Le categorie, esasperate, lanciano l’ultimatum all’Unire.
Categorie ancora sul piede di guerra.
Al centro della protesta il problema, mai risolto nonostante le aperture arrivate nelle ultime settimane, del ritardo cronico nel pagamento dei premi da parte dell’Unire.
A tutt’oggi, infatti, si aspetta ancora la liquidazione dei premi relativi al mese di dicembre.
La situazione, come si può ben immaginare, si sta facendo insostenibile per tutte le categorie coinvolte. Tanto che, con un comunicato congiunto inviato oggi a Roma, proprietari e guidatori (Upt, Fipt, Anagt, Unagt e Apigt) lanciano il proprio ultimatum: o si avviano i pagamenti o si torna a scioperare.
Ecco il testo.
“Le sottoscritte associazioni di categoria debbono constatare che nonostante le sollecitazioni non sono ancora stati pagati i premi dei mesi di dicembre 2007 (solo alle scuderie che hanno l’obbligo di presentare fattura) e seguenti a carico diretto dell’Unire.
L’Unire con il Protocollo d’Intesa 12.10.07 si era impegnata a pagare entro il 30° giorno del mese successivo i premi a suo carico, con una tolleranza, per un determinato periodo transitorio, di ulteriori 15 gg.
Un’altra promessa non mantenuta che evidenzia una totale disattenzione e mancanza di rispetto nei confronti di proprietari ed allenatori- guidatori, che non possono e non intendono sopportare oltre una situazione che li penalizza e umilia, mettendo a rischio la sopravvivenza di 50 mila operatori, messi in condizione di non mantenere fede ai propri impegni da un Ente dispendioso, disfunzionale e, al momento, inutile.
Per questo proprietari ed allenatori –guidatori, loro malgrado, in difetto del saldo dei premi relativi ai mesi di dicembre, gennaio e febbraio entro una settimana e dell’assicurazione della regolarizzazione dei pagamenti effettueranno idonee azioni di protesta, sino all’astensione dalla dichiarazione dei partenti”.
Il messaggio è chiaro: puntualità prima di tutto.
Per tornare ad avere un rapporto sereno e professionale.
Per poter contare su entrate che non si fanno attendere.
Perché tutto il settore riesca a operare con il rispetto necessario nei confronti di tutti, senza che l’incompetenza lasci sul campo le vittime di sempre.
PAVIA: GIOCA 33 EURO E NE VINCE 308 MILA
Vincita eccezionale ieri sera in un corner SNAI a Pavia: uno scommettitore ha indovinato per due volte la combinazione “Quinté” (primi cinque cavalli classificati) e una volta la combinazione “Quarté” (primi quattro cavalli classificati) giocate sulla corsa Tris disputata ieri sera all’ippodromo del trotto di Torino. La scommessa giocata era da 33 euro ma ha permesso una vincita complessiva che sfiora i 308mila euro. I vincitori della Quintè di Torino da 271 mila euro sono due.
La vincita sarebbe infatti stata centrata grazie ad un sistema a caratura in cui sono risultate vincenti due quote.
Ognuna delle giocate si aggiudica quindi 135.475,48 euro.
E C’E’ CHI TIFA PER ALEMANNO AL MIPAF
Apprendiamo da Agipro (clicca qui) che Francesco Ginestra, presidente del sindacato Snai, riferendosi a un possibile ritorno di Alemanno al Mipaf ha dichiarato ”Di certo se tornasse uno degli esponenti che ha già diretto il ministero avremmo una maggiore facilità di intesa grazie alla conoscenza dei problemi che riguardano direttamente l'ippica”.
Ci avrebbe sorpreso una diversa affermazione.
Per effetto della legge 200/03, fortemente sostenuta da Gianni Alemanno, è stato infatti ridotto del 33,3% il debito maturato a titolo di minimi garantiti (anni 2000-01-02) dalle agenzie ippiche. Quest’ultime infatti hanno usufruito di uno sconto pari a 129,657 milioni di minimi cancellati dai bilanci Unire e si sono viste rateizzare la restante somma dovuta in 8 rate a partire dal 30 ottobre 2004.
E come se non bastasse, parallelamente, il buon Alemanno (sempre per effetto della legge 200) ha diminuito l’aliquota dell’imposta unica in misura necessaria da consentire un aumento medio di 4,82 punti del corrispettivo sul prelievo lordo dalle scommesse di competenza delle agenzie ippiche.
In sostanza una maggiorazione di oltre un punto percentuale sul prelievo dal movimento delle scommesse.
Da 10,75% al 12% che ha portato maggiori entrate annue per un importo circa 25 milioni di euro, poco meno della somma di ognuna delle 8 rate.
I minimi garantiti erano soldi dovuti per legge, su cui gli operatori avevano programmato i loro investimenti e il cui mancato pagamento ha portato il settore alla bancarotta determinando un crollo verticale del montepremi.
Da 274,3 del 2004 ai 175 proposti da Panzironi per il 2007, aumentati poi a 218,2 da Melzi.
Non c’è dubbio che, alla luce di questi dati, le agenzie ippiche vedano di buon occhio il possibile ritorno al passato.
Un passato che ha permesso loro di saltare a piè pari un mucchio di debiti senza curarsi delle conseguenze.
E allora, quale ministro migliore di uno che permette di riscuotere e non pagare?
G.R.