Importanti novità nel nuovo decreto che proroga il fondo. Anche l’Unagt nel consiglio d’amministrazione. 
E’ stato firmato oggi il decreto (clicca qui) che proroga il precedente fondo scaduto il 31 dicembre scorso.
Una notizia positiva visto che la scadenza aveva determinato una situazione di grave difficoltà in quanto erano venute meno tutte le contribuzioni finora erogate in relazione alla cosiddetta “riserva indiana” (circa 6.000 euro all’anno per ogni artiere specializzato e in forza al 1993).
Il decreto non solo ripristina la condizione di copertura per gli artieri specializzati, ma amplia la platea di potenziali beneficiari a tutti i dipendenti assunti a tempo indeterminato dalle scuderie di cavalli da corsa al trotto.
Quindi, fermo restando il sostegno specializzato agli artieri specializzati ex ’93, l’intervento del fondo potrà riguardare tutti i dipendenti nella misura che il Consiglio di Amministrazione del fondo deciderà nell’ambito dei tetti di spesa annui previsti dal decreto.
Ovviamente il decreto stabilisce che gli organi di gestione dei Fondi dovranno essere composti dai rappresentati delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentativi sul territorio nazionale, che abbiano stipulato il Contratto collettivo nazionale di lavoro applicabile negli anni di riferimento.
Quindi, per quanto riguarda le parti datoriali, nel consiglio di amministrazione dovrà essere articolata la presenza di Unagt e Anagt e non più solo Anagt.
Pertanto la possibilità di dare conseguente attuazione al nuovo decreto è strettamente connessa al rinnovo del contratto e alla sua applicazione.
Siamo di fronte ad un’iniziativa comunque dovuta che consente di ridurre e forse azzerare i maggiori costi di un rinnovo contrattuale scaduto nel 2003.
Qualcuno ha commentato che è stato stipulato un contratto “ capestro “.
Ebbene, a questo signore va ricordato che i contenuti di quell’accordo erano stati da lui stesso definiti e convenuti in sede di trattativa sindacale.
Questo è un buon contratto con (soprattutto) un decreto che impone una gestione trasparente.
Finalmente, dopo tante brutte notizie, sul cielo dell’ippica arriva una schiarita.
Non sarà la soluzione a tutti i problemi ma di sicuro questa firma rappresenta un passo in avanti per tanti operatori.
Un importante punto a favore conquistato con tenacia, serietà e coerenza nell’interesse del settore.
Grazie anche all’aiuto del Segretario e (una volta tanto) alla sensibilità del Ministro.
BIASUZZI, COMMENTI A RAFFICA SULL’IPPICA
Si è tenuta a Milano la prevista conferenza stampa del nuovo Comitato “Insieme per una ippica nuova”.
Sala gremita, alla presenza di molti organi di stampa.
Nel corso della sua relazione, in merito ai provvedimenti legislativi che hanno portato nell’ambito della Legge Finanziaria ad elevare dal 10 al 20% l’Iva gravante sulle compravendite dei cavalli (clicca qui), il Presidente Mauro Biasuzzi ha sottolineato come “l’indifferenza più assoluta, o meglio, la disattenzione più totale dell’Unire, delle Associazioni e dei politici che avrebbero dovuto le prime vigilare e i secondi opporsi, ha reso possibile che fosse inferta un’ulteriore frustata all’Ippica italiana, in attesa di poterla definitivamente immolare a favore di altri soggetti che ne trarrebbero giovamento”.
Le conseguenze che simili provvedimenti possono causare sono:
a) Contrazione delle vendite dei puledri nuovo nati e dei cavalli in genere
b) Fuoriuscita dal regime Iva per gli allevatori in regime agricolo
c) Calo del Montepremi per le corse in quanto le somme erogate sono già comprensive di Iva per cui se la voce Iva aumenta, chiaramente diminuisce la voce relativa al premio netto.
Sarebbe facile e scontato commentare con un “meglio tardi che mai”.
Anche se in passato l’ing. Biasuzzi non è stato esattamente in prima linea quando gli altri scendevano in piazza a protestare, ben vengano iniziative come la sua.
E’ importante dare nuove voci all’ippica: voci chiare, di chi conosce l’ambiente e sa dove cercare i tarli.
In tanti è più facile ottenere qualcosa.
O almeno farsi ascoltare.G.R.