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Unagt : Tg Comitato 3.9.07: bastavano 900.000 euro per diminuire i convegni
Inviato da unagt il 3/9/2007 23:56:00 (1059 letture)

Dal manuale dell’imprenditore ippico: come rinunciare a 66 giornate di corse senza rimettere un centesimo, anzi…

                      

Attilio D'Alesio e Gaetano Papalia



Ippodromi & Città (con ricorso firmato da Attilio D'Alesio, amm.re delegato), come già si è segnalato, ha impugnato il calendario delle corse 2007 davanti al Tar Lazio per tutti gli ippodromi gestiti -Roma tr- Napoli tr. e gal., Firenze tr. e gal.­
Nel ricorso si legge che la rilevanza della ricorrente e degli ippodromi da essa gestiti, ha fatto sì che l'Unire decidesse di programmare uno speciale percorso innovativo, riservato proprio agli ippodromi di maggiori dimensioni come Roma e Napoli.  Questo percorso di programmazione - prosegue il ricorso - da un lato prevedeva la riduzione del numero delle giornate di corse per ogni ippodromo privilegiando le corse redditizie, dall'altro lato l'istituzione, da parte di Unire, di ippodromi di rilevanza nazionale, ai quali riservare una serie di importanti vantaggi economici, gestionali e di immagine.
Sempre nel ricorso, si legge che fra i vantaggi ipotizzati per le società che gestiscono questa nuova categoria di ippodromi, era previsto anche un finanziamento, c.d. "personalizzazione", vale a dire un contributo annuo pari per Ippodromi & Città ad almeno 900.000 euro: somma di cui si lamenta la mancata corresponsione. Per confortare le proprie dichiarazioni, Ippodromi & Città ha prodotto la lettera 29.3.2006 (clicca  qui) firmata (guarda caso) dall'allora Segretario Generale Franco Panzironi, con la quale appunto si conferma l'impegno dell'Unire a riconoscere a Ippodromi & Città, a fronte delle attività e delle funzioni svolte nel corso dell'anno 2005, "sulla base degli accordi in essere al 31 dicembre 2005", un importo complessivo "non inferiore" ad euro 900.000,00 (cifra scritta anche in lettere, per far capire meglio, naturalmente).

Lasciando da parte un iniziale inevitabile disgusto, è indispensabile porsi una serie di interrogativi.
Cosa vuol dire un "finanziamento" c.d. "personalizzazione", a fronte delle attività e delle funzioni svolte da Ippodromi & città nel corso dell'anno?
A parte la facile ironia sullo stato degli ippodromi gestiti da Ippodromi & città (in alcuni di essi sono stati notati maiali invece di cavalli nei box!!), c'è da capire perché tutti gli altri ippodromi (che hanno, anche essi, perduto giornate), non ricevano un centesimo a fronte delle attività e funzioni svolte.

Forse che tutti gli altri ippodromi italiani non hanno svolto le meritorie attività e funzioni espletate da Ippodromi & Città?

Ma, a parte questo, è evidente che il contratto 29.3.2006 non indicava alcuna somma per la "personalizzazione": somma che invece risulta (e non si tratta di pochi centesimi, ma di quasi due miliardi "almeno" delle vecchie lire, ed è denaro pubblico) essere stata determinata non da una delibera dell'Ente, e neppure da una determinazione del Segretario Generale, ma da una semplice lettera d’impegno, contestuale al contratto, senza neppure l'indicazione di alcun criterio e, risulta, senza protocollo.
Il Tar Toscana, come noto, ha accolto il ricorso della Labronica relativo all'annullamento delle convenzioni perché non redatte e sottoscritte dal Commissario o Presidente del C.d.A., ma dal Segretario Generale che, come dice la sentenza del Tar "" ha ..esorbitato dalle sue attribuzioni sia modificando gli importi assegnati alle società di corse sia pure a titolo di acconto, ma soprattutto recependo, nella sua determinazione n. 3400 del 1.8.2005, il secondo Protocollo d'intesa siglato il 26.7.2005, a sua volta basato sulle risultanze dello studio commissionato alla Deloitte ….. e conducente ad un nuovo sistema di valutazione degli ippodromi funzionale all'attribuzione di finanziamenti e corrispettivi, in assenza di qualsivoglia deliberazione assunta dal Consiglio di Amministrazione".
In poche parole il Tar Toscana definisce la personalizzazione panzironiana una fesseria.
 Ma è anche vero che le stesse convenzioni non sono state ratificate dal Ministero competente. Come si fa a trasmettere una lettera di impegno a pagare "almeno" 900.000 euro all'anno -motivata dalla "personalizzazione"-, non solo senza avere i poteri per farlo, ma addirittura senza neppure l'approvazione del Ministero, posta a condizione di efficacia, come da Statuto Unire.
In questo contesto di un ""nuovo sistema di valutazione degli ippodromi funzionale all'attribuzione di finanziamenti e corrispettivi", che si presta a dubbi e perplessità di non poco momento, nessuno ha pensato poi ai proprietari, agli allevatori, ai guidatori, ai fantini, agli allenatori, agli artieri, ed ai lavoratori in genere.

Infatti, la perdita delle giornate di Ippodromi & Città (ben remunerata, peraltro, anzi, troppo), ha fatto sì che la società ha persino risparmiato le spese per i convegni non effettuati, ma tutti gli operatori ippici che abitualmente programmano la loro attività presso gli ippodromi della società amministrata da Attilio D'Alesio (e Presidente Gaetano Papalia), hanno perduto lavoro e denaro, perché a loro nessuno ha pensato di "personalizzare" un centesimo di finanziamento a conforto della riduzione delle giornate.

Al di là del disgusto e della questione morale,
una riflessione sorge spontanea: se la cd.“personalizzazione” riguardava gli ippodromi di rilevanza nazionale (e quindi tutti gli ippodromi di rilevanza nazionale), l’Unire, anzi il suo Segretario Generale Franco Panzironi, avrebbe dovuto trasmettere la determinazione degli importi appunto a tutti quelli di rilevanza nazionale. 
Non
vorremo, invece, che con la missiva 23.3.06 , la quantificazione dell’importo per il 2005 (in assenza di qualsiasi deliberazione, determinazione, e motivazione in ordina alla quantità), sia stato trasmesso solo a Ippodromi & Città, società amministrata da Attilio D’Alesio e Gaetano Papalia. Perché in tal caso, se così fosse ovviamente, ci si potrebbe domandare: cui prodest?

A tutte queste ragioni si deve quindi collegare la smisurata aggressività verso l’Unire di Guido Melzi, il tentativo di isolare il Commissario Unire e, comunque, di delegittimarne qualsiasi iniziativa. Aggressività che proviene da chi è legato a doppio filo con chi ha portato l’ippica sull’orlo del fallimento, con promesse più o meno importanti, più o meno legali. Da chi è anche legato, consapevolmente o no, ai soliti noti, che con l’Unire precedente avrebbero preso accordi per vedersi scontate altre decine di milioni di euro.

Questo sarebbe il nuovo che avanza, benedetto da loschi figuri che millantano indipendenza dì opinione  e che invece non sono altro che poveri burattini

G.R. 

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