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Unagt : Tg Comitato 12.12.07: ippica in agonia, bisogna intervenire. Subito
Inviato da unagt il 12/12/2007 23:29:30 (993 letture)

Ecco i numeri che raccontano la crisi.



L’ippica sta dismettendo.
Il Commissario si sforza di restituire fiducia all’ambiente dipingendo un quadro migliore del reale.

Ma per accorgersi che la realtà è tutta un’altra cosa basta guardarsi intorno: la crisi avanza e non ci sono segni ripresa. Ecco solo alcuni degli esempi più significativi.
Firenze
. Ippodromo storico dal 1 gennaio 2008 correrà solo in diurna perché non conforme alle prescrizioni tecniche richieste dall’Unire con delibera 84 del 14 aprile 2006, soprattutto per quanto concerne l’impianto di illuminazione. Il comune ha trasmesso un fax a Ippodromi & Città proponendo una proroga di un anno della gestione degli impianti fiorentini a un canone di affitto inferiore del 40% rispetto all’attuale, a condizione che la società di gestione esegua i lavori minimali per assicurare i requisiti di sicurezza richiesti dalla legge. Fino a poco tempo fa in alcuni boxes (inutilizzabili) al posto dei cavalli, trovavano ospitalità i maiali di cinta senesi.
Varese
. La stagione estiva, che costitutiva il fiore all’occhiello dell’ippica, sarà sospesa proprio in agosto perché in quel mese l’ippodromo ospiterà i mondiali di ciclismo, con le piste che verranno smantellate senza assicurazione del loro ripristino.
Milano
. Sempre più incerta la situazione di Milano trotto, la cui manutenzione lascia molto a desiderare.
Viene da pensare che se i problemi fossero tutti qui, ovvero solo di natura tecnica, non sarebbe un dramma.
Il nostro Paese, purtroppo, si regge sulle proroghe e la maggior parte degli impianti sportivi, compresi i templi del calcio, hanno visto nuova luce solo in occasioni speciali. Come i Mondiali.
Ma non è così. Perché oltre alla manutenzione, quello che manca all’ippica è la struttura di fondo, a livello dirigenziale: una rappresentanza forte e autorevole che faccia sentire la propria voce quando c’è bisogno di intervenire su questioni di vitale importanza.

E che non si nasconda dietro a un dito quando ci si trova a fronteggiare questioni spinose.

Sul fronte, poi, delle scommesse il quadro globale è anche peggiore.

La situazione in atto fino al 31.12.2007 è la seguente:

675
(di cui 329 così dette “storiche”) agenzie ippiche, nelle quali si accettano tutte le scommesse ippiche, comprese le nazionali (tris, quartè , quintè, vincente e accoppiata nazionale);
23.000
ricevitorie (nei fatti molte meno), nelle quali si accettano esclusivamente le scommesse nazionali  (vincente e accoppiata nazionale, tris, quartè, quintè).

Con il 1° gennaio 2008 ha inizio il nuovo corso della rete di raccolta delle scommesse, così congegnato:

1) 675 agenzie ippiche (aperte prima del Decreto Bersani), nella quali si accetteranno tutte le scommesse ippiche, con eccezione però di quelle così dette “Nazionali”

2) 211 negozi di gioco ippico (sui 500 messi a bando), nei quali si accetteranno tutte le scommesse ippiche, comprese quelle “Nazionali”

3) 7.575 punti di gioco ippico –cd. “corner” – (sui 9.500 messi a bando), nei quali si accetteranno solo le scommesse ippiche “ Nazionali”

4) 1850 negozi (su 1900 messi a bando) di gioco sportivo  nei quali si accetteranno –per quello che concerne l’ippica-  solo le scommesse ippiche “Nazionali”

5) 4.350 (su 4.400 messi a bando), punti di gioco sportivo  nei quali si accetteranno -per quanto concerne l’ippica- solo le scommesse ippiche “Nazionali”.


Ne segue che, alla data del 1.1.2008, la rete di raccolta delle scommesse ippiche, se non interverranno eventi esterni,  sarà notevolmente ridotta  ed entrerà (se entrerà) a regime comunque non prima della metà dell’anno.

Di fronte a questi elementi, la flessione del volume delle scommesse (registrata in circa meno 5% nel 2007 rispetto al 2006), è destinata ad aumentare. E questo mentre la concorrenza vola.

I numeri non mentono.
Quando si parla di somme o sottrazioni non c’è promessa che tenga. E il risultato finale dice che c’è bisogno di intervenire. E subito.
Ma l’immobilismo che regna sovrano non sembra destinato ad abdicare.

Tanto che si ha la netta sensazione che tutto questo sia parte di un unico disegno: un progetto che vuole l’ippica fuori dai giochi. Speriamo di sbagliarci.

E aspettiamo solo che i fatti ci smentiscano.

G.R.

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