Sospetti, errori e incongruenze nella clamorosa vicenda internazionale.
E ora ci sono documenti che inchiodano ognuno alle proprie responsabilità.

Infinitif vince un Derby che non poteva correre
Come annunciato nell’ultimo lancio del nostro Tg, il caso Infinitif, di cui già ci eravamo occupati nei mesi scorsi, è esploso con tutta la sua devastante portata.
Uno dei più autorevoli quotidiani sportivi, La Gazzetta dello Sport, pubblica oggi, (clicca qui) a tutta pagina, e con un richiamo in prima nazionale, la notizia, che non esita a definire “clamorosa”, delle presunte irregolarità che ora minano la credibilità di tutto l’ambiente.
Un cavallo non italiano vince il Derby 2007.
Alla faccia di tutti quelli che avevano espresso, alla vigilia del Premio, più di un dubbio sulla regolarità della sua partecipazione. Il Derby, infatti, è riservato a cavalli di tre anni allevati in Italia. Senza alcuna eccezione.
E se di eccezione non si è trattato, allora per Infinitif si può solo parlare di una sequela preoccupante di errori, contraddizioni e forti sospetti. Sospetti ai quali fino ad ora l’Unire non ha dato alcun seguito e che, però, una serie di documenti, in possesso fin dal principio dello stesso ente, ora trasforma in certezze.
La storia inizia il 28 settembre, quando 9 scuderie partecipanti al Derby chiedono all’Unire chiarezza sulla registrazione italiana di Infinitif. La risposta di Maurizio Soverchia, Segretario Generale Unire, parla di tardiva registrazione dell’importazione in Italia della mamma del cavallo, Island Dream (clicca qui).
Il 4 ottobre le 9 scuderie presentano un esposto e chiedono all’Unire la documentazione relativa all’esportazione e ai passaggi di proprietà. Anche per Marco Pittaluga, Direttore tecnico Unire, è tutto in regola (clicca qui).
Il 7 ottobre Infinitif vince il Derby con i colori della Bolgheri, scuderia italiana della famiglia francese Dubois, e il 2 novembre l’Unire spedisce la documentazione richiesta. Gli atti confermano tutti i dubbi sollevati dalle 9 scuderie: il cavallo non avrebbe dovuto partecipare al Derby. Semplicemente perché la mamma, iscritta nei registri francesi fino al 2006, non avrebbe potuto partorire un cavallo italiano prima di quella data.
E Infinitif è nato nel 2004.
Nell’occhio del ciclone, insieme ai proprietari del cavallo e all’Anact, finisce naturalmente anche l’Unire, colpevole, se verrà confermato tutto davanti al giudice, di non essere minimamente intervenuta per sanare una situazione ampiamente denunciata e le cui contraddizioni erano sotto gli occhi di tutti.
La cronologia.
1. - Il 9.06.2003, la fattrice Island Dream, iscritta nel libro genealogico francese, è oggetto di intervento fecondativo artificiale presso Folli s.r.l., come risulta dalla certificazione dello stesso Folli nel quale emerge come proprietaria la s.r.l. Bolgheri (clicca qui);
- Risulta altresì una visita alla cavalla il 24.7.2003 da parte del veterinario Unire per l’identificazione della Island Dream, nel quale, ancora, risulta proprietaria la scuderia Bolgheri. Il veterinario Unire è il dott. Gustavo Fadiga, genero di Fabbri Gianfranco (clicca qui) ;
-La pratica di iscrizione di Island Dream è stata presentata dalla Scuderia Bolgheri s.r.l., che ha chiesto l’iscrizione al libro genealogico italiano della stessa con nota datata 9.12.2003, pervenuta all’Unire il 10.12.2003 (clicca qui);
- Successivamente nasce in Francia, da Island Dream, Infinitif, il 9.05.2004. E il 14.05.2004 viene inviata da Vergiano –località di residenza di Gianfranco Fabbri- la cartolina di denuncia di nascita del prodotto di Island Dream, con l’annuncio che la cavalla sarà poi coperta presso Haras de la Brasse. Viene indicato quale proprietario al momento del parto, la s.r.l. Scuderia Bolgheri (clicca qui);
- Il 29.06. 2004 viene inserito al cavallo Infinitif il microchip in Italia, senza indicazione della località(clicca qui);
- Con lettera datata 14.1.2005, l’Anact invia al proprietario della fattrice Island Dream (indicato, ancora una volta, nella s.r.l. Bolgheri), una lettera avente ad oggetto “certificati sospesi per i prodotti nati nel 2004”, nella quale rileva non essere stata completata la pratica di importazione della fattrice (clicca qui);
- Nell’aprile 2005, Island Dream produce Rebelle, cavalla iscritta nei registri francesi. Nè Island Dream, né Infinitif risultano iscritti nel libro genealogico italiano prima del 2006 (clicca qui);
- Solo il 9.2.2006 è emesso dallo Stud-Book francese certificato di esportazione definitiva dalla Francia in Italia della cavalla Island Dream, dal quale risulta che sino al 9.2.2006 la cavalla era iscritta allo Stud-Book francese e che, quindi, sino al 9.2.2006 la cavalla non era di proprietà della scuderia Bolgheri, bensì del sig. Jean Pierre Dubois, che non può allevare in Italia. Il certificato di esportazione viene ricevuto dall’Unire in data 29.4.2006 . Infatti Island Dream non è registrata negli Stud- Book italiani 2004-2005, ma solo in quello 2006 (clicca qui);
- Con lettera datata 18.2.2006, la Scuderia Bolgheri, proprietaria di Island Dream, chiede l’esportazione definitiva verso la Francia della fattrice Island Dream. Questa lettera (sempre la stessa) è protocollata dall’Unire due volte sia in data 21.2.2006 (n. 10736) sia in data 30.3.06 (n. 21699) e risulta, insieme a quest’ultimo, anche un timbro “UNIRE ricevuto” del 20.2.2006. Contraddizioni che non sono spiegabili certo con il protocollo di e-mail prima della lettera (clicca qui);
- Nel frattempo, solo in data 8.06.2006, Island Dream viene iscritta nel libro genealogico italiano e, contemporaneamente, il cavallo Infinitif viene registrato con stampa del relativo libretto segnaletico. Tutto nero su bianco. Con lettera 23 maggio 2007 all’Unire (e p.c. all’ Unire Area Trotto Ing. Marco Pittaluga) l’Anact, a mezzo del Segretario Antonio Torciere, spiegava che la documentazione inerente la registrazione del cavallo Infinitif, regolarmente depositata, era stata inizialmente sospesa, in quanto non era stata ancora completata all’Unire Area trotto la pratica di definitiva importazione in Italia della fattrice Island Dream. Successivamente tale pratica fu perfezionata dall’allevatore e quindi solo in data 8.6.06 l’Unire comunicava il codice di registrazione della fattrice madre (clicca qui);
- Il certificato di esportazione definitiva di Island Dream verso la Francia è emesso dall’Unire il 24.7.2006 (clicca qui);
- Nella banca dati ufficiale Unire risulta che Island Dream è di proprietà della Scuderia Bolgheri dal 9.2.2006, mentre è menzionato un trasferimento “privato” di proprietà a favore della Bolgheri in data 8.5.2004, casualmente il giorno prima della nascita di Infinitif (clicca qui);
- Lo stesso responsabile dell’ Unire Area Trotto, dr. Claudio Lorenzini, con lettera protocollata 27.7.2006 comunica che tutto è a posto per l’importazione e invia la fede di deposito di Island Dream (clicca qui).
Claudio Lorenzini, in qualità di segretario, Franco Panzironi e Gianfranco Fabbri (tecnico di settore nominato dall’Unire) erano membri della Commissione Tecnica Centrale del libro genealogico italiano nominata per il triennio 2005-2007 (clicca qui). Tra i compiti della Commissione anche quello di proporre "le perfomances minime necessarie per l'iscrizione delle fattrici e degli stalloni nei relativi registri" [ art. 15 Disciplinare Libro Genealogico (clicca qui) ];
- Dalla banca dati Unire risulta che allevatore e proprietario (clicca qui) del cavallo Infinitif è la scuderia Bolgheri. Come è possibile, sapendo che sino al 9.02.2006 Island Dream risulta iscritta allo stud-book francese e di proprietà di Jean Pierre Dubois? La scuderia Bolgheri, per assurdo, potrebbe essere proprietaria e non allevatore di Infinitif che, in ogni caso, non essendo stato registrato al 31.12.04 al libro genealogico del cavallo trottatore italiano non è italiano, né francese, né di altra nazionalità;
- Con atto formalizzato dal proprio difensore avv. Mauro Cimino, di data 5.10.2007, alcuni proprietari di cavalli partecipanti al Derby di Roma programmato per il 9.10.2007, denunciavano le anomalie del caso Island Dream-Infinitif dichiarando di concorrere con riserva e chiedevano accesso ai documenti.Risponde l’Unire con racc. datata 2.11.2007 allegando i documenti senza peraltro allegare la fede di deposito di Island Dream;
- Replica, per i suoi assistiti, l’avv. Mauro Cimino, con lettera 12.11.07 (a cui non ha fatto seguito nessuna risposta), confermando le gravi irregolarità, chiedendo il completamento della documentazione, la sospensione del pagamento del premio del Derby ad Infinitif, con riserva delle opportune azioni giudiziarie.
Considerazioni.
Per l’ammissione dei soggetti a libro genealogico, l’allevatore deve essere iscritto all’albo degli allevatori [ art. 6 Disciplinare del libro genealogico del cavallo trottatore italiano (clicca qui) ].Fra gli adempimenti previsti per la registrazione nel libro genealogico del cavallo trottatore italiano dei prodotti nati nell’anno di riferimento, vi è la condizione essenziale della previa domanda di iscrizione da parte dell’allevatore all’albo degli allevatori.
Inoltre, i puledri sono iscrivibili entro il 31 dicembre dell’anno di nascita [art. 1 Norme Tecniche del libro genealogico del cavallo trottatore italiano (clicca qui) ] .
Condizione fondamentale è che la fattrice sia iscritta al libro genealogico italiano entro l’anno di nascita del puledro (art. 9 comma 3 delle Norme tecniche libro genealogico del cavallo trottatore italiano).
Nella specie:
a) - la domanda di iscrizione all’albo genealogico è stata presentata dalla scuderia Bolgheri, che non era proprietaria della cavalla, essendo il proprietario un soggetto non iscritto all’albo degli allevatori italiani (sig. J. P. Dubois). Fra l’altro (stante l’irrilevanza del passaggio di proprietà 8.5.2004, non opponibile perché non registrato ufficialmente presso l’Unire, nella cui banca dati la registrazione del passaggio di proprietà risulta al 9.2.2006), la proprietà del sig. Jean Pierre Dubois è rimasta sino al 9.2.2006, come è attestato formalmente e sostanzialmente in maniera assolutamente incontrovertibile dal certificato dello Stud-Book francese di esportazione definitiva della cavalla Island Dream;
b) - la cavalla Island Dream (questo è il dato obiettivo indiscutibile fondamentale, che non lascia spazio ad alcun dubbio), è rimasta iscritta nello Stud-Book francese sino al 9.2.2006. Di conseguenza, è stata francese sino al 9.2.2006. Francese, e di proprietà come si ripete di un francese, sig. Jean Pierre Dubois. Poiché la fattrice non era iscritta al libro genealogico italiano, né nel 2003, né nel 2004 (e neppure nel 2005) il prodotto Infinitif (nato in Francia, prodotto di cavalla francese e di cavallo americano) non era registrabile e non poteva essere qualificato come indigeno.
In ogni caso, la registrazione del cavallo Infinitif – che comunque non poteva essere registrato perché non italiano - non poteva non avvenire oltre il 31.12.2004, anno di nascita dello stesso.
E’ appena il caso di rilevare come un cavallo, per l’art. 14 del Disciplinare se iscritto ad altro libro genealogico non può essere iscritto a quello italiano.
Se Island Dream era iscritta in Francia, e lo è stata sino al 2006, non poteva essere iscritta in Italia (sino appunto alla esportazione definitiva);
Non vi sono quindi margini di dubbio: Infinitif non è italiano.
A margine di questa inevitabile conclusione (il certificato di esportazione della fattrice è del 2006 e questo taglia la testa al toro), vi sono alcune considerazioni sulle anomalie della documentazione.
- Non si capisce come sia possibile che sia indicata nel CIF del 9.5.2003 la proprietà Bolgheri. Persino il trasferimento, per dir così, privato, indicato dalle parti interessate è datato 8.5.2004;
- Non si capisce neppure come sia possibile che in data 24.7.03 sia stato fatto l’esame del Dna sulla cavalla Island Dream da parte del dottor Gustavo Fadiga (genero di Franco Fabbri). Cavalla francese, iscritta nello stud-book francese, di proprietà di un francese. Come mai l’Unire ha autorizzato a un proprio veterinario l’esame del DNA? Certo non poteva risultare all’Unire alcuna proprietà (la cavalla non era iscritta in Italia), e comunque giammai quella di Bolgheri (il proprietario era all’epoca Dubois, persino nei rapporti privati e non registrati)?
Questo è solo l’ultimo degli interrogativi a cui dovrà rispondere l’ente. Per fare chiarezza. Per spiegare un atteggiamento che per troppo tempo ha consentito troppe “scorciatoie”. Per dire basta a un sistema che non mette di certo l’ippica nella luce che merita.
G.R.