Buoni risultati dalla riunione con le forze dell’ordine.

Riprendono le corse all’ippodromo di Aversa. Gli operatori, che avevano bloccato le gare per protestare contro il clima intimidatorio messo in atto dalla camorra e contro gli ultimi, gravissimi, episodi di violenza, hanno infatti deciso di rimettere in pista i cavalli.
La scelta è arrivata al termine della riunione che si è svolta questa mattina, nella sede dei Carabinieri del Mipaf, tra proprietari, allenatori, Saita (società di gestione dell’ippodromo di Aversa), Unire e forze dell’ordine.
Upt, Unagt e Anagt campane hanno avuto le assicurazioni che si aspettavano. Con riferimento alla grave situazione dell’ippodromo di Aversa, avevano esposto una serie di richieste improrogabili.
Eccole di seguito, punto per punto.
a) l’applicazione rigidissima e alla lettera del disciplinare aree riservate e dichiarazioni partenti dell’ippodromo Cirigliano;
b) l’applicazione rigidissima e alla lettera della disciplina regolamentare, con particolare riferimento alle norme in materia di illecito sportivo (artt. 64, 97, 102 e succ.vi, codice sanzioni 48, 56);
c) la nomina di una Giuria composta da funzionari particolarmente esperti e provenienti da aree geografiche non limitrofe alla Campania, con il compito altresì di riunire prima di ogni convegno i guidatori, avvertendoli del particolare rigore e delle sanzioni di carattere disciplinare – con automatica denuncia alla autorità giudiziaria penale- cui andrebbero incontro nella ipotesi di alterazione del risultato della corsa;
d) la garanzia della presenza di un rassicurante numero di appartenenti alla Forza Pubblica, con particolare riferimento alle forze del Mipaf;
e) controllo in tempo reale, da parte della Giuria, delle eventuali giocate anomale;
f) turnazione delle guardie giurate.
Le categorie hanno accolto con particolare favore la nomina di una nuova giuria “composta da funzionari particolarmente esperti e provenienti da aree geografiche non limitrofe alla Campania”.
Una decisione importante, dato anche che l’attuale giuria potrebbe essere stata influenzata dal clima intimidatorio e che quella nominata per dicembre era stata duramente contestata prima dell’operazione di bonifica avviata del febbraio scorso.
E poi, inspiegabilmente, rimessa al suo posto.
Ora tutti si augurano che Maurizio Soverchia (Segretario Generale) e Marco Pittaluga (Direttore tecnico) questa volta sappiano tener testa alle difficoltà che, necessariamente, si porranno davanti allo sviluppo del piano anticamorra.
E’ necessario che arrivino agli operatori segnali chiari e la volontà forte di risolvere una volta per tutte la sconcertante situazione.
Gabriele Baldi parla per tutti, ma gli altri nemmeno lo sanno
E’ ben vero che Gabriele Baldi e la sua Anagt sono in caduta libera, ma il compassionevole tentativo di attribuire ad altri parole, espressioni, posizioni in realtà mai tenute, supera i limiti della tollerabilità.
Non è assolutamente vero che l’Unagt si è opposta al controllo doping dei guidatori: ha solo frenato una fuga in avanti di Baldi che si era permesso, senza alcuna autorizzazione, di parlare anche a nome dell’Unagt (clicca qui).
Un modo non corretto di agire, come chiarito formalmente allo stesso Baldi (clicca qui).
L’Unagt ribadisce, previa concertazione e disciplina con parametri assoluti da predisporsi a cura delle Autorità a ciò preposte, la sua posizione di netto rifiuto di qualsiasi violazione delle regole, compresa quella di alterazione delle prestazioni fisiche attraverso l’uso (oltretutto dannosissimo per la salute) di sostanze dopanti sia per i cavalli che per gli operatori ippici, come dimostrato dalla documentazione allegata.
Sul punto non si tornerà più a discutere.
Nel frattempo Baldi può continuare pure ad urlare al vento. Sempre più solo.
Allucinante: reato comune, mezzo gaudio
Infinitif: dopo i sospetti arrivano le prime rivelazioni.
E’ il caso del pezzo che Libero del 27.11.2007 titola “Infinitif accusato Viking Kronos no. Qual è la verità?” a firma Antonio Terraneo (clicca qui).
Sostanzialmente, dopo un'esplicita ammissione della non italianità del cavallo che ha vinto il Derby 2007, si giunge a pretenderne l’assoluzione e la benedizione sul presupposto che la stessa irregolarità sarebbe stata commessa per Viking Kronos.
Come dire: siccome l’irregolarità è di prassi, diventa legge.
Non possiamo giudicare la posizione di Viking Kronos, come quella di tanti altri cavalli camuffati da italiani di cui si vocifera e su cui sarebbe bene fare chiarezza.
Non avevamo giudicato neppure quella di Infinitif prima di verificare la documentazione ufficiale resa dall’Unire.
Certamente sostenere la legittimità e la non punibilità di una condotta illegittima solo perché altri (eventualmente) altrettanto colpevoli l’hanno fatta franca, sinceramente appare piuttosto evanescente come argomento difensivo.
Oltre che contraddittorio: sarebbe come giustificare l’omicidio perché qualche assassino è rimasto impunito.
Quello che stupisce è che ci sia gente che si ripara dietro all’illegalità.
E che gli altri chiamati a intervenire, invece di scoperchiare un vaso fin troppo colmo di ingiustizia, ci si siedano sopra.
G.R.