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Unagt : Tg Comitato 3.4.08: Fondi agli ippodromi: domani se ne discute al CdA Unire
Inviato da roberto il 3/4/2008 23:45:51 (849 letture)

Gli operatori chiedono chiarezza e giustizia nella distribuzione di denaro pubblico.


                    



Dopo la sferzata di fiducia impressa ieri dal CdA Unire nell’incontro con le categorie che ha determinato la sospensione degli scioperi, i dirigenti dell’ente domani si riuniranno di nuovo.
All’ordine del giorno, oltre al bilancio preventivo 2008, anche le convenzioni con gli ippodromi.
Un punto, quest’ultimo, che sta particolarmente a cuore agli operatori perché rappresenta uno dei nei delle passate gestioni e che si pensava fosse riproposto con trasparenza.
Invece qualcuno ha ripercorso il tanto criticato cammino di Panzironi.
Nei periodi di crisi come questo assistere all’erogazione di fondi senza avere in cambio alcun miglioramento nei servizi appare proprio una beffa.
Ieri le categorie hanno preso atto dell’impegno del CdA tendente al mantenimento del montepremi agli stessi livelli del 2007.
Ma la manovra non si presenta facile considerando il calo delle scommesse e, soprattutto, se si tenta di elargire denaro pubblico ad alcune società di corse senza che a questo corrispondano effettive prestazioni da parte dei sovvenzionati.
Questo il contenuto del punto “sub A” del Protocollo d’Intesa  (clicca  qui) firmato il 12 dicembre scorso dall’Unire e da solo due delle tre associazioni di categoria degli ippodromi: Federippodromi e Uni. Oltre che dalla società Trenno.
Mentre non figurano le firme della terza associazione, l’Ani, e di altre società non iscritte a nessuna associazione.
Stranamente nervoso il segretario generale Guido Melzi (all’epoca Commissario) quando le categorie gli hanno chiesto delucidazioni in merito.
Per come l’argomento era stato affrontato fino a quel momento, sembrava si trattasse di cartaccia senza valore.
Eppure su quel documento c’è scritto chiaramente che “L’Unire si impegna ad adottare i seguenti provvedimenti…”.
Molto più di una promessa: un impegno vero e proprio messo nero su bianco.  

Ecco il comunicato diffuso oggi (giovedì) da Upt, Fipt, Anagt, Unagt, Apigt in proposito

Le sottoscritte organizzazioni di categoria sono venute a conoscenza dell’esistenza di un non meglio specificato “Protocollo di Intesa” redatto fra Unire e le associazioni più importanti delle società di corse in data 12.12.07.

Non possono che manifestare la loro inquieta perplessità di fronte ad una riesumazione delle “personalizzazioni”, riservate a pochi intimi ippodromi, trattandosi di vere e proprie elargizioni di denaro pubblico senza alcun criterio selettivo (se non quello di arbitrarietà), ma soprattutto senza alcuna controprestazione: una sorta di “retribuzione di posizione” inammissibile dopo l’esecuzione sommaria del modello Deloitte da parte del Tar Toscana, ma inammissibile soprattutto perché gli operatori ippici sono stati costretti allo sciopero essendo ridotti all’indigenza per un taglio di 1.500.000 euro alle corse differenziate: di fronte a questo, la distribuzione di risorse pari a 10 milioni di euro di personalizzazioni sottratti al montepremi si rivela un atto di crudeltà amministrativa.

Si confida che il nuovo C.d.A. voglia una volta per tutte far chiarezza su questo argomento, applicando i principi fondamentali di legalità e buon andamento amministrativo.”

BRUXELLES: L’ITALIA REGOLARIZZI LE CONCESSIONI IPPICHE

Apprendiamo dall’agenzia Agipro che la Commissione Europea ha chiesto all’Italia di conformarsi senza ritardi alla sentenza del 2007 della Corte di giustizia europea che imponeva di attribuire le concessioni delle 329 agenzie ippiche "storiche" ricorrendo a regolari procedure di assegnazione, cosa che evidentemente l’Italia non ha fatto.
Bruxelles “considera che le misure adottate fino ad ora dalle autorità italiane non sono sufficienti per essere conformi alla sentenza della corte”.
Pur accogliendo con favore la nuova legislazione in materia, la Commissione ha rilevato che le concessioni assegnate senza gara sono ancora valide.
In secondo luogo viene fatto rilevare che le autorità italiane avevano annunciato una prossima riassegnazione tramite bando di gara, mentre ancora non è stato adottato nessun provvedimento in materia.
La lettera di messa in mora costituisce il primo passo della procedura d’infrazione Ue.
Le autorità italiane hanno adesso due mesi di tempo per conformarsi ai rilievi di Bruxelles.

G.R.

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