L’ippica ancora al palo. Ovazione per Frank Dettori a S. Siro.

L’ippica italiana continua a piangersi addosso e non riesce ad uscire dalla crisi tecnica, economica e di idee in cui versa.
Sa solo farsi del male. Si coltivano interessi piccoli (come chi li persegue), senza riuscire a disegnare un percorso comune per migliorare una situazione insostenibile.
Si litiga per un matinèe, rancori e acredine sono cosa comune, gli uomini del passato, di un passato che ci ha rovinati, non si rassegnano ad uscire di scena, anzi pontificano e straparlano, tanto per dire qualcosa. Mercenari da due soldi. Non li vogliono più nemmeno al bar dello sport. E’ cresciuta, in questi anni, una generazione di persone che nulla hanno a che fare con l’ippica, che non sanno cosa sia un ippodromo funzionale o una corsa di cavalli.
In Francia si programmano 17 corse con quattro prove di gruppo 1, in Italia il numero delle corse (di brocchi) è intoccabile. Nonostante scendano pubblico e scommesse e sia in via di estinzione l’anello principale della filiera ippica: il proprietario.
Che l’Unire abbia tre bilanci (consuntivi 2005 e 2006 e preventivo 2007) da firmare e sia in regime di gestione provvisoria poco importa. Ancora meno se il preventivo 2007, firmato da Franco Panzironi, apposta il montepremi a euro 175 milioni (- 30% rispetto al 2006).
Quello che conta è farsi del male. Se non riusciremo veramente a voltare pagina, la Germania si avvicinerà sempre di più e ce la saremo meritata.
Qualità, folla e passione a San Siro per i GP Milano e Oaks d’Italia. Frank Dettori star vince il Milano in sella a Sudan e il pubblico riscopre cos’è l’ippica. Speriamo non sia un sogno.
G.R.