Il senso di una protesta che guarda al futuro delle categorie. Anact vicina alle elezioni, si sono dimessi 10 consiglieri su 15.
Prima di tutto ringraziamo Gianfranco Fabbri, come in precedenza ha fatto il suo amico Tino Cazzaniga, della pubblicità gratuita al nostro sito.
Comunque siamo alle solite. Nell’inserto a pagamento, tratto da “ il giornale” di oggi (martedì 16), un ex consigliere Anact manifesta un grande divertimento per la protesta del ritardo di 15 minuti organizzata e realizzata dai proprietari (Upt – Fipt) e dagli allenatori-guidatori (ovviamente solo Unagt).
Certamente questa protesta ha fatto ridere Gianfranco Fabbri. Invece alle categorie fa piangere un montepremi a 175 milioni di euro che tutta la combriccola aveva confezionato come un bel pacco di Natale per tutti gli operatori ippici.
E’ facile rispondere che ogni volta in cui verrà messo in discussione un solo centesimo del montepremi le categorie ippiche scenderanno in piazza, ridano o non ridano Fabbri, Cazzaniga e soci.
La stucchevole ironia relativa ad una presunta incompatibilità della protesta con la confermata fiducia a Melzi è segno di una precisa volontà politica tesa a denigrare tutto ciò che non fa comodo. Tanto per cominciare la fiducia nel commissario e l’appoggio ai suoi programmi e alle sue idee non significa cieca e supina sudditanza, ma confronto, dialettica e perseguimento degli interessi collettivi in un dialogo aperto in cui – assai diversamente rispetto al passato, di cui la combriccola ha così tanta nostalgia – le categorie sono perlomeno ascoltate, consultate e fanno sentire il peso dello loro opinione.
L’inserto di cui si parla ritorna sul caso Infinitif (e non si capisce invece perché non si parla mai di In Dix Huit e della madre Guity of Love). La sequela di normative, pareri, interpretazioni non sembra avere alcun senso in quanto assolutamente parziale e non riscontrabile. Per quanto ne sappiamo i proprietari dei cavalli partecipanti al Derby si sono limitati a chiedere l’accesso ai documenti per poter poi, eventualmente, trarre le conseguenze della loro disamina. Accesso che evidentemente deve aver già avuto lo scrittore dell’inserto, visto che conosce documentazione che non dovrebbe essere riservata a pochi privilegiati, i quali, all’evidenza, non hanno bisogno di fare alcuna richiesta di accesso ai documenti in quanto sembra che già li possiedano.
La lezioncina universitaria sui cavalli comunitari ed extracomunitari, i quali ultimi sarebbero comunque iscrivibili nel Libro Genealogico Italiano e in tre o quattro Libri Genealogici, poteva anche risparmiarsela, e piuttosto avrebbe fatto meglio a spiegare le diverse incongruenze dei trasferimenti di Guity of Love e di Island Dream, vendute addirittura prima del contratto di vendita fra le parti. Ma non entriamo assolutamente in polemiche che non ci competono e che se del caso, interesserebbero i competenti organi giudiziari ed amministrativi, nel caso che i proprietari dei cavalli partecipanti al Derby dovessero ritenere la documentazione tale da aprire ricorsi in quelle sedi.
Si sono dimessi 10 consiglieri dell’Anact su 15. La conseguenza sembra debba essere quella del ritorno alle elezioni.
Le ragioni di queste dimissioni non risultano ufficializzate, anche se, probabilmente, risiedono nelle divergenze di vedute rispetto al Presidente Brischetto.
Le voci dicono che il più accreditato, come Presidente onorario, sia Gianfranco Fabbri, lo scrittore del gruppo e anello di congiunzione con l’autore di una strategia anti governativa, che invece di tornare al bar dello sport, dove lo vorrebbe la maggior parte degli ippici (sempre che sia lui a offrire), sembra aver ancora intenzione di riportare il montepremi a 175 milioni, come aveva proposto il suo Franco amico Panzironi.
Attenderemo gli sviluppi di questa curiosa involuzione.
G.R.