Coro di protesta dei giudici per gli incarichi di maggio.

Nei giorni scorsi ci siamo interessati a più riprese della questione degli addetti al controllo e alla vigilanza delle corse.
Delicata perché tale categoria ha un ruolo determinante per la credibilità dell’ippica. Abbiamo spesso criticato i funzionari, che sembrano pensare più a incarichi e gettoni che ad applicare il regolamento.
Oggi hanno una buona occasione per affiancare i propri interessi a quelli di tutte le altre componenti per un disegno comune, per quella svolta di cui ha bisogno il settore. Con la ufficializzazione delle nomine di maggio è emersa (ce ne fosse stato bisogno) ancora una volta l’assenza di competenze specifiche in seno all’ente, con dirigenti che non vogliono saperne di cosa sia una corsa di cavalli e di cui l’ippica e gli ippici farebbero volentieri a meno. Mancata applicazione dei criteri di nomina, handicapper non presenti in molti ippodromi, assenza di rispetto per la controparte trattata come un “pacco postale”. Funzionari spostati di ippodromo in ippodromo settimanalmente, con spreco di denaro e rischio per il regolare svolgimento delle corse. Errori madornali di personaggi super pagati, eredità di un passato che ci trascineremo ancora per lungo tempo, senza amore e rispetto per le corse dei cavalli, intese solo come numeri e combinazioni di numeri. Gente che se ne infischia della passione e dei sacrifici dei poveretti che si aggrappano a questo mestiere per sopravvivere e finanziano i loro stipendi.
E si privilegiano sempre i soliti.
Gente che continua a commettere errori madornali nonostante a capo dell’ente ci sia un ippico di grande esperienza, che sa che non si può costruire un’ippica nuova senza trasparenza e che la trasparenza delle persone è il primo presupposto per un progetto serio. Gente supponente che non ha la volontà di apprendere e che forse per questo continua a combinare errori madornali.
Adesso, tocca ai giudici mettere nero su bianco, riconoscersi nelle proprie associazioni e aiutare Melzi a costruire un futuro di certezze, lasciando da parte per una volta il gettone.
G.R.