Aversa: operatori in rivolta si rivolgono al Commissario.
Ad Aversa si corre di nuovo. Ma con l’ombra della camorra dietro l’angolo. La corsa contro la malavita non è stata ancora vinta e lavorare onestamente fa sempre paura.
E’ questo il clima all’ippodromo, nonostante la presenza massiccia delle forze dell’ordine e il regolare svolgimento del primo convegno di corse dopo lo sciopero anticamorra.
Oggi a Napoli sono emerse perplessità sulle misure di sicurezza attuate prima della dichiarazione dei partenti.
Alla fine si è corso, ma il timore di vedere ancora i malviventi nei centri di allenamento non è infondato. Intanto sembra stia prendendo consistenza l’idea di una denuncia collettiva da parte di tutti gli operatori. In questo momento è ritenuta la strada migliore da percorrere per far fronte all’emergenza.
Anche se l’Unire continua a dare dimostrazione, quanto meno, di poca professionalità.
L’ultima è proprio di oggi: come abbiamo rimarcato nel tg di ieri, le categorie avevano accolto con entusiasmo la notizia di un netto cambiamento di rotta nella nomina della giuria, che avrebbe dovuto contare solo membri lontani dall’ambiente campano.
In giornata, invece, Commissario assente per convalescenza, si era sparsa la voce che per giuria diversa l’ente intendesse componenti diversi ma stesso presidente.
Si è dovuti ricorrere al Commissario per avere rassicurazioni in merito e per far sì che anche il presidente fosse un esterno.
Quando si parla di incompetenza, si parla di persone che non c’entrano niente con il posto che occupano e che, di conseguenza, molto spesso prendono decisioni che si scontrano con quello che in realtà si dovrebbe fare. Ma quando accadono certi episodi, come quello del presidente di giuria, più che di incompetenza e di ingenuità si rischia di parlare di disinteresse totale.
Se non di qualcosa di peggio.
Ancora una volta ad essere tirati in ballo sono i vertici dell’Unire: personaggi che forse non hanno capito il significato profondo della parola camorra.
E quanto sia difficile garantire da quelle parti la legalità.
RAPIMENTO DI EQUINOX BI: BIASUZZI LASCIA L’ITALIA
A poche ore dal rapimento di Equinox Bi, l’ingegnere Mauro Biasuzzi l’aveva annunciato.
E tanto è stato: una delle più prestigiose scuderie italiane, la scuderia Gina Biasuzzi, sta chiudendo il settore corsa per concentrare le proprie energie in Paesi che ancora considerano l’ippica uno sport degno di questo nome.
La decisione dei Biasuzzi non stupisce nessuno. Ma lascia l’amaro in bocca a tutti.
Soprattutto perché arriva dopo un atto, il rapimento del campione (di cui non si hanno ancora notizie), che la dice lunga sullo stato dell’ippica in Italia: un ambiente ormai privo di idee e che spesso supera i limiti della morale.
La vera rivoluzione non consiste nell’applicazione delle regole (troppe e tutte valide) ma nel rinnovamento delle idee, delle strategie e degli schemi. Traguardi che non sembrano raggiungibili con persone che invece di opporsi ai disegni politici li compiacciono per i propri interessi e che tendono a strumentalizzare il settore per metterlo al servizio di chi non ha nulla a che fare con l’ippica.
Ancora una volta la soluzione del problema è a portata di mano.
Ma la scarsa volontà di risolvere le cose è l’ostacolo più grosso da superare.
SU LE TASSE? NIENTE RINNOVO
Lo scontento era nell’aria. Ma ora si è tramutato in una vera e propria presa di posizione.
Con tanto di comunicato ufficiale. Stiamo parlando dell’aumento indiscriminato delle quote per il rinnovo di licenze e colori. Aumento al quale, naturalmente, non è seguita una pari crescita del montepremi.
Anzi. Per questo “Upt, Unagt e Anagt, riunite a Roma il 27 .11.2007 - questo il testo del comunicato -, presa visione della delibera Unire che unilateralmente e senza alcuna motivazione ha ritenuto di aumentare le quote per i rinnovi licenze e colori indiscriminatamente, comunicano che tutti gli associati si asterranno da qualsiasi rinnovo (licenza, colori) se l’Unire non ripristinerà le tariffe in vigore per l’anno 2007”.
Più chiari di così…
G.R.