L'ironico e commovente appello di Vittorio Venturi.
E invece Fabbri su “Il Giornale” è come Zambelli: lo strumentalizzatore di professione.
E’ una lettera amara, ma meravigliosamente ironica quella che riceviamo da Vittorio Venturi (vicepresidente Fipt) e giriamo al destinatario, il commissario Guido Melzi, scusandoci coi lettori per qualche termine un po’ forte, ma che merita di non essere cancellato per conservare l’intensità del testo.
Chi scrive ha sicuramente i cavalli nel cuore, per i quali ha sacrificato tutto. Il destinatario invece, da Commissario, deve ancora dimostrare di tradurre in pratica il suo amore per l’ippica.
Caro Melzi, legga e rifletta .
“Ho appena terminato una cordiale chiacchierata con te al telefono. Mi hai detto che sono un grafomane, che scrivo e dico cose vecchie e superate, che sono un pessimista. In parole spicciole vuoi dire che sono un rompicoglioni, che non ho capito un cazzo e che porto sfiga. Poi mi hai detto che bisogna essere sereni e che tu sei tranquillo. Dopo qualche meditazione il primo consiglio, visto lo stato in cui versa l'ippica, è stato di indicarti l'indirizzo del mio amico Sigmund, professore emerito, psichiatra, che fa buone tariffe ai non furiosi. Mentre ragiono di ciò ho intravisto fra la posta in arrivo una lettera della B.N.L., di solito foriera di buone notizie, e ho constatato che conteneva l'estratto conto che indicava l'ultimo premio vinto dell'ultimo cavallo ancora in corsa allevato da me. Il cavallo si chiama Zandwort Am ed il 31 gennaio ha finito di correre e sono molto felice per lui. Zandwort è un circuito in Olanda dove ho vinto una corsa, correndo con l'Alfa, tanti anni fa. Il ricordarlo mi ha reso felice, anche se io ho vinto e invece il mio amico Williamson è uscito di strada ed è tragicamente morto, ma che ci vuoi fare "chi vive vive, chi more more " diceva il Belli. Sono felicissimo perché proprio ieri sono riuscito a vendere l'ultimo cavallo che avevo in corsa, che peraltro era rotto e non riuscivo a rimetterlo insieme. Ora non ho più nessun cavallo da corsa, però non ho più neppure la casa in campagna, la villa in città e la Ferrari. Sono quindi leggero e felice, posso persino volare, anche perché ultimamente, per un guaio molto serio, mi hanno portato all'ospedale dove mi hanno tagliato via un po' di roba, ma ne sono uscito vivo e, in più, non potendo più seguire la mia passione, ho venduto in blocco tutta la scuderia per pochi soldi, e pure li vi ho lasciato un altro pezzo di me: il core. E così sono sempre più felice e ancora più leggero, ora dovrò ancorarmi a terra in qualche modo, altrimenti finisco come S.Antonio da Copertino fra le nuvole. Adesso sono qui con un tesoretto in mano e medito di comprarmi un cavallo, perché dei soldi non so che farne. Cerco di non farlo sapere a mia moglie, perché mi ha già minacciato una volta di portarmi da Muccioli a San Patrignano per disintossicarmi, anche se io le ho detto che Muccioli accoglie i drogati, lei mi ha risposto : embè, perché tu cosa sei? Grazie per il suggerimento che ho ricavato dalle tue parole, hai ragione bisogna essere positivi, tranquilli e felici. L'ottimismo è lo spirito con il quale ci si deve avvicinare alle cose, e questo è il segreto. Lo dice anche il poeta romagnolo Tonino Guerra : "l'ottimismo è il profumo della vita!" Questa sera, da te plagiato con la filosofia della serenità pre mortem, ho cominciato a ridere appena ho visto Mike che diceva : "ALLEGRIA!", poi ho riso moltissimo nel vedere la polizia che rompeva teste allo stadio, con la gente che grondava sangue, fuggendo.Poi mi sono fatto una risatina quando, ricevendo una news, ho saputo che hanno fatto correre a Padova un cavallo morto. Bè, non c'è da ridere nel vedere un cavallo morto che corre? Dopo di ciò mi sono fatto due risate con l'Afghanistan, con l'Iraq, con il Ciad, con i palestinesi e i kamikaze in Israele. Poi ho chiuso in bellezza con il nostro Vespa che è apparso brandendo un mestolo e uno scarpone per farci capire come era stato ucciso un bimbo a Cogne. A questo punto stavo ridendo a crepapelle, tanto che ho dovuto trattenermi perché mi stavano esplodendo i punti del taglio che ho nella pancia, che parte dalla bocca dello stomaco e arriva fino al pisello. Quindi basta Tv, mi sono alzato, un pò di vino, quattro noci , n'a pisciatina e in santa pace me ne sono andato a letto. Questa mattina mi sono svegliando cantando oh bella ciao, dopodiché mi è venuto da ridere pensando a quel matto di Cesare Pavese che disse: "ora basta con le chiacchiere, veniamo ai fatti" e si sparò.
Tanti saluti dal tuo mezzo amico Bingo Bongo”
Si danno il cambio, come se fossero d’accordo e non è escluso che lo siano.
Dopo Paolo Zambelli, sul trotto, ecco un altro strumentalizzatore di professione, l’ex degli ex, ovvero Gianfranco Fabbri, che forse si illude ancora di poter tessere tele a piacimento come una volta.
Gianfranchino non vedeva l’ora di poterci usare sulla questione montepremi e privilegi agli ippodromi aperta nei confronti di Guido Melzi. Chissà perchè non dice nulla sugli 89 milioni di canoni tv non pagati dalle agenzie ippiche e transatti dall'amico Panzironi.
Ma come abbiamo fatto con Zambelli facciamo con Fabbri, diffidando chiunque dal confondere le due battaglie.
Oggi (martedì) su “Il Giornale” Fabbri continua a considerare frutto del presente la grave crisi del settore, elogiando addirittura il passato, che è invece l’unica causa del dramma attuale, provocato da Panzironi e da quanti (Zambelli, Cazzaniga e Fabbri compresi) hanno appoggiato la sua politica.
Melzi non ha colpe per questo, le sue colpe (se ci saranno) riguarderanno il modo in cui gestirà una situazione che ha già trovato. Ricordiamoci che in ottobre Panzironi denunciava al Commissario Francesco Saverio Abate un fabbisogno finanziario (rispetto alle previsioni di bilancio dell’ex segretario) di 36 milioni di euro e suggeriva di diminuire di pari importo il montepremi dell’ultimo bimestre 2006.
Oggi, 10 aprile, si corre ancora con il montepremi ordinario invariato rispetto al 2006, grazie a De Castro e Melzi, al contrario di Panzironi che ha proposto, per il 2007, un bilancio con un montepremi di soli 175 milioni (clicca qui) di euro (- 30% rispetto al 2006).
E siamo sicuri che Melzi, alla fine, manterrà gli impegni.
Quello di Fabbri è un pietoso trabocchetto, neanche un bambino delle elementari ci cascherebbe e anche Gianfranchino lo sa.
Ma che ci volete fare, scrive su una pagina pagata dalle agenzie ippiche…..
G.R.