Giuseppe Palomba risponde, per l’ultima volta, a Gaetano Papalia. 
Volge al termine il confronto epistolare fra Unagt Campania e Ippodromi & Città. Il dr. Papalia ha replicato con una lettera datata 11.9.07. Pacata, ma ferma è la risposta di Palomba.Di seguito i testi delle missive.
Da Gaetano Papalia:
“Egregio Signor Palomba, ….
….La lettera da Lei firmata affastella questioni alzando un polverone che sottindente tutto senza però dire niente (la sede dell’Associazione, il guano dei piccioni, l’eternit, le morti per cancro, l’incolumità di guidatori e proprietari, i privilegi per ricambiare la fedeltà, la negoziazione di diritti che negli altri ippodromi sarebbero invece garantiti).
E’ una vecchia tecnica di ispirazione qualunquista, usata da chi, senza approfondire nessuna delle questioni enunciate onde evitare che vengano “smontate” una dopo l’altra, mira ad enfatizzare negativamente, ma in modo vuoto e superficiale, uno scenario complessivo al solo scopo denigratorio. Le mille occasioni che dice di aver avuto per criticare la nostra gestione, le tiri pure fuori ad un tavolo di confronto serio…..
Sulla questione della riduzione delle giornate di corse, la Sua recente missiva ribadisce la Sua convinzione che la mia Società abbia mercanteggiato i convegni non programmati in calendari…… Le nostre aziende operano in un contesto non liberalizzato. Quali poteri decisionali abbiamo, secondo Lei, nella gestione dei nostri impianti? Possiamo forse programmare l’attività ippodromica sulla base del gradimento del pubblico? Ed a tale scopo, possiamo forse stabilire quante e quali tipi di corse nell’anno? A quali orari? Lavoriamo in un regime vincolato persino in riferimento a quei pochi servizi extra-convenzionali quali l’affitto dei box.
Consideri, ad esempio, il caso Tor di Valle. Nell’area delle scuderie ci sono tre tondini, tre giostre elettriche, novanta paddock, una piscina che non ha eguali in Europa, una doppia pista dritta, oltre naturalmente alla pista in sabbione interna all’anello di corsa; pochi centri di allenamento possono vantare una tale dotazione tecnica. Eppure, mentre in un qualsiasi centro di allenamento il canone mensile per singolo box va dai 500 euro in su il prezzo di un box a Tor di Valle (che consente oltretutto il risparmio delle spese di trasporto) è pari a sole 50 euro. E lei, signor Palomba, non crede che quando un nostro operaio interviene in un box per un semplice guasto elettrico, il costo-lavoro corrisponda la doppio di un canone mensile?
In altri termini, vorrei che Lei comprendesse che non vi sono spazi nei quali ad un moglioramento qualitativo corrispondano maggiori introiti da reinvestire per attivare una dinamica di sviluppo. E anche là dove ciò sembrerebbe possibile, il sistema impone un regime di prezzi c.d. “politici”, che inibisce qualsiasi iniziativa di riqualificazione dei servizi. Né si obbietti, come spesso ho sentito dire, ma con totale incompetenza, che le attrezzature presenti nell’aria delle scuderie sarebbero state pagate dall’Unire. Solo per alcune di queste ci si è avvalsi dell’intervento, per altro parziale, del Fondo investimenti, mentre la maggiore onerosità manutentiva che tali nuove attrezzature ha comportato, grava interamente sulle casse della società.
La vaghezza dei contenuti della Sua ultima lettera trova poi la sua massima espressione nella replica alla mia sollecitazione circa il “plauso” che mi sarei aspettato da parte della Vostra Associazione. Dimentica dunque l’ennesima volta l’azione di salvaguardia del montepremi di Agnano svolta dalla nostra Società, quando tutti gli altri ippodromi si siono visti decurtare la prorpia dotazione con un taglio tra il 10 e il 15%. Ma se questo plauso non arriva, stia pur certo che non ce ne faremo una malattia.
Resta in me, signor Palomba, la convinzione che Lei sia una persona per bene e ragionevole, ma, proprio per questo, la invito a non farsi coinvolgere dalla compagnia di tipo sciattamente propagandistico che l’Unagt nazionale sta conducendo nei confronti di Ippodromi & Città.
Le loro motivazioni non sono le Vostre e si sostanziano nella difesa di quella pseudo-lobby ippica cresciuta all’ombra del potere di un Melzi d’Eril ingessato e preso in ostaggio, irresponsabilmente inchiodato ad un mandato che non riesce palesamente ad esercitare. Ed il trionfalismo dell’ultima sua conferenza-stampa ne è la più lampante dimostrazione: il nulla fatto assurgere a successo. Il livore che nell’Unagt è stato provocato dalla defenestrazione del signor Maurizio Mattii è indubbiamente ed è assolutamente inutile che da quel “vomitatoio” del sito associativo internet ci si affanni a negare la connessione tra il veleno sputato verso di noi ed il pronunciamento del Consiglio di Stato (nota: che non si tratti tecnicamente di una sentenza lo si faccia presente pure al dr. Melzi d’Eril e persino al Ministro de Castro, poiché così è stata definita anche da loro!)” … cordiali saluti
Da Giuseppe Palomba:“
Egregio dr. Papalia,
la sua indubbia abilità dialettica potrebbe confondere uno come me, abituato al duro lavoro con i cavalli e non alle sottigliezze dialettali in cui Lei dimostra di essere maestro. Ma, senza falsa modestia, la vita mi ha insegnato a distinguere i fatti dalle chiacchiere, per cui ritengo che sostanzialmente la sua risposta sia un tentativo di nascondere la concretezza di quanto le ho elencato, ma che Lei definisce "polverone qualunquistico". Ho chiesto a qualche amico più colto l'esatto significato del termine "qualunquistico" e mi è stato spiegato che si tratta di "chiacchiere senza alcun fondamento". Vogliamo vedere insieme se la sua definizione è esatta?
1) E' vero, si o no, che Lei si impegnò con il sottoscritto, alla presenza di testimoni, dando la parola d'onore, che avrebbe consegnato alla nostra Associazione un locale dell'appartamento soprastante il centralino? E che dette ordini in tal senso al sig. Infimo? Sono passati tre anni ...e la sua parola attende ancora di essere onorata.
2) Può negare che il guano dei piccioni, oltre che nelle mangiatoie e nei boxes, si è accumulato a tonnellate nelle ex stanze degli artieri soprastanti le scuderie, mettendo a repentaglio la stabilità dei soffitti? E che oltre al guano, centinaia di carogne di piccioni giacciono ad imputridire in tali locali?
3) Le risulta che nelle scuderie, sia nel lato tribune che nella parte alta, vi siano moltissime tettoie in eternit (materiale dichiarato fuori legge perché altamente cancerogeno) e che il tempo le abbia deteriorate, rendendole quindi ancor più pericolose per la salute degli operatori? E le hanno detto che nel giro degli ultimi quattro anni sono deceduti per cancro un artiere ippico che lavorava presso i boxes delle tribune con la scuderia Variale, l'allenatore e guidatore Francesco D'Alessandro, che operava nello stesso settore, e l'altro allenatore Strato Pisa con la scuderia nei pressi della chiesetta?
4) E' forse falso che nelle giornate di corse, a differenza di altri ippodromi dove gli operatori, al termine degli impegni, possono tranquillamente passare dalle scuderie alle tribune e viceversa, ad Agnano sono sbarrate "porte e finestre", e che ai detentori delle chiavi viene ordinato di nascondersi per non aprire a chicchessia? E che questo dimostri la debolezza dell'Ippodromo, che non essendo in grado di mantenere l'ordine, costringe le persone perbene a rinunziare ai loro diritti di proprietari ed allenatori?
Se Lei è in grado di confutare tali realtà, potrò darle ragione e convenire che si tratta di "polverone qualunquistico",
Ma nella sua lettera c'è dell'altro. Innanzitutto il livore nei confronti di persone che hanno il solo torto di tentare di rimettere in piedi una baracca che era ormai ridotta ai verbi difettivi. E siccome per tale operazione hanno doverosamente tagliato gli sprechi, si trovano di fronte all'opposizione di chi è abituato a vivere di sovvenzioni. Del resto Lei stesso dichiara che gli ippodromi non vivono di corse, come noi ingenui ritenevano: viceversa, poiché per le categorie sono solo le corse a fornire l'ossigeno per andare avanti, ci spieghiamo perché parliamo due linguaggi diversi.
Quanto ai servizi forniti da Ippodromi & Città, che lei elenca con precisione citando l'esempio di Roma, si è poi chiesto perché Tor di Valle è deserta ed abbandonata dagli operatori, che preferiscono allenarsi altrove e con costi più alti? Non si tratterà certo di masochismo...
Purtroppo non posso accogliere il suo invito a non farmi coinvolgere dalla "campagna sciattamente propagandistica” che (secondo Lei) la mia Associazione sta conducendo nei confronti di Ippodromi & Città. Come Le ho precisato all'inizio, il fatto di venire dalla strada mi porta a valutare i fatti e non le chiacchiere. Ed è con i fatti che l'Unagt si confronta. In quel "vomitatoio" del nostro sito, per esempio, quanto attiene al debito tributario di Ippodromi & Città di € 11.405.164, il dato è stato preso dal vostro bilancio: così come il debito verso istituti previdenziali di € 1.714.516. Si può definire "vomitatoio" un organo di informazione che riporta dati reali rilevati alla fonte?
Per concludere, ribadisco di non poter condividere il suo invito a passare dalla sua parte, considerato che Lei stesso dichiara che Ippodromi & Città nulla ha a che vedere con le corse. Essendo solo e semplicemente (lo ha detto Lei...) una Società che eroga servizi in cambio di compenso, alla quale sta bene quindi che si riducano le corse purché l'Unire continui a foraggiarla inventandosi personalizzazioni anche in presenza di condizioni che indurrebbero piuttosto ad un taglio.
Per quanto riguarda la valorizzazione del "meraviglioso impianto flegreo", se è ridotto come si presenta attualmente, l'unico responsabile non può che essere chi lo ha gestito.
Tanto le dovevo. Spero davvero, nell'interesse della categoria che rappresento, che il vento cambi, e che i responsabili di Ippodromi & Città si accorgano finalmente che l'ippodromo è un campo di corse e non ma fabbrica di scatolette che deve vivere con i contributi del Governo.
Distinti saluti.”
G.R.