Su La Gazzetta la storia del cavallo morto dichiarato partente. L’Unire dov’è ?
Montepremi voce stabile e non residuale.

Dopo i cavalli scambiati (Reprime – Arabian Pivot), dalla doppia identità (Rivaldo-Grufoso), dalla doppia nazionalità (americana ed italiana), corrono anche i cavalli morti.
Su La Gazzetta dello Sport di oggi (giovedì), il giornalista detective Michele Ferrante ripropone la triste storia di Amico Gb (clicca qui), smascherata dal driver detective Luciano Dalle Fratte e segnalata a suo tempo anche da questo sito. Amico Gb risulta deceduto in seguito ad eutanasia intorno al 15 marzo nel centro di allenamento di Frasanelle (Vicenza), dopo infortunio. A poco più di una settimana dal trapasso, il 23 marzo, è stato dato partente per il 26 marzo a Padova (Premio Appalosa) e per il giorno seguente a Trieste (Premio Camerette), con il n.1 in entrambe le corse.
Regista dell’operazione Carlo Isella che amministra, per delega, i cavalli della scuderia Cafr, intestata a sua moglie.
In un primo momento Isella ha dichiarato al Presidente di giuria di Padova (Luciano Romagnoli) di aver venduto il cavallo il giorno prima della corsa a un suo amico e di non saper nulla della morte.
Il giorno dopo però Isella ci ha ripensato.
Infatti nella “reclamare” di Trieste ha difeso come proprietario Amico Gb (i partecipanti possono essere acquistati anche se ritirati). Il caso è adesso nella mani della Procura disciplinare e dei carabinieri.
Una serie di operazioni tese a “soffiare posizioni ad avversari ed avvantaggiare eventuali cavalli amici”. E risulta che tutti sapevano, ma nessuno parlava. Un altro esempio di mala ippica, di mancanza di rispetto per pubblico e scommettitori con tanto di falso dichiarato per favorire alcuni concorrenti.
Un contesto da cui è ancora inspiegabilmente e pericolosamente estranea l’Unire, un Ente fantasma.
Agipro (clicca qui) riporta il contenuto di un’intervista di Guido Melzi D’Eril a Unire Tv.
Il Commissario ribadisce che ogni riferimento al montepremi prima del 3 aprile è stato fatto “sulla base di dati errati non conformi alla realtà”. Ci permettiamo di ricordargli che soltanto il 5 marzo u.s. a mezzo stampa aveva assicurato che “I premi 2007 saranno 220 milioni più 21,7 di provvidenze. I tagli sono quelli noti. E non ci saranno sorprese”.
Gli operatori hanno investito su queste dichiarazioni e il commissario ha il dovere di mantenere le promesse, specialmente in presenza di quella che in bilancio sembra essere una duplicazione dei costi a favore delle società di corse, leggasi 18 milioni di euro per segnale TV, già compreso invece in altra posta di euro 116 milioni a favore delle stesse società. Ci permettiamo, sommessamente, di ricordare al Commissario che ai sensi del punto primo dell’art. 12 del Dpr, 169/98 (clicca qui) e dell’art. 5 del Dlvo 20.04.1999 vengono di concerto stabilite dai Ministeri competenti, le quote di prelievo sull'introito lordo delle scommesse sulle corse dei cavalli da destinare all'Unire, al fine di garantire l'espletamento dei suoi compiti istituzionali, il montepremi ed il finanziamento delle provvidenze per l'allevamento.
Pertanto, la pregiudiziale dell’invarianza del montepremi, al fine di una programmazione imprenditoriale del rilancio ippico, si basa non su una mera richiesta di elargizione, ma sulla disciplina di legge (che pone montepremi e provvidenze all’allevamento quali voci stabili e non residuali del bilancio, anteposti alle altre finalità dell'Unire, tra cui il “finanziamento agli ippodromi”), sul perseguimento dei compiti istituzionali dell’Ente, sulla concreta “manageralizzazione” della gestione (che deve tendere alla esaltazione dello spettacolo ippico, per allargare la filiera di proprietari, allevatori, allenatori, guidatori, fantini e di conseguenza aumentare le scommesse ed i posti di lavoro), che deve essere comunque permeata da massima trasparenza economica e tecnica.
Dagli uomini del nuovo corso aspettavamo subito un segnale tangibile di discontinuità con un passato da dimenticare dopo silenzi troppo lunghi, la volontà di creare un percorso verso un’ippica nuova.
Invece ancora non è cambiato niente e a pagare sono ancora sempre e solo le categorie.
Questa volta non lo permetteremo e non accetteremo la diminuzione di un solo € sotto la soglia di sopravvivenza dei 220 milioni di euro.
G.R.