Le richieste delle associazioni a Mipaf, Prefettura e Carabinieri.
Pestaggi e ricatti: operatori convocati martedì al ministero.

Stop alle corse all’ippodromo di Aversa [come sottolinea anche la Gazzetta dello Sport di oggi (clicca qui)], almeno fino a quando la struttura non sarà considerata un luogo sicuro e non più vittima della morsa della camorra.
Lo hanno deciso le categorie campane dopo l’aggravarsi della già difficilissima situazione che, nei giorni scorsi, ha visto pestaggi e ricatti nei confronti di chi si è ribellato alla malavita.
Con la decisa presa di posizione, le categorie campane rivolgono precise richieste alle forze dell’ordine e, soprattutto, all’Unire affinché la rete protettiva che dovrebbe consentire un tranquillo svolgimento delle corse torni a stringersi, garantendo sicurezza.
Intanto Upt, Unagt e Anagt sono intervenute con un comunicato inviato al Mipaf, alla Prefettura di Caserta e al comando dei Carabinieri Politiche Agricole.
Ecco il testo.
“Le categorie professionali sottoelencate sono grate al comando dei carabinieri per il pronto intervento e per la sensibilità dimostrata in una circostanza che vede gli operatori ippici campani in gravissima difficoltà.
Peraltro, dopo questa doverosa precisazione, tengono a puntualizzare che il pur importante intervento della forza pubblica non può sortire gli effetti desiderati in difetto di una normativa specifica, la cui applicazione assicuri le dovute garanzie di incolumità. Infatti la garanzia pre, durante e dopo corsa non impedisce manifestazioni di violenza in altri luoghi: gli operatori, in particolare, nei centri di allenamento e (addirittura) nelle abitazioni non possono essere tutti sotto sorveglianza e rischiano ritorsioni, anche fisiche.
Occorre una disciplina speciale che impedisca a chiunque di comunicare con allenatori e guidatori impegnati nelle corse. Ciò perché, rispetto a febbraio scorso, i malavitosi hanno trovato il sistema di conoscere il campo dei partenti, anche se formulato solo nella stessa mattinata e quindi di organizzarsi di conseguenza. L’Unire è stata posta, dalla ripresa dell’attività ad Aversa, più volte a conoscenza della situazione, al fine di provvedere con specifica disciplina per impedire all’origine il fenomeno delle infiltrazioni. Pertanto l’astensione dalla dichiarazione dei partenti proseguirà fino a quando l’Unire non predisporrà un protocollo normativo (predisponendo un tavolo comune con categorie e istituzioni) adeguato al contesto, essendo improponibile far pagare solo agli operatori campani l’incapacità di regolamentare i convegni aversani.
E’ sufficiente infatti, anziché pensare a chiusure facili e demagogiche, rimettere le cose a posto, facendo il proprio dovere, attraverso l’elaborazione e l’applicazione di una idonea normativa (come in febbraio), esercitando le necessarie e proprie funzioni di controllo applicate sistematicamente e non saltuariamente, in stretta collaborazione con forze dell’ordine e istituzioni.”
Nel frattempo, proprietari e allenatori sono stati convocati al Mipaf per martedì, per un tavolo che, speriamo, garantendo condizioni di massima sicurezza, porti alla ripresa dell’attività al Cirigliano da mercoledì.
Questa contro la camorra è una lotta che si può vincere solo a colpi di legalità: con regolamenti più rigidi, con il rispetto totale delle norme ed eliminando, una ad una, tutte le mele marce che sono riuscite a infiltrarsi nell’ambiente.
Senza eccezioni, a qualsiasi livello.
INFINITIF: IL CASO ARRIVA AL TAR DEL LAZIO
Arriva al Tar del Lazio il caso “Infinitif”.
E’ stato infatti depositato oggi presso gli uffici del tribunale amministrativo regionale il ricorso presentato da alcune delle scuderie partecipanti alla finale dell'80' Derby di trotto.
Riservato a cavalli italiani e vinto “Infinitif”: il cavallo che per le prove schiaccianti fornite dall’Unire risulta non essere italiano, in quanto figlio di fattrice (Island Dream) registrata fino al 2006 nello stud - book francese e di proprietà fino al 9 febbraio 2006 di Jean Pierre Dubois (clicca qui), che non può allevare in Italia.
Come affermano anche Anact, con lettera 23 maggio 2007 (clicca qui), e Unire, con nota protocollata 27 luglio 2007(clicca qui), firmata dal dirigente dell’Area Trotto, Claudio Lorenzini.
Infinitif in base alle direttive (Disciplinare più Norme Tecniche) del Libro Genealogico Italiano non poteva partecipare al Derby, riservato esclusivamente ai cavalli nati e allevati in Italia.
Nel ricorso, il legale incaricato richiede nel merito l'annullamento delle iscrizioni al libro genealogico e al registro italiano dello stesso Infinitif e della madre Island Dream e, in via cautelare, la sospensione del pagamento dei premi, dato che l'eventuale corresponsione delle somme vinte al traguardo, in presenza dei documentati forniti dall’Unire, circa l'obiettivo difetto di requisiti di Infinitif di partecipazione alla corsa, non troverebbe fondamento e potrebbe rivelarsi fonte di responsabilità civile, contabile e, ove ne fossero accertati i presupposti, penale.
L’Unire intanto, invece di chiudere un caso sempre più torbido attraverso gli organi preposti (l’Ufficio Centrale del Libro Genealogico e per esso l’Area Trotto) a “controllare le condizioni di iscrivibilità al libro genealogico” ha deciso di nominare una Commissione che, a prescindere dallo spessore (di assoluto rilievo) del Presidente e dei due altri componenti, ha valore solo consultivo e pertanto potrebbe contribuire ad allungare notevolmente i tempi di definizione del caso che, nero su bianco, è di una semplicità sconcertante.
Cavallo (Infinitif) nato nel 2004 da madre francese fino al 9 febbraio 2006 e non iscritta allo stud–book italiano per gli anni 2004 e 2005 e naturalmente che non risulta, nel libro genealogico, tra i nati 2004. E’ appena il caso di rilevare come un cavallo, per l’art. 14 del Disciplinare se iscritto ad altro libro genealogico non può essere iscritto a quello italiano (clicca qui).
Se Island Dream era iscritta in Francia, e lo è stata sino al 2006, non poteva essere iscritta in Italia (sino appunto alla sua esportazione definitiva).
E’ appena il caso di rilevare che i puledri sono iscrivibili entro il 31 dicembre dell’anno di nascita [art. 1 Norme Tecniche del libro genealogico del cavallo trottatore italiano (clicca qui) ].
E’ appena il caso di rilevare che la condizione fondamentale è che la fattrice sia iscritta al libro genealogico italiano entro l’anno di nascita del puledro [art. 9 comma 3 delle Norme tecniche libro genealogico del cavallo trottatore italiano (clicca qui) ].
Non vi sono quindi margini di dubbio: Infinitif non è italiano.
Ora, dopo il clamore suscitato dal caso, che è rimbalzato sulle prime pagine dei quotidiani sportivi nazionali, e tutte le azioni intraprese dalle scuderie pronte a tutelare i propri diritti, si spera di arrivare presto a una soluzione della vicenda. Visto anche che questa volta a parlare non sono solo i proprietari dei cavalli concorrenti ma soprattutto le carte che raccontano la nascita di Infinitif e della sua non registrazione nel registro genealogico 2004.
Iscrizione avvenuta, inspiegabilmente e contro legge, solo nel 2006.
G.R.