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Unagt : Tg Comitato 6.11.07: attacchi bluff, Benedetti ritenti, forse sarà più fortunato
Inviato da unagt il 6/11/2007 23:33:00 (1025 letture)

Ma la prossima volta almeno si informi meglio e non sbagli mira. 

Possibili due campi al giorno nei corner ippici. Agenzie ippiche storiche, la competenza è dell’Unire.




Progetti deviati, piani egemoni, presenze inquietanti che vorrebbero soggiogare l’ippica.
Leggiamo Il Giornale di oggi (martedì), su una pagina pagata dalla agenzie ippiche, in uno spazio vicino alla frase pubblicitaria “Ma sai che ride bene chi ride Snai”, un articolo firmato da Roberto Benedetti dal titolo “Un progetto deviato per soggiogare l’ippica”.
 E ci sembra di entrare in un giallo. Gli ingredienti ci sono tutti, manca solo un minimo di aggancio con la realtà.
Il pezzo prende spunto da una pacata replica dell’Unagt, prima su questo sito e poi sul quotidiano Libero, a un altro  articolo, sempre di Roberto Benedetti, sempre su “Il Giornale”, sempre su una pagina pagata dalle agenzie ippiche. Quell’articolo era intitolato “ No ai guidatori del trotto che vogliono fare i giudici”. 
L’Unagt sosteneva, allora come adesso e in linea con il consigliere di An, che l’ippica non deve essere una riserva di piccole rendite, ma, e sull’argomento Benedetti taceva, nemmeno una riserva di grandi rendite per pochi intimi, che vogliono costituire una casta e vivere solo degli incarichi Unire, ignorando le difficoltà di migliaia di persone che sostengono un settore  minacciato nella fondamenta (anche per la poca trasparenza nello svolgimento delle corse) e che non riescono nemmeno ad arrivare alla seconda settimana del mese.
Ci scusi Benedetti, ma la sua reazione, più che tecnica, sembra quella tipica del politico trombato (anche se, almeno apparentemente, non risulta) che mira a qualche carica.
Prima di esternare il suo livore (inutile e gratuito), attraverso citazioni di fatti in gran parte (vorremmo dire totalmente) inventati, il consigliere di An avrebbe potuto almeno documentarsi.
Avrebbe, ad esempio, scoperto che il costo globale delle indennità tris è pari, se non inferiore, rispetto al passato, in quanto attualmente, a differenza del precedente regolamento, non vengono corrisposte somme ai guidatori impegnati in corsa anche come allenatori. Senza contare che il movimento tris negli ultimi mesi ha registrato un sensibile aumento rispetto ai primi mesi dell’anno.
I dati sono a disposizione di tutti, sono cifre e non le solite parole a vanvera tanto care a molti nostalgici
Definire poi la tris una “torta” se non è un lapsus freudiano, appare demagogico e tristemente misero.
Occorre rileggere con attenzione lo sfogo di Biasuzzi su Lo Sportsman di ieri
(clicca  qui). Sfogo che va in gran parte condiviso e comunque giustificato. Sino a quando la politica ippica continuerà a proporre “polemiche strumentali usate solo per meschini giochi di potere” (magari per riavere una poltrona anche se questo, da quanto ci risulta, non è il caso di Benedetti) e sollevate dalle stesse persone che hanno portato il settore a un degrado tale dal rendere pericoloso farvi parte, non sarà possibile nessun percorso di rilancio e rinnovamento.
Benedetti si preoccupa dei marchigiani, di espellere i guidatori dalle giurie, ma nulla fa e nulla propone sull’inerzia delle giurie di Albenga e Aversa, dove è allarme rosso. E nulla ha detto quando i suoi colleghi – come riporta la Gazzetta dello Sport di oggi (clicca  qui)– subivano, sotto l’Unire di Panzironi,  “ricatti”, confessando pubblicamente “Se deferisco le corse anomale non mi fanno più lavorare”.
Il signor Benedetti farebbe bene a guardare soprattutto in casa propria, invece che manifestare un livore così pesante nei confronti dell’Unagt, colpevole fra l’altro solo di sostenere l’opportunità che i commissari ex guidatori facciano parte della giuria.
E a proposito della tanto conclamata terzietà e imparzialità, come può invocarla e pensare di applicarla  un giudice che ha manifestato profondi sentimenti di rancore nei confronti dei guidatori Unagt?

Caro Benedetti, invece di continuare a fantasticare su progetti deviati, su pseudo-progetti di riforma, cerchi di concentrarsi sui problemi reali che stanno attanagliando l’ippica.
Sono tanti e molto più seri dei suoi sogni a occhi aperti.
Le fantasiose denunce di presunti piani egemoni non incantano più nessuno. E mentre lei è impegnato a scrivere di finti padroni, là fuori c’è un mondo che sta andando in frantumi. Ci sono operatori che aspettano solo di essere soccorsi. Imprenditori che decidono ogni giorno se continuare o lasciare, consegnando al “raccolto” della giornata la decisione più importante della loro vita.
E continuare a occuparci di loro per noi resta sempre la priorità, anche se è una strada piena di tranelli e cecchini.
Ma l’esperienza ci ha insegnato cose fondamentali. Tra queste a distinguere sempre da quale parte arriva l’attacco.
E a valutarne il peso morale, di conseguenza.


Prende forma il progetto Unire di portare negli oltre 7700 corner ippici assegnati almeno un paio di campi di corse al giorno.
Questo il contenuto dell’emendamento presentato da Luca Marcora (Ulivo), trasformato in “un atto di indirizzo” (un ordine del giorno) che impegna il Governo ad agire nei prossimi mesi per l’accettazione delle scommesse ippiche nei corner, unica strada (abbinata alla riqualificazione del prodotto ippico) per incrementare i ricavi dell’ente e dell’intero comparto.

Come riportato da Totoguida Scommesse di oggi (martedì),  i Monopoli di Stato, rispondendo al boomaker inglese Stanley, hanno ribadito che la competenza in via esclusiva delle 329 agenzie storiche, ai sensi  dell’articolo 8 della legge 200/2003 (fortemente sostenuta da Alemanno e che ha scontato 129,657 milioni di minimi garanti alle agenzie ippiche) è dell’Unire.
Stanley aveva chiesto a piazza Mastai di “attivare il procedimento di revoca delle 329 concessioni per l’esercizio delle scommesse ippiche a suo tempo illegittimamente rinnovate, in applicazione delle statuizioni contenute nella sentenza della corte di giustizia e, contestualmente, bandire una nuova gara per l’assegnazione delle concessioni”. 
Nella lettera di risposta Aams si dichiara disponibile “qualora dovesse essere incaricata” a valutare la possibile attuazione della suprema Corte comunitaria.
Incarico che, ovviamente, non potrà essere che politico. Ricordiamo che il 13 settembre scorso, la Corte di Giustizia Europea aveva deciso, dopo il ricorso presentato da Stanley nel 1999 che “la Repubblica italiana, avendo rinnovato 329 concessioni per l’esercizio delle scommesse ippiche , senza previa gara d’appalto, è venuta meno agli obblighi del trattato CE sulla libertà di stabilimento e libera prestazione di servizi e, in particolare, ha violato il principio generale di trasparenza, nonché l’obbligo di garantire un adeguato livello di pubblicità delle gare”.
Adesso la palla passa all’Unire, che potrebbe diventare nei prossimi giorni il nuovo punto di riferimento delle istanze Stanley.   

G.R.

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