Convenzione sottoscritta da Panzironi annullata: ennesima patata bollente. Intanto Snai Sat ignora informazioni basilari per gli scommettitori e i turchi ci "bollano" come ladri di polli. 
C'è davvero tanta carne al fuoco che si rischia di dimenticare qualcosa. Cerchiamo di andare con ordine:
come detto ieri sera il Tar di Firenze ha annullato nel merito la convenzione esistente tra la società che gestisce l'ippodromo di Livorno e l'Unire.
Questo perchè la stessa convenzione non avrebbe ricevuto la necessaria ratifica del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, ma solo un imprimatur da parte dell'ex Segretario generale Unire Franco Panzironi, che non avrebbe potuto firmarle e quindi determinarle in quanto l’atto sarebbe stato di competenza del Commissario Saverio Abate.
Una bella storia, in quanto dalla convenzione hanno origine le remunerazioni degli ippodromi, che ora potrebbero di colpo tornare tutte in discussione.
Cosa succederebbe se all'improvviso l'Unire non riconoscesse più agli ippodromi le somme di denaro previste da questi accordi?
Probabilmente si paralizzerebbe l'attività, in attesa di un nuovo contratto tra le parti.
E' questa l'ennesima patata bollente che l'Unire di Melzi eredita da quella di Panzironi e che dovrà risolvere alla svelta.
Secondo argomento: questa sera zona quote, la trasmissione che s’interessa anche di scommesse e che Snai manda in onda sulla Tv dell'Unire, pagata con i soldi dell'Unire, anziché costituire uno strumento di massima informazione per gli appassionati che la seguono sul canale 220 di Sky, non sembra essere il massimo della professionalità, visto che il cronista da Cesena, alle 19.20, non sapeva ancora che su uno dei favoriti della Tris, Domingo Ors, sarebbe salito Pietro Gubellini anziché Enrico Bellei.
Cambio di guida ufficializzato in tarda mattinata. Complimenti!!!
Terzo argomento: su Lo Sportsman di giovedì è riportata a chiare note la vicenda di un cavallo italiano, ovvero Golden Titus che non ha potuto prendere parte alla Bosphorus Cup di Istanbul in quanto "i cavalli provenienti dall'Italia devono sottoscrivere in contanti e in anticipo la quota di iscrizione”.
Bella immagine che ha il nostro galoppo in un paese che ippicamente non è certo al top come la Turchia.
Altra eredità del passato. Evidentemente ci sono state delle situazioni morose che hanno gettato cattiva luce sull'intero galoppo italiano.
Perchè l'Unire di allora non è intervenuta su quanti non hanno pagato, screditando l'immagine di centinaia di scuderie oneste? E perchè l'Unire di oggi non interviene ufficialmente presso l'ente che organizza le corse in Turchia?
G.R.