A Roma il ministro De Castro annuncia pieni poteri a Melzi, ma in pratica prevede un montepremi da fame, mentre altri (ippodromi) conservano i loro privilegi.
Non è questo il piano di concertazione che aspettavamo.

Panzironi ci ha definitivamente lasciato, molto sereno nel pomeriggio (forse per la rilevante buonuscita che sembra abbia ottenuto) ha salutato i presenti al Ministero dove si era recato a firmare il recesso. Melzi assumerà la doppia carica, assorbendo anche le deleghe di segretario.
Questa è l’unica buona notizia dell’incontro di oggi a Roma tra le categorie e il ministro De Castro che ha annunciato un’uscita di scena che arriva con un ritardo incredibile. Purtroppo, dopo aver sentito il ministro, sembra che Panzironi sia ancora al suo posto.
De Castro e Sernicola per le Finanze, hanno escluso la possibilità di dare ulteriori contributi al settore, nonostante che l'ippica sia stata nel corso degli anni espropriata di risorse vitali per la sopravvivenza (vedi minimi garantiti e canoni Tv, centinaia di milioni scontati alle agenzie).
Nessuna buona notizia, il limite dei 220 milioni per il montepremi annunciato da Melzi sembra purtroppo destinato ad avvicinarsi ai 175 milioni proposti da Panzironi, mentre tra le pieghe dei bilanci affiorano incredibili privilegi come 18 milioni agli ippodromi per presunti servizi Tv il cui pagamento è già incluso in un’altra voce di bilancio. Questo è lo stesso sistema di Panzironi, anche se la facce sono cambiate.
De Castro è stato categorico,:"l'ippica deve essere ridimensionate e riorganizzata", uno dei passaggi più significativi della "lettera aperta" alle categorie (clicca qui).
Un ulteriore calo del montepremi ci costringerà a ritornare in campo, l’ippica nuova che vogliamo non è quella che ci prospettano De Castro e Melzi.
Avanti di questo passo rimpiangeremo il ragioniere.
Ecco il comunicato dell’Intercategoriale (Upt, Fitp, Unagt, Assogaloppo), che si riunirà a Bologna lunedì prossimo, dopo l’incontro romano:
“Eravamo preparati alla solita palude verbale.I proclami di svolte epocali si sono stemperati in una serie di compromessi che male celano antichi riti ed antichi schemi.
L’interesse dell’ippica – e delle decine di migliaia di famiglie che traggono sostentamento dal relativo lavoro - non si persegue attraverso una politica di ricerca del maggior numero di sponsorizzazioni e di condivisioni (magari acquisite attraverso quella che in bilancio - se non è un errore del redattore o un errore di interpretazione- sembra essere una duplicazione dei costi a favore delle società di corse, leggasi 18 milioni di euro per segnale TV, già compreso invece in altra posta di euro 116 milioni a favore delle stesse società), ma attraverso una politica di rilancio, di reale rottura con il passato, in un’ottica di trasparenza, di managerialità, di programmazione tecnica, economica e finanziaria.
Sei mesi di inerzia hanno fatto seguito a oltre quattro anni di gestione fallimentare.
I dati sono solo questi.
Speriamo che Guido Melzi, persona capace e a cui facciamo sinceri auguri di buon lavoro, riesca a invertire la tendenza e avviare gli indispensabili e indifferibili processi di ristrutturazione e rinnovamento
Purtroppo il montepremi è affondato, sotto i minimi vitali di sopravvivenza, le spese dell’Ente sono aumentate su base esponenziale, in misura inversamente proporzionale alla funzionalità, gli accordi e le transazioni (leggasi canoni TV), gli sconti, le remissioni di debiti rappresentano una costante immanente. Nell’eventualità che nulla dovesse mutare dopo il 10 aprile e che il montepremi dovesse subire una decurtazione, anche di un solo euro sotto la soglia condivisa dei 220 milioni (-12,9% rispetto al 2006), non rimarrebbe che scendere in piazza, come si suol dire, per tentare di dare corpo alla protesta, per la tutela dei nostri interessi, della nostra dignità, della nostra sopravvivenza, e soprattutto della cultura ippica e dello sport ippico”.
G.R.