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Unagt : Tg Comitato 1.10.09: “caso” Anact, scrive il consigliere Tommaso Marazza
Inviato da unagt il 1/10/2007 23:58:00 (1082 letture)

Rispondiamo a Tommaso Marazza. E anche a Sergio Palombarini.





Ci scrive il Consigliere Anact Tommaso Marazza, in relazione a quanto apparso sul sito il 27.9.2007.
Pubblichiamo (come richiesto), volentieri il Suo intervento (clicca  qui),   ringraziandolo della considerazione accordataci e convinti che un dibattito, magari anche acceso,  aperto a tutti offra maggiori contributi e spunti di riflessione.
Ciò premesso, dobbiamo però dissentire dai contenuti della missiva trasmessa dal Consigliere Anact Marazza.

1)
Al Consigliere non risulta che il Commissario abbia sentito le categorie per il suo progetto.  Sarà bene che si informi, perché a noi risulta esattamente il contrario. Forse, quale dissidente,  non considera Roberto Brischetto rappresentante della categoria degli allevatori, e quindi non prende in considerazione le discussioni con il Commissario. Ma queste sono beghe interne: né può negarsi la consultazione con tutte le altre categorie, come ne è prova la firma delle sigle più rappresentative  apparse sulle pagine di “Libero”. Prendiamo atto comunque che le doglianze del Consigliere Marazza si limitano “ad una parte” del progetto Melzi.

2)    In  primo luogo, è bene consigliare Marazza che sarebbe preferibile facesse i conti, anziché nelle tasche dei proprietari,  in quelle degli allevatori. I proprietari in questi anni sono stati fortemente penalizzati, anche per una politica miope degli allevatori che vedevano diminuire il montepremi senza battere ciglio.  Ora, i tanto vituperati risparmi dell’Unire hanno contribuito a consentire che il montepremi si potesse attestare sui 220.000.000 di euro, rispetto ai 175.000.000 proposti da Panzironi (cui occorreva altresì togliere altri 34.000.000 di euro mancanti nel 2006). Non ha senso quindi parlare di conti che non tornano: i conti bisogna farli. Preferiva forse l’Anact tenere le briciole e perdere le percentuali su 45.000.000+34.000.000 di euro?  I conti non si possono fare con dati unilaterali, ma con le calcolatrici.  Inoltre, il Premio aggiunto, e questo è un dato che è assurdo addirittura criticare, è stato reintrodotto anche  per il  2007: mentre per quanto concerne il 2008,   è fortemente opinabile  preferire un premio aggiunto polverizzato rispetto al sistema adottato.

3)   Per quanto concerne la critica relativa alla qualità, si tratta di una opinione astratta e virtuale. Non vi è un solo dato, un solo elemento concreto. In realtà, la qualità dello spettacolo deve essere un criterio trainante, perché la qualità dello spettacolo porta appassionati, scommettitori, nuovi proprietari (quelli che servono per comprare i cavalli dagli allevatori, non dimentichiamolo) e pubblico negli ippodromi.  Senza pubblico, senza appassionati, senza qualità delle corse, mancheranno anche gli scommettitori e non usciremo dall’ assistenzialismo. Per tutti, significherà ritornare al montepremi di Panzironi; e quindi promuovere il collasso  dell’ippica.

4)       Anche noi ci chiediamo se il Consigliere dell’Anact, alla luce di tutto questo, abbia compreso la portata del piano di Melzi.

5)  Quanto al principio fondamentale del diritto, con tutto il rispetto, si fa presente che fra allevatore e cavallo prodotto non vi è alcuna parentela.  Una volta che il cavallo è venduto (e pagato all’allevatore), questo è l’unico caso in cui chi ha alienato in piena proprietà ad altri un bene produttivo, continua a percepire utili dalla sua utilizzazione, senza fare altro.

6)     Appunto perché le spese dell’Unire sono seguite dal sito in maniera quasi ossessiva e documentata, possiamo senz’altro affermare, senza tema di smentita, che i “tanti rivolinon esistono più, perché il bilancio è ora vero e reale, con soldi rimessi a bilancio e cancellazione di spese.  Proprio questo ha permesso che il montepremi si attestasse, per il 2007, a 220.000.000 di euro e sulla stessa linea anche per il 2008, malgrado che, proprio a partire dal 2008, verranno meno quei contributi statali che sono serviti per tamponare le scriteriate gestioni degli anni passati (con il beneplacito degli allevatori, rimasti inerti contenti delle loro briciole e dei prezzi virtuali delle aste).

7)     La doglianza non convince: non esiste alcuna violazione di disposizioni di legge o di regolamento.  Comunque, se un italiano corre all’estero, non sembra allucinante pagargli un premio, anche per incentivare il mercato.

Sper
iamo comunque che la polemica possa avere fine, mentre torniamo a ringraziare Tommaso Marazza per l’intervento comunque costruttivo.

Pubblichiamo un’altra (l’ultima sull’argomento) missiva (clicca  qui)  inviata dall’avvocato Sergio Palombarini, in relazione alla vicenda scuderia Bolgheri – Jean Pierre Dubois, della quale si era trattato il 14 .9.07. Peraltro, non intendiamo prolungarci oltre in inutili polemiche o repliche. Ognuno potrà farsi la propria opinione leggendo le varie osservazioni.
Noi rimaniamo della nostra.

G.R.

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