvera del solito “bene informato”(sic!) che si vanta di non leggere da decenni una rubrica giornalistica ippica italiana.
G.R.