Ancora troppi, per l’Ippica, i problemi senza soluzione.

Un passo avanti. Ma non basta.
Sono stati pubblicati sul sito Unirelab 15 casi doping ed è già qualcosa in confronto al totale silenzio. Ma tutto il sistema doping è lontano dall’essere trasparente.
E con un sistema a monte inadeguato si rischia la caccia alle streghe.
Il 12 ottobre era stato firmato un protocollo d’intesa categorie-Commissario che, oltre al mantenimento del montepremi 2008 minimo ai livelli del 2007 e la regolarità nel pagamento dei premi, conteneva altri temi nodali quali:
1) riforma del sistema doping. Una volta ottenuta la certificazione di Unirelab, diventa indispensabile un protocollo disciplinare: sul prelievo, che garantisca l’immunità da inquinamenti ambientali, sul sistema di conservazione e di trasporto e sulla garanzia di anonimato del campione.
2) riforma della gestione del segnale Tv, potente strumento di promozione e divulgazione sino ad ora inutilizzato.
3) riforma del sistema di nomine dei funzionari addetti al controllo e vigilanza delle corse, ancora clientelare, dispendioso e improponibile tecnicamente, stante la troppo frequente inadeguatezza dei prescelti rispetto alle inquietanti problematiche che le singole piazze presentano.
E ancora, nell’ultimo incontro del 10 dicembre scorso, oltre ai punti trattati precedentemente anche l'assicurazione dell’abrogazione della percentuale allevatoria sulle corse differenziate trotto, da destinare a montepremi.
E, come promesso dal Commissario, il varo di una programmazione tecnica adeguata ai tempi. I parametri di entrata e uscita dalle categorie sono rimasti invariati da diversi anni, nonostante il montepremi, quindi le vincite, sia diminuito di oltre il 25% durante lo stesso periodo. Tutto ciò sta creando delle anomalie nella partecipazione a corse.
Se ne è parlato. Ma alla fine niente di tutto questo è stato ancora messo in pratica.
L’unica cosa che siamo riusciti ad ottenere, in una Unire vuota da oltre 1 mese, è la proroga della scadenza dei rinnovi licenze e concessione colori, molto grazie all’interessamento del Commissario.
Intanto crescono a dismisura gli arretrati: con oltre un mese di domande rimaste inevase con i tempi dell’Unire ci vorrà almeno un anno per mettersi in pareggio.
L’elenco dei problemi che attanagliano l’ippica, come si vede, è sempre corposo.
La volontà politica del massimo dirigente non manca.
Ma tutti gli sforzi rischiano di cadere nel vuoto se ad attuare progetti e interventi non ci sono persone competenti e ricettive.
E mentre all’Unire si attendono tempi migliori, gli operatori sono costretti a farsi i conti in tasca giorno per giorno, senza la possibilità di programmare serenamente il proprio futuro.
PEPPE PICCONA TUTTI SUL FORUM ANAGT, MA NON IL CORRIERE DELLO SPORT
Sulla questione Infinitif ,Jean Pierre Dubois e Gianfranco Fabbri hanno trovato in tale “Peppe” un disinteressato difensore che ha passato interi giorni e intere notte per inondare di messaggi il forum del sito Anagt e per tentare di dimostrare che Infinitif è il cavallo più italiano dell’universo.
E per questo motivo Peppe si è guadagnato una discreta notorietà nell’ambiente, forse anche per il fatto che nessuno conosce la sua vera identità.
Irreprensibile Peppe, non ha risparmiato nessuno con la sua sottile ironia.
Ma ora che ci pensiamo bene, una piccola lacuna nella sua grandissima e disinteressata (ci tentiamo molto a sottolinearlo, è un semplice appassionato che ha fatto tutto per hobby, ne siamo certi) opera a favore di Infinitif l’abbiamo trovata.
Il buon Peppe ha preso di mira tutti i giornali che hanno solo accennato alla possibilità che Infinitif fosse da squalificare. Anche Lo Sportsman, che non ci sembra si sia sbilanciato e comunque lo ha fatto certamente molto meno del Corriere dello Sport. Ma casualmente il giornale romano (un bravo all’articolista Mario Viggiani) non è mai stato nominato dal caro Peppe.
Sembrerebbe quasi che Peppe tenga molto al Corriere dello Sport, come se conoscesse bene i colleghi che vi scrivono, addirittura come se egli stesso vi avesse lavorato. Ma noi non ci crediamo caro Peppe.
Si è trattato soltanto di una dimenticanza, tu non hai mai avuto niente a che fare con il Corriere dello Sport, perché se così fosse sarebbe piuttosto facile risalire alla tua identità e non ci faresti una bella figura.
G.R.