Corse modeste, poco equilibrate, quote irrisorie e movimento in caduta libera. Vogliamo andare avanti così.
L’ippica è talmente nei guai che neanche i Gran Premi tirano su il gioco.

Oggi (venerdì), ennesimo tonfo della tris, che ha registrato (nei due turni previsti) un crollo del 30,3% rispetto al 27 aprile 2006 (1,892 contro 1,523 milioni di euro). La tris ha pagato € 16,34, il quartè € 35,83, il quintè € 1.600,50.
Il tutto è scaturito da una corsa con uno start modestissimo, poco più che a reclamare il livello e un secondo nastro qualitativo con quasi tutti cavalli di categoria D (all’infuori di due): totale un arrivo scontato.
Sarebbe bastato programmare una categoria E/F al primo nastro, una D al secondo e una B/C al terzo. Considerando la distanza della corsa di metri 2600, ancora meglio sarebbe stato non prevedere la F al primo nastro. Oppure lasciare questa proposizione, ma con una distanza di metri 1600 per dare più chance ai cavalli del primo nastro.
La differenza tra le due ipotesi è che nella seconda si sarebbe dovuto lavorare molto di più. Ma non è finita.
Domenica tris straordinaria a Napoli, una misera F/G con quattro concorrenti che non hanno vincite nell’annata, uno dei quali non corre da circa tre mesi. E nessuno ha pensato di abbinare la tris domenicale al Parioli di Capannelle un bellissimo Gran Premio con 15 partenti, anche se con 3 rapporti di scuderia (nelle tris straordinarie e nei G. Premi possono correre cavalli legati da rapporto di scuderia).
E in questo caso non si trattava di lavorare più o meno.
Si doveva semplicemente usare il cervello, ma il signore o i signori deputati a questo hanno staccato la spina.
Purtroppo, però, la disaffezione verso le corse e le scommesse va oltre.
Nonostante i Gran Premi e qualche altra giornata di buon livello, come la due giorni (Pasqua e lunedì dell’Angelo) di Torino con Città di Torino e Costa Azzurra, il gioco continua a scendere.
Cosa significa tutto ciò? Che c’è da rifondare un intero sistema e, soprattutto, la sua immagine.
Forse siamo già in ritardo.G.R.