Montepremi a rischio, antidoping ancora nel caos, scommesse a picco.
Difficile capire l’euforia del commissario, che preannuncia la sacrosanta riforma della tris.

Sulla Gazzetta dello Sport di oggi (venerdì) è stata pubblicata un’intervista a Melzi (clicca qui).
Il commissario si dichiara molto ottimista sul futuro dell’ippica e ci piacerebbe sapere i motivi di tanta euforia visti i dubbi sulla reale entità del montepremi e su altri gravissimi problemi non ancora risolti come l’antidoping, che risulta ancora non certificato e inattendibile come sei mesi fa, quando il caso venne pubblicato sulla relazione di una commissione ministeriale voluta dal ministro De Castro.
Noi vorremmo sperare che il conte abbia qualche asso nella manica, ma secondo le nostre informazioni l’asso non esiste.
Melzi ha poi dichiarato che “ in maggio la nuova tris sarà realtà…Basta sorteggio e più qualità”.
Una ristrutturazione sacrosanta e necessaria.
L’attuale regolamento tris si manifesta in tutta la sua insipienza e astrusità tecnica. Una trovata banale per escludere la trasparenza e non qualificare il prodotto, esattamente il contrario di quanto dovrebbe accadere (Grazie Panzironi, Cazzaniga, Zambelli, ecc). Tutto in linea con il livello di competenza tecnica dell’Unire . Porre, per il trotto, cavalli nelle file corrispondenti alla categoria di appartenenza e limitarsi a estrarre i numeri anziché attribuirli a prescindere dalle categorie significa ridurre le tris a delle comuni condizionate, come quelle che vengono programmate quotidianamente in ogni ippodromo e che spesso hanno vincitori a quote molto basse come quella del povero Amico Gb, che ha vinto una tris a Trieste pagando 1,05 come vincente.Speriamo che quelle del commissario non siano solo parole.
Sinora di fatti ne abbiamo visti pochi, l’unica cosa certa è il calo del montepremi da 250 a 220 milioni.
Se la seconda cifra calerà di un solo euro al posto dei cavalli correranno i direttori degli ippodromi e il commissario dell’Unire più i dirigenti di Snai e Sisal.
G.R.