Pagine di comizi per difendere un unico, insensato concetto.

Giunge inaspettata una lunga esternazione dell’ing. Pittaluga su “Sportsman” del 25 aprile, tanto lunga che non è stata sufficiente una sola pagina.
Si tratta di un rapportino scontato, stancamente ripetitivo ed autoencomiastico: per ripetere lo stesso concetto ci è voluto un fiume di parole.
Occorre rilevare solamente come, nell’enfasi dell’autoelogio, il Direttore Generale dell’Area tecnica sia scivolato in qualche incauta affermazione come uno scontato successo sul caso Infinitif (in relazione al quale, al contrario, il Tar deve decidere in primo grado nel merito, senza contare gli eventuali riflessi di altra natura che potrebbero derivare da esposti in corso) nonché una manifestazione di evidente incompatibilità con la sua carica stante la sua qualità di allevatore di cavalli.
Chissà che a qualcuno non venga in mente un bel ricorso al Tar visto che va di moda il conflitto di interessi.
Caro Direttore Generale i pubblici funzionari il proprio dovere lo fanno e basta, mentre restano inconcludenti i pubblici comizi, che poco hanno a che vedere con la professionalità.
La sua guerra con il sig. Brischetto non può esistere in quanto, come lei dice, il suo compito è limitarsi ad applicare correttamente i regolamenti.
A proposito se, come lei dice, il contingentamento è frutto di accordo internazionale per evitare consanguineità, non si comprende per quale motivo la soglia numerica delle coperture debba riferirsi alle monte e non ai nati, tanto più che vi è possibilità di distribuzione fra vari paesi europei di ulteriori centinaia di coperture anche artificiali.
Certo si tratta di una interpretazione della ratio contro l’interpretazione letterale, per questo non ci sentiamo di battezzare, come fa lei, una interpretazione quale unica ed invincibile.
Smettiamola con i proclami sui giornali e dedichiamo la nostra attenzione, i nostri sforzi e le nostre risorse per il rilancio dell’ippica senza personalismi: così gli operatori ippici come i burocrati funzionari dell’Unire.
LE PROVVIDENZE DIVIDONO GLI ALLEVATORI DI TROTTO E GALOPPO
Botta e risposta nei giorni scorsi sulla stampa tecnica tra i rappresentanti degli allevatori di trotto e di galoppo sul programma provvidenze all’allevamento per il 2008.
Secondo Isabella Bezzera, presidente Anac, e Loreto Luciani, presidente Anap, il piano provvidenze galoppo è stato bloccato dal Mipaf a causa di presunti contrasti con le normative europee.
E secondo gli stessi presidenti al trotto va ancora peggio, perché il relativo piano è stato addirittura bocciato. Immediata la smentita del presidente allevatori del cavallo trottatore, Sandro Viani che giudica queste notizie infondate e tendenziose.
Il programma provvidenze 2008 presentato dall’Associazione allevatori trotto, precisa Viani, ha già avuto una approvazione, seppur generica e verbale, da parte dei funzionari del Mipaf.
E non poteva essere altrimenti visto che il piano per il trotto già da tempo si è adeguato alle normative comunitarie.
E qui Viani rincara la dose, sottolineando che il piano provvidenze del galoppo non solo non è conforme alle direttive Ue ma rischia di essere identificato come aiuto di Stato, assolutamente vietato dalle norme comunitarie.
Quello che stupisce non è la parziale disinformazione dell’una o dell’altra parte.
Ma l’impegno che ognuno mette per smentire l’altro e difendere il proprio orticello invece di convergere per affrontare insieme problemi che in fin dei conti sono comuni a tutti.
G.R.