Unagt Campania – Papalia, confronto “costruttivo”.

Perviene alla nostra redazione uno scambio epistolare fra l’Unagt Campania e la Spa Ippodromi & Città.
Gli allenatori guidatori campani (così come tutta l’Unagt) sono rimasti sconcertati di fronte alla notizia che Ippodromi & Città ha permutato con l’Unire la riduzione di 66 giornate di corse contro la corresponsione di almeno 900.000 euro annui.Hanno così chiesto, per avere completezza di informazioni, alla stessa Ippodromi & Città spiegazioni di tale condotta, prima di assumere qualsiasi posizione.
La risposta di Gaetano Papalia, Presidente e legale rappresentante (insieme a Attilio D’Alesio) di Ippodromi & Città, è stata, a dir poco, sconvolgente.In prima battuta, con una notazione assolutamente fuori luogo e lontana anni luce dagli argomenti dibattuti, il dott. Papalia cerca di attribuire la richiesta degli allenatori guidatori campani ad una sorta di ritorsione avverso “la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la nomina del sig. Maurizio Mattii a consulente plenipotenziario dell’Unire”.
A parte la forzatura (non c’entra nulla la nomina di Mattii con gli almeno 900.000 euro annui, scritti in un documento prodotto al Tar da Ippodromi & Città in un’altra controversia rispetto alla quale Mattii era estraneo: e cioè quel ricorso per la sospensiva del calendario 2007, che la stessa Ippodromi & Città ha poi perso), meraviglia che un dottore in giurisprudenza, colto ed esperto, non sappia: a) che non si tratta di una sentenza del Consiglio di Stato, ma di una ordinanza resa in sede di appello a diniego di sospensiva del Tar; b) che il Consiglio di Stato non ha annullato alcuna nomina di Maurizio Mattii, ma ha semplicemente accolto la domanda di sospensione della stessa;c) che non esiste alcuna consulenza “plenipotenziaria”.
Poi, il dott. Papalia inizia la lezione: le società di corse sono aziende e non associazioni di beneficenza.
E’ giusto. Infatti, le associazioni di beneficenza non possono fallire, le società invece sì.
E quindi, ammettendo l’avvenuto scambio, pur chiamandolo con termini diversi e raffinati, difende il suo operato, pretendendo anche le lodi, le gratificazioni e i ringraziamenti degli allenatori guidatori campani. Le lodi e i ringraziamenti non possono essere innalzati e rivolti al dott. Papalia, né per i maiali che occupano i boxes di qualche ippodromo gestito da Ippodromi & Città, né tanto meno per il baratto in questione. Perché se gli almeno 900.000 euro facevano comodo alla sua società, certamente la riduzione di 66 giornate (30 delle quali per la Campania) hanno comportato per le categorie locali il venir meno di risorse indispensabili per la loro sopravvivenza.
Ma le più alte vette sono raggiunge dal dott. Papalia, laddove si permette di chiedere all’Unagt -Campania dove fossero guidatori e allenatori quando l’Unire ha disposto il taglio delle riunioni di corse. Certamente le categorie non erano con lui dal fido Panzironi a contrattare il baratto sulla pelle degli operatori ippici, e poi quando si adoperava (inutilmente) per convincere alcuni guidatori a dissociarsi dall’Unagt Campania e Lazio.
Erano però sulle piazze, sulle piste, sulla strade, a protestare con tutte le loro risorse per ottenere l’aumento del montepremi, la reintegrazione delle giornate ridotte e per la lotta alla gestione Panzironi.
Gestione che invece sembra al dott. Papalia molto cara.
Ma Lo preghiamo di risponderci: contento dei suoi 900.000 euro annui, perché non ha mosso un dito di fronte alla notizia del montepremi 2007 a 175.000.000 di euro, che avrebbe segnato la fine irreversibile dell’ippica?
Infine, il dott. Papalia rimprovera l’Unagt Campania per non avere proposto ricorso al Tar avverso i calendari 2005 e seguenti. A parte ogni considerazione sulla legittimazione di una associazione di allenatori guidatori ad impugnare il calendario, l’Unagt Campania e l’Unagt non hanno possibilità di spendere decine di migliaia di euro per ricorsi al Tar.
Soldi che invece Ippodromi & Città ha mostrato di poter spendere o, meglio, di voler spendere.
I guidatori non vivono di personalizzazioni, ma solo del proprio lavoro.
G.R.