Tre gli incendi dolosi negli ultimi dieci anni.Nel '97 attentato incendiario a S. Siro galoppo.
Le vittime assicurate in caso di dolo.

Disastro di Vigone: i carabinieri non escludono nessuna pista: racket legato al mondo delle corse o sgarbo.
Ascoltati dagli inquirenti oltre al custode Assan anche Mario Forestiero e Bruno Prestia, soci nell’I.T.C., la società che di fatto gestisce la scuderia Kristoffersson. E che ha assicurato tutti i cavalli anche in caso di dolo.
L’amministratore, Bruno Prestia, assicura di non aver mai ricevuto minacce.
Certo è che il gesto appare esagerato per gli interessi che circolano nel settore. Anche se gli incendi dolosi nell’ippica sono frequenti.
Il record spetta a Milano.
Nel ‘96 gli ippodromi milanesi sono acquistati da Snai, che inizia un’imponente opera di ristrutturazione e di “pulizia”. I controlli agli ingressi sono rigorosissimi.
Nel luglio ’97 durante un convegno di corse viene “sparata”una rudimentale molotov in un tombino di Piazzale dello Sport.
Esplode nella selleria di Pierino Carro.
L’allenatore, nel locale, riporta una frattura ad una gamba. Viene trasportato d’urgenza in ospedale. Ma non è finita.
Stessa sera, stessa ora, due dipendenti della Trenno, di ritorno da Montecatini, mentre scaricano dei terminali in un locale della tribuna principale dell’ippodromo di galoppo, vedono delle persone con una tanica. Scatta l’allarme.
Gli intrusi se la danno a gambe e i vigili del fuoco dalla scuderia Carro si portano sul luogo, distante poche decine di metri. Trovano sparsi sul pavimento del nuovo stand – scommesse decine di litri di benzina.
Si è evitata la tragedia per un attimo.
Passa qualche mese, a fine anno, un viados vede in via Aldobrandini, intorno alle 24.00, delle fiamme nella scuderia Bocca – Martinelli (dentro c’è Westgate Crown) e avverte una gazzella della polizia di passaggio.
I soccorsi arrivano subito, tutto si risolve solo con una gran paura e con le pareti dei boxes che danno sulla strada annerite.
Il viados verrà trovato morto, non per cause naturali, dopo poche settimane.
Arriva l’anno nuovo e il fuoco ritorna. Ancora la scuderia Carro, quella dell’ultima curva.
Un cavallo muore e altri rimangono intossicati.
Le indagini di polizia e carabinieri portano a personaggi famosi nell’ambiente per i loro modi violenti e le botte che spesso rifilano a guidatori, fantini e allibratori.
L’ippodromo viene blindato e qualche ceffo finisce dentro.
Sempre nel ’97 un altro incendio ad Argelato (Bo), nella scuderia di Claudio Poggiani: muoiono tre cavalli. Anche questo episodio è doloso, ma scollegato dai fatti di Milano.
Dopo dieci anni siamo al punto di partenza.
G.R.