Intanto l’amico Dubois è protagonista dell’ennesimo caso di cavalli dalla doppia identità.
Ne avevamo parlato già ieri: è in corso una violenta campagna denigratoria contro l’Unire e la sua attuale dirigenza da parte dei “soliti noti”.
Campagna che però poggia le sue basi su inesattezze di fondo e che volutamente “ignora” la verità.
Il “vero” leader degli allevatori Gianfranco Fabbri, guarda caso ancora lui, su “il Giornale” nella pagina fortemente sponsorizzata dalle Agenzie Ippiche - riguarda caso, ancora loro - scrive tra l’altro:
“Melzi nella posizione di commissario straordinario (con tutti i poteri), di fatto in dodici mesi non è riuscito, non solo a risolvere problemi minimali, non ha assolutamente sciolto i nodi dell’ingarbugliato sistema che ormai si è sedimentato all’Unire”.
Chi ci segue sa che non siamo mai stati supinamente distesi a pelle d’orso nei confronti dell’Unire, ma le critiche hanno sicuramente più effetto quando sono reali e costruttive e non fatte per partito (o sponsor) preso.
L’Unire targata Melzi ha ancora diverse cose da fare, molte lacune da colmare, soprattutto nel corretto funzionamento degli organi interni.
Basti pensare ad esempio al mancato pagamento dei premi di giugno a tutto il 21 agosto, cosa di per se gravissima e che mette a rischio tutta l’economia del settore, ma va anche detto che in questi mesi:
a) sono stati chiusi tre bilanci pregressi.
b) sono state ridotte le consulenze esterne del 50%.
c) è stato varato il circuito “ippofestival”.
d) è stato mantenuto il montepremi al livello accettabile di 220 milioni contro i 175 milioni messi a bilancio dall’ex segretario Panzironi.
e) è stato formulato un calendario delle corse finalmente annuale;
f) sono stati emessi ben 8 bandi di concorso di cui tre esclusivamente tecnici (allievi-guidatori, allenatori galoppo, gentlemen trotto), ma soprattutto si è iniziato un percorso di riduzione degli spechi a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni.
Eppure si continua con la caccia alle streghe. Cosa c’è dietro, ma soprattutto chi si nasconde dietro i “soliti” quattro personaggi usati per dar fiato alle trombe e specialisti nel gioco delle tre tavolette? Noi un idea ce l’abbiamo e voi?
Fra l’altro le trombe sembrano un po’ scariche visto il poco seguito che ottengono. Poiché, a parte la pagina sponsorizzata dalle agenzie, ed alcuni articoli su un giornale o un sito compiacente, non sembra proprio che ci sia in atto una rivolta del comparto ippico come si lascia intendere. Difficoltà, quelle si, ad affrontare una indubbia crisi, ma con adeguati accorgimenti ci sono ancora margini di onesta sopravvivenza.
Intanto alcune Società di corse, che dovrebbero essere, sempre secondo i soliti “noti” favorite e privilegiate dall’attuale governo Unire, invece di ottimizzare quello che hanno, curare meglio i propri malridotti bilanci, sistemare i loro impianti in alcuni casi ai limiti della decenza, perdono tempo in ricorsi al Tar per l’irrisorietà di 1 o 2 giornate di corse in meno.
Ed è tornata anche la moda dei cavalli dalla doppia identità, una all’estero ed una in Italia, tutti targati “Dubois”, buon conoscente dell’omino di Rimini che si diletta a scrivere sulle pagine pagate dalle agenzie.
I lupi perdono il pelo…G.R.