Il doping non si può sconfiggere solo accentuando i controlli e le punizioni.

La risoluzione del fenomeno del doping è uno dei passi fondamentali per un’ippica nuova.
E’ in gioco la credibilità dell’intero settore. Serve chiarezza, pulizia, onestà e rispetto per gli animali ed è necessario un ridimensionamento di certi fenomeni nell'ippica e il ritorno ad una competizione equa, dove il lavoro fatto abbia un senso e un riconoscimento sia per le categorie produttive che per il sistema scommesse.
Ma gli attuali meccanismi di controllo non sembrano idonei a raggiungere questo obiettivo.
Tutti sanno che il laboratorio Unirelab non è ancora certificato e quindi, come minimo, ci sono profondi dubbi sull’attendibilità dei risultati delle analisi.
Ci domandiamo poi come possa essere credibile un risultato se l’intero sistema, dal prelievo all’esame, desta molte perplessità, come sottolineato anche dalla Commissione Ministeriale.
I prelievi vengono eseguiti il più delle volte in locali poco igienici, quindi senza la garanzia di totale assenza di inquinamenti ambientali, poi i campioni sono affidati ad un comune trasportatore per la consegna a Unirelab, senza assicurazione né di custodia a temperatura stabilita né di integrità, infatti per un qualsiasi errore le provette potrebbero contaminarsi a vicenda quindi determinare un risultato alterato.
Inoltre non viene garantito il totale anonimato. I campioni infatti, vengono confezionati con l’indicazione dell’ippodromo, del giorno e della corsa, quindi si potrebbe risalire al soggetto su cui è stato eseguito il prelievo semplicemente leggendo i risultati delle corse.
Di fronte ad una situazione di questo tipo c’è da chiedersi se veramente la materia del doping sia perseguita consapevolmente ai fini di debellarlo.
E’ giusto, anzi sacrosanto, che venga punito chiunque usi sostanze dopanti maltrattando animali che non meritano simili crudeltà.
Ma siamo sicuri che vengono puniti i colpevoli, tutti i colpevoli, e magari non ci rimetta le penne qualche innocente?
G.R.