Controlli: ogni giorno uno spettacolo scandaloso. Montepremi: stranezze al galoppo.

E’ in scadenza il contratto di collaborazione con l’Unire dei funzionari addetti alla vigilanza delle corse.
Uno dei punti cardini del rinnovo è costituito dalla richiesta di un numero chiuso di giudici.
In linea con la politica questuante della categoria, che sembra si sia riunita in un’unica confederazione solo per continuare l’indegna spartizione di nomine. Rispettando un atteggiamento che nulla a che fare con la meritocrazia e la preparazione professionale.
Le giurie continuano a latitare e le corse continuano ad essere in autogestione.
Basta accendere la tv e osservare lo svolgimento di qualche gara in uno dei soliti ippodromi (e non solo) per rendersi conto dello scadimento dello spettacolo. Anticipi intempestivi, deviazioni dalla propria linea di corsa con danneggiamento di uno o più concorrenti.
Per non parlare di partenze convalidate con alcuni cavalli dietro le ali e altri non allineati e di svolgimenti lineari (troppo), con posizioni immutate dall’inizio alla fine.
Casi che sono all’ordine del giorno, spesso misurati con metri diversi se non addirittura impuniti. L’esempio è di quelli da citare nei titoli quando si parla dell’ippica e del suo pessimo stato.
Sia perché rende perfettamente l’idea di quanta scarsa professionalità circoli nell’ambiente. Sia perché contribuisce, ancora una volta, a mortificare fiducia e trasparenza.
Della serie “strano, ma vero”: ultimamente nel mondo del galoppo dev’esserci stata una distribuzione gratuita di forti dosi di fosforo.
Lo dimostra il fatto che alcuni operatori, allenatori e proprietari si sono ricordati solo ora che esiste un montepremi e, senza alcuna esitazione, hanno trasmesso una lettera al Mipaf contro una possibile, eventuale, diminuzione delle dotazioni al traguardo 2008.
Sin qui niente di strano: meglio tardi che mai.
Peccato, però, che con la stessa determinazione nessuno di loro aveva mosso un dito quando Panzironi abbassava il montepremi prima (2004 –2006) da 274,377 a 250 milioni, poi ( 2006-2007) da 250,162 a 175,438 milioni. Non solo. Alcuni dei firmatari del documento pro–montepremi sarebbero addirittura gli stessi che avevano sottoscritto con l’ex segretario un protocollo d’intesa che, se applicato, avrebbe scontato alle agenzie ippiche 89 milioni di euro per canoni tv non pagati e condannato l’ippica a correre per un piatto di lenticchie.
A questo punto è il caso di parlare di vuoti di memoria e di cambiamenti di rotta tra un vuoto di memoria e l’altro.
E più che di interessi collettivi, non ci sarebbe da stupirsi se si nascondessero mire personali, visto che il cambio repentino di rotta potrebbe avere mille sfaccettature.
G.R.