Ma solo per difendere una casta. Agenzia fiscale al posto dei Monopoli.

Abbiamo letto, su “Il Giornale” di oggi (martedì), un articolo firmato da Roberto Benedetti, intitolato “No ai guidatori del trotto che vogliono fare i giudici”.
L’esordio dell’articolista non è dei più invitanti, lamentando una presunta “sparata a zero” da parte dell’Unagt nei confronti delle giurie del trotto, qualificandola “”misera difesa degli interessi marginali di pochi a scapito della tenuta dell’intero sistema””.
Sorprende che le critiche vengano non discusse, ma scambiate per reati di lesa maestà.
Sostiene il consigliere regionale di An, che il sistema disciplinare nell’ippica non è un rifugio per ex o una riserva di piccole rendite. Siamo d’accordo, ma non deve essere nemmeno una riserva di grandi rendite per pochi intimi, che vogliono vivere solo di questi incarichi.
In ogni caso, sembra che la cattiva predisposizione nei confronti dei commissari-guidatori corrisponda ad una difesa di casta, che non ha senso in un contesto ippico attuale.
A parte l’obiezione che non è affatto vero che non esista un arbitro che sia stato calciatore professionista (Benedetti poteva informarsi su questo argomento, che è stato evidentemente un autogol), e l’obiezione che parecchi guidatori hanno fatto e fanno parte dei massimi organismi istituzionali ippici (v. Paul Essartial, J.P. Dubois, ecc.), non si comprende quale strappo forte al principio di trasparenza possa dare una chiamata di un commissario-guidatore nelle terne.
E non si comprende soprattutto perché la critica è rivolta proprio all’interno del sistema, ed in particolare contro una deliberazione Unire dell’allora Commissario, avv. Andriani, - anch’egli, sembra, di An - n. 230 del 6.4.2002, che appunto istituisce e consacra la figura di commissario-guidatore, che transita alla funzione di membro di giuria un triennio dopo la rinuncia alla licenza di guidatore.
E l’accesso alla figura di commissario-guidatore è condizionato alla partecipazione e vittoria di apposito concorso(clicca qui) .
Non possiamo credere che Benedetti ignorasse tale disciplina, se non altro per la sua qualifica di Responsabile Nazionale settore sport ippici di An. Proprio per questo, resta sconcertante leggere di truci sospetti, di connivenze più o meno varie fra gli ex guidatori e altri operatori ippici, rei di avere avuto dei trascorsi in pista e come tali perennemente folgorati da peccato originale.
E, quanto alla serenità di giudizio ed ai trascorsi, non si vede perché l’accusa sia rivolta solo ai guidatori: chiunque può avere amicizie, rapporti, con personaggi del mondo ippico e non, ma questo non significa (né per gli ex guidatori, né per i giudici che Benedetti considera quelli “veri”) l’incrinatura e il venir meno della serenità ed obiettività di giudizio. Con la differenza che, quanto meno, gli ex guidatori possono fornire adeguati contributi di esperienza e capacità tecnica che, ontologicamente, mancano a chi ha esperienza solo di un corso e di prima nomina in giuria.
Dubitare ed alimentare la cultura del sospetto non sembra il miglior approccio alla soluzione della problematica della disciplina sportiva.
Il pianeta disciplina sportiva, oggi obiettivamente sotto accusa, non viene certo redento, come vuole Benedetti, attraverso la liquidazione dei commissari-guidatori, che al contrario sono necessari ed indispensabili, a differenza di parenti amici e benefattori.
I veri problemi sono altrove.
Anche noi non entriamo nei curricula dei guidici, come Benedetti non vuole entrare nei curricula dei guidatori che “aspirerebbero a salire sulle torrette”. Ma l’essenziale è un reclutamento serio, attraverso una selezione trasparente che assicuri personale affidabile e preparato.
E quindi siamo con Benedetti quando affermava davanti ai Nas di Milano :”””all’ultimo corso del marzo 2002, ho rinunciato all’incarico di docente coordinatore del corso addetti al controllo perché “giravano voci” su presunte irregolarità all’atto della prova di selezione formulata con quiz, in particolare si diceva che alcuni concorrenti fossero già in possesso delle domande facenti parte del quiz selettivo. A posteriori, dalla selezione è emerso che i soggetti ammessi avevano conoscenze………..”” (clicca qui).
Allora facciamo una domanda anche noi (si tratta di un corso del 2002 quando era Commissario Andriani, come detto, di An): potrà mai il loro giudizio risentire di questi trascorsi?
Per noi la risposta, comunque, è la stessa che è stata data per i guidatori: non viviamo di sospetti, e sino a prova contraria non presumiamo che qualcuno possa “risentire” dei trascorsi (veri o falsi che siano) sopra indicati.
Come riportato dall’agenzia Agipro (clicca qui), il governo ha anche deciso, nell’ambito del decreto fiscale appena approvato, di riformare l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, al posto della quale “è istituita, a decorrere dal 1° marzo 2008, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato, una agenzia fiscale.
Sembra un’azione di smantellamento vera e propria.
G.R.