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Unagt : Tg Comitato 12.11.07: Montepremi: la protesta al galoppo
Inviato da unagt il 12/11/2007 22:40:00 (913 letture)

Un prosciutto contro i vertici.



Un prosciutto per ribellarsi ai vertici” è il titolo di una simpatica iniziativa messa in atto da alcune scuderie Livornesi che si sono autotassate per mettere in palio un prosciutto destinato ai vincitori delle 7 corse in programma ieri al Caprilli.
Il tutto per polemizzare con l’Unire e il Ministero delle Politiche Agricole sulla diminuzione del montepremi e delle giornate di corse, trattamento riservato all’ippica in generale, e a quella della Labronica in particolare.

Contemporaneamente lanciano l’allarme per lo stato di grave crisi che attraversa il settore. In una nota proprietari e allenatori galoppo chiedono l’intervento dei Ministeri competenti “ il ministero delle Finanze dovrebbe ridurre il prelievo fiscale sulle scommesse ed investire i capitali in promozione. Gli assuntori di scommessa dovrebbero pagare quanto stabilito dalla legge e l’ippica sarebbe bene che potesse tornare a gestire le risorse economiche prodotte” e .. “ c’è bisogno che l’ippica abbia una visibilità maggiore attraverso tutti i vari media, non solo quelli riservati, al fine di essere meglio conosciuti.

Tema e richieste condivisibili, che, anche noi del trotto, abbiamo portato avanti in passato con molta energia.

La società appoggia la protesta e rilancia, offrendo una bottiglia di vino rosso Bolgheri.

Ma quello che ci lascia perplessi sono le dichiarazioni del presidente della società Labronica, Andrea Ghezzani, che contesta le decisioni dell’Unire di ridurre drasticamente le corse a Firenze, Livorno e Pisa (ma in particolare per l’ippodromo di Livorno).

Ora c’è sempre un campanello di allarme quando si parla di riduzioni. Ma quelle in questione sono state un totale di 5 giornate per tutti e tre gli ippodromi.

Noi del trotto, invece, sotto il governo del “tanto compianto” segretario Panzironi, abbiamo subito una “drastica” riduzione di 129 convegni, dalla sera alla mattina, senza un programma, con il triplo dei cavalli dei nostri cugini del galoppo da sistemare malgrado tutto.

Ma le nostre vivaci proteste non sono mai state appoggiate dal settore galoppo, ancora nel limbo dei privilegiati, e ora sinceramente questa protesta per noi ha il sapore del “déjà vu”.

Ma fra le tante virtù dell’ex segretario Panzironi dobbiamo attribuirgli anche quella di veggente.
Parlando di diminuzione di montepremi è rimasta nella storia una sua frase “tanto gli ippici correranno anche per un prosciutto”. Tant’è stato.

Primo round: Anact al tappeto
Nulla di fatto a Verona.

300 allevatori sul piede di guerra
: a rischio la detrazione del 5%

Due fazioni a confronto, divise per gruppi, tra bisticci, riappacificazioni e inutili tentativi di mediazione. S’è concluso con un nulla di fatto l’incontro veronese dell’Anact. Mentre un’ulteriore riunione è stata fissata per mercoledì a Roma: al centro dell’incontro il medesimo tema: cercare un Presidente di Garanzia.
Il gruppo uscente proporrà Riccardo Targioni. Quello dei dimissionarsi probabilmente insisterà per Sandro Viani, definito come persona vicina a Gianfranco Fabbri, l’omino di Rimini, mente dell’operazione che ha portato allo scioglimento del Consiglio.

Nel frattempo un’altra grossa tegola sarebbe in bilico sulla testa dell’associazione.
Sarebbe infatti in atto una sottoscrizione di circa 300 allevatori che chiedono all’Unire la revoca della detrazione del 5% dalle loro provvidenze: denaro destinato all’Anact.

Il versamento, che non è regolato da nessun capitolato, non è stato mai contrattualizzato dall’Unire.
Ricordiamo che l’Anact è un’associazione privatistica e che in un momento in cui i quattrini e gli appalti pubblici sono assoggettati, ai fini della legalità e della trasparenza, a bandi di gara europea, non ha senso non indire un concorso per l’assegnazione dei compiti di tenuta del libro genealogico.
E poi chi ha stabilito la quota del 5%. Perché non 4% o 6% ?
A questi interrogativi si può anche rispondere con calma.

Ma una cosa è certa: se l’Anact non porrà rimedio subito alle sue crepe interne si troverà davanti a una situazione davvero poco gestibile.

Sicurezza: l’Unire mostri i denti

Non è sicuramente passato inosservato l’allarme rosso lanciato da un articolo della Gazzetta dello Sport sulla regolarità delle corse di Aversa e di Albenga (clicca  qui) .
In questi giorni ci stanno arrivando numerose e-mail in redazione con interventi sull’argomento.
E’ nostra opinione che l’Unire debba intervenire come fece nel febbraio scorso e cioè con il pugno duro.
Controlli a tappeto e tolleranza zero sono gli ingredienti dell’unica ricetta in grado di sanare un fenomeno che sfugge anche alla volontà delle persone che scendono in pista.
I colpevoli, chiunque essi siano, devono pagare e duramente. Altrimenti non basteranno nemmeno 15, 20, 30 mila punti vendita per rilanciare l’ippica.
 
Il recupero di questo ambiente dipende dalla sua credibilità e dalla volontà di reagire alle sopraffazioni, alle strumentalizzazioni politiche, oltre che, naturalmente, di fare pulizia al suo interno, a tutti i livelli e per tutte le componenti, che per troppi anni hanno vissuto di assistenzialismo, trasformandosi da imprenditori in assistiti.
Perché è proprio questo lassismo che, spesso,  contribuisce a sciogliere le maglie della sicurezza, garantendo il passaggio nell’ambiente sportivo di personaggi e situazioni che nulla dovrebbero avere a che fare con l’Ippica.

Ma per stringere le corde non è mai troppo tardi. Basta puntare sulla parte sana dello sport difendendone fino allo stremo gli interessi e stringendo all’angolo la disonestà.

G.R. 

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